Quando si tratta di bastonare i dipendenti regionali, la Sicilia, da qualche anno a questa parte, è all’avanguardia rispetto al resto del paese.
Nel caso delle pensioni, infatti, ha anticipato la riforma di cui tanto si discute nel resto del paese: rendere più flessibile l’applicazione della legge Fornero consentendo l’uscita anticipata dal lavoro con una riduzione dell’assegno.
Ma, come ho già detto all’inizio, la Sicilia è all’avanguardia.
Mentre, infatti, il Governo nazionale sta studiando i termini e la misura della penalizzazione solo per coloro che dovessero decidere di anticipare l’uscita dal lavoro, per i dipendenti regionali si è studiata una legge di dubbia costituzionalità (i legali sono già al lavoro per i ricorsi) con la quale, con una sorta di ricatto, si sta obbligando i lavoratori a lasciare anticipatamente il lavoro con una penalizzazione che, approssimativamente, varia dal 10 al 25% circa rispetto alla pensione che si sarebbe percepita senza la “riforma”. Per coloro che, invece, non dovessero raggiungere i requisiti previsti dalla legge o non dovessero presentare l’istanza di prepensionamento (e qui sta il ricatto), sono previste penalizzazioni più pesanti e, al momento, difficilmente quantificabili.
Matteo Renzi torna a parlare delle pensioni e dei possibili scenari futuri. “Spero che la flessibilità in uscita sia realizzabile già con questa legge di stabilità.
Sul tema delle pensioni è poi intervenuto anche il ministro dell’Economia Padoan: “L’idea che la flessibilità sia a costo zero è semplicemente inesatta”, ha detto intervenendo alla festa di Scelta Civica. Rispondendo a chi gli chiedeva quale sarebbe stato il peso per le casse dello Stato, Padoan ha risposto: “L’operazione di flessibilità costa, bisogna vedere come viene attribuito questo costo e a chi”.
L’anticipo non dovrebbe superare i 3-4 anni rispetto ai requisiti di vecchiaia (66 anni e 7 mesi per gli uomini e 65 e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti del settore privato) e infine la penalizzazione non dovrebbe essere inferiore al 3-4% l’anno per ogni anno di anticipo.
Carissimo Cav. Ing. Gaspare Barraco, per rispondere alla sua (legittima) domanda basta che si legga la risposta data da “leggi la norma” del 19/09/2015, h. 15:33, ove viene riportato: “il calcolo della pensione con il sistema contributivo è semplicissimo, basta totalizzare i contributi e moltiplicarli per il coefficiente tabellare. Così si ottiene il lordo annuo. Basta chiedere alla funzione pubblica il proprio montante contributivo e fare una semplice moltiplicazione”.
Se poi Lei (inveve) è del “Contratto1” la cosa è molto più semplice (così rispondono alla Funzione Pubblica). Quindi la certezza che Lei (giustamente) cerca è COMUNE e coivolge tutti quelli che vogliono andare in prepensionamento.
La saluto cordialmente.
Con questi tagli in Sicilia ( dal 10 al 15%) quasi nessuno è in grado di dire quale sarà il suo assegno pensionistico. Vi è un pacco? E forse per questo la revoca è a discrezione dell’ Amministrazione regionale e non una libera scelta di chi fa la domanda per andare in pensione, una cosa assurda! Cav.Ing.Gaspare Barraco.Marsala
P.S. Chi è sicuro del suo assegno può farcelo sapere?