PUBBLICO IMPIEGO. Il limite al valore dei buoni pasto, anche dei dipendenti regionali (compreso le regioni autonome), è di competenza statale

Lo ha stabilito la sentenza della Corte Costituzionale n. 225/2013 depositata il 19 luglio 2013.

Ecco, in sintesi, cosa dice la Corte.

L’art. 5, comma 7, D.L. 6 luglio 2012, n. 95 («Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario»), convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135, non è incostituzionale laddove fissa un limite all’importo che le pubbliche amministrazioni, ivi comprese le Regioni a statuto speciale, possono attribuire ai predetti buoni pasto.

La norma censurata, che fissa un limite all’importo che le pubbliche amministrazioni, ivi comprese le Regioni a statuto speciale, possono attribuire ai predetti buoni pasto, disciplina, dunque, una componente del trattamento retributivo previsto dal contratto di lavoro, in regime di contrattualizzazione del rapporto di pubblico impiego, ed è, pertanto, riconducibile alla competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “PUBBLICO IMPIEGO. Il limite al valore dei buoni pasto, anche dei dipendenti regionali (compreso le regioni autonome), è di competenza statale”

  1. Insomma, per chi ancora non l’avesse capito, la “guerra” del buono pasto, per i dipendenti regionali, è andata perduta.
    Credo sia meglio metterci una pietra sopra e tentare di ottenere, con la prossima contrattazione (quando e se ci sarà…) un beneficio che, lungi dall’essere in qualche misura compensativo, potrebbe però contribuire a migliorare la qualità dell’attività lavorativa svolta dal dipendente.
    Naturalmente, a vantaggio esclusivo di chi si reca in ufficio per lavorare e non solo per scaldare una poltrona, escludendo inoltre chi percepisce gli emolumenti….in “contumacia di servizio”.
    Mi riferisco al numero di ore settimanali previste dal contratto di lavoro.
    So di ripetermi, anche in questo blog, ma penso che riuscire ad ottenere una riduzione dalle attuali 36 a 35-34-33 potrebbe in qualche modo alleviare il peso sostenuto quotidianamente da chi, all’interno dell’amministrazione regionale, lavora per sé e per i furbastri nullafacenti, ma stipendiati ugualmente.
    E ciò, nell’evidente consapevolezza che, nell’ipotetico nuovo contratto, di risorse economiche disponibili aggiuntive ce ne saranno ben poche.

  2. si tutto ma 7.00€ con i ticket come da tempo promessi e non tassati

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