Senza il Commissario dello Stato la Regione sarebbe già fallita

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Ha bocciato deroghe al concorso pubblico, violazioni di direttive Ue, sanatorie, appalti senza gare.

I motivi più o meno sempre gli stessi: proroga di contratti a tempo determinato, arbitrarie esenzioni di imposte o regimi preferenziali, violazione di direttive comunitarie tanto da mettere l’Italia a rischio di procedura d’infrazione, affidamenti di appalti senza gare, sanatorie, deroghe ingiustificate alla regola del concorso pubblico, per fare un esempio.

Con l’ordinanza della Corte Costituzionale n. 114/2014 (relatore il palermitano Mattarella) si è, di fatto, intrapreso un percorso che va ad erodere i poteri del Commissariato dello Stato per la Regione Siciliana determinando, di conseguenza, un controllo diretto del Governo centrale dopo che è stata pubblicata la legge regionale. Ciò significa che nel momento in cui la legge dovesse essere impugnata successivamente (e sappiamo quanto sono lunghi gli iter burocratici) si dovrebbero poi magari dopo vari mesi, annullare gli effetti giuridici prodotti annullando contratti e togliendo le mensilità già percepite con effetti devastanti a livello sociale sulle persone a cui si è dato il “contentino” per fini elettorali e devastanti a livello economico per la Regione Siciliana già indebitata fino al collo.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir