Sicilia, crollano anche i consumi chiudono i negozi

Vorrei cogliere lo spunto da questo articolo pubblicato da “La Sicilia” di Catania “Sicilia, crollano anche i consumi chiudono i negozi” (Leggi l’articolo) e ripreso da altri quotidiani, per sottolineare un fatto curioso.

Da un lato i quotidiani locali (Leggi l’articolo) ma anche quelli nazionali (Leggi QUI) attaccano i dipendenti regionali di essere strapagati e privilegiati chiedendo a gran voce il dimezzamento degli stipendi per adeguarli a quelli degli statali (è, comunque, vero il contrario:gli stipendi degli statali sono mediamente il 30% più alti di quelli dei dipendenti regionali Leggi QUI) riscuotendo il consenso e il plauso di Confindustria e di Confcommercio, dall’altro lato una ricerca di Confcommercio evidenzia come nel mezzogiorno in generale e in Sicilia in particolare i consumi si sono ridotti al livello del 1999.

Per anni il sud e la Sicilia hanno rappresentato “l’area di consumo”, il mercato del nord industrializzato.

Ma “per consumare non bastano i centri commerciali, i negozi, luci sfavillanti, vetrine accattivanti, commesse gradevoli e alla moda, ci vorrebbero quattrini”.

Visto che in Sicilia le fabbriche si contano sulle dita di una mano e che “l’industria” siciliana più grossa (a parte l’industria del crimine) è la Regione Siciliana se tagli gli stipendi e aumenti le tasse (Leggi QUI) chi dovrebbe spendere e consumare in Sicilia?

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir