Sui trasferimenti del personale non viene rispettata la normativa vigente. Ecco il perché.

Crocetta dice: la rotazione è prevista dalla legge e non prevede concertazione.

Le cose non stanno affatto così.

L’art. 1 bis della legge 16 gennaio 2012, n. 9, introdotto dall’art. 11, comma 3, della legge regionale 9 maggio 2012, n. 26 recante: – Mobilità interna – prevede che:

1. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 1, della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10, su richiesta del datore di lavoro, sono tenuti ad effettuare la prestazione in luogo di lavoro e sede diversi sulla base di motivate esigenze, tecniche, organizzative e produttive.

2. Nell’ambito dell’esercizio del potere datoriale di cui all’articolo 2103 del codice civile l’Amministrazione regionale individua i criteri generali, oggetto di informativa preventiva ai sensi dell’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

Quindi, in buona sostanza:

  1. La mobilità introdotta dall’art. 11, comma 3, della legge regionale 9 maggio 2012, n. 26 riguarda quella infradipartimentale, cioè all’interno di ciascun dipartimento. Datore di lavoro è, infatti, il dirigente generale di ciascun dipartimento e non il presidente della regione.
  2. Per suddetta mobilità l’amministrazione regionale ha individuato i criteri generali oggetto di informativa preventiva ai sindacati. Scarica la circolare prot. 173386 del 27 dicembre 2012 – Individuazione criteri generali mobilità d’ufficio infra-dipartimentale

Qualcuno potrebbe obiettare che i trasferimenti posti in essere dal presidente Crocetta facciano riferimento all’art. 14 del Codice antimafia e anticorruzione della pubblica amministrazione regionale c.d. “Codice Vigna“, il cui decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della regione siciliana n. 54 del 30 dicembre 2011.

Ecco cosa prevede il Codice Vigna:

Art. 14
Rotazione Periodica

Le pubbliche amministrazioni della Regione Siciliana emanano disposizioni per regolamentare la rotazione periodica del personale, con particolare riguardo a quello che svolge le proprie mansioni nei settori più esposti al rischio di infiltrazioni di tipo mafioso, tra i quali, la gestione di risorse umane, immobiliari e mobiliari, di pratiche concernenti interventi abitativi, l’edilizia, l’urbanistica e gli appalti. Il personale che viene destinato a nuove mansioni deve possedere la professionalità richiesta dal nuovo incarico, conseguita, se del caso, mediante una preliminare frequentazione di uno specifico corso di formazione.

Non mi risulta che ci sia alcuna disposizione per regolamentare la rotazione del personale o che si stia prestando attenzione alle professionalità richieste dal nuovo incarico.

In realtà i trasferimenti finora attuati poco hanno a che vedere con la rotazione prescritta dal Codice Vigna dal momento che, nella maggior parte dei casi, si tratta  di trasferimenti di dipendenti che, per la qualifica rivestita, non hanno avuto alcun ruolo di responsabilità all’interno dei Dipartimenti ad oggi interessati.

Nel frattempo il piano sta per essere definito alla Funzione pubblica, ma è già certo che tutti o quasi i funzionari dell’Ambiente finiranno in cinque dipartimenti: Rifiuti, Energia, Lavoro, Infrastrutture e Ragioneria generale.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir