Regionali in pensione richiamati in ufficio, partono i primi decreti dopo il pasticcio delle leggi incostituzionali

Richiamati in servizio dal primo settembre per “il recupero delle prestazione lavorative”. Sono partiti i primi decreti dell’assessorato regionale alla Funzione Pubblica per richiamare a lavoro i pensionati della Regione, che dovranno tornare in ufficio per alcune settimane. Dovranno restituire la pensione. Alcuni dovranno anche restituire fino a 40mila euro cioè 16 mensilità.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

6 Risposte a “Regionali in pensione richiamati in ufficio, partono i primi decreti dopo il pasticcio delle leggi incostituzionali”

  1. Purtroppo non è la prima volta che succede, da quando non esiste piu’ la figura del commissario dello stato, figura all’epoca odiata, tutte le leggi approvate dalla Regione Siciliana, e per lo piu’ gia’ pubblicate quindi in vigore dall’indomani, sono ghigliottinate dal governo nazionale o dalla corte costituzionale.
    L’autonomia e’ solo una beffa che dura da 73 anni.

  2. Dott. Mineo, la ringrazio. Contatterò il numero indicato lunedì prossimo. Lei ha certamente centrato il punto: andare a giudizio. Ma chi mi compenserà dello stress, della umiliazione subita e, me lo lasci dire, della esposizione al pubblico ludibrio al quale tutti siamo stati esibiti, considerando che non molti amano il dipendente regionale? Questa cosa non si poteva sanare in tutto il tempo che hanno avuto Direttori e Dirigenti vari alla funzione pubblica? Io insieme con i miei colleghi abbiamo obbedito ad una norma di legge regionale vigente, non è colpa nostra se posteriormente al pensionamento la Corte Costituzionale ha dichiarato la nullità della legge regionale. Stiamo tutti subendo una ingiustizia immensa.

  3. @ Giovanni Castiglione
    C’è già da tempo una norma pronta che dovrebbe risolvere la problematica. Purtroppo l’inconsistenza politica di questo governo non ne ha, finora, consentito la sua approvazione e, vista la situazione politica, non ci sono certezze che questo avvenga.
    Quasi tutti pensionati che hanno già diffidato l’amministrazione con l’assistenza dei nostri legali, hanno manifestato l’intenzione di resistere in giudizio. I nostri legali sono già al lavoro. Puoi contattare da martedì la nostra segreteria al numero +393939651150 per aderire all’iniziativa.

  4. Finalmente qualche notizia ma non buona. Caro Dott. Mineo, ho atteso un suo commento considerandolo, come al solito pertinente ed informato. Anche Lei avrà compreso quanto questa situazione non creata dai lavoratori sia invece da essi ingiustamente subita come un ricatto ed uno stillicidio che toccano il mezzo di sussistenza principale: la pensione. E che, in modo differente ci obbligherà a difenderci giudiziariamente. Il più grande datore di lavoro siciliano, la Regione siciliana, non è capace di dare certezza del diritto e di tutelare il diritto acquisito stravolgendo Diritto, giurisprudenza, Costituzione come se fossero nati da una esplosione in tipografia. Circa 200 persone saranno richiamate in servizio mettendo in moto una macchina amministrativa alquanto carente. Si parla di un emendamento elaborato dall’Assessore Zammuto . Ma Lei, può dare informazioni più certe su come si sta evolvendo la questione.? Esiste una sorta di guideline elaborata dal Sindacato? In u n modo o nell’altro si sta delineando un perverso gioco al massacro con le vittime sacrificali già pronte. In nome della stima che le porto, si esprima, per favore.

  5. Io penso che l’unica restituzione plausibile anche se non condiviso l’assurdo rientro, puo’ essere la differenza tra l’assegno pensionistico elargito e lo stipendio non percepito. al netto delle tasse di assistenza e previdenza.
    Solo la Regione siciliana puo’ partorire una tale confusione di interpretazioni delle leggi, nonchè applicazione e successivo ritorno sui propri passi.

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