Regione non paga le bollette E la Telecom stacca i telefoni

07 novembre 2013

di Redazione

La Regione Siciliana non paga le bollette della Telecom e la società ha iniziato a staccare i telefoni in diversi assessorati. La morosità si estende anche all’Enel, quindi gli uffici rischiano restare al buio, senza corrente elettrica, da un giorno all’altro. Entrambe le società avevano già minacciato di interrompere l’erogazione dei servizi.

Palazzo d’Orleans deve 4 milioni e mezzo di euro alle due società. Infatti i ritardi nel pagamento hanno causato il lievitare dell’importo dovuto a causa degli interessi maturati.

A certificare questa situazione debitoria è lo stesso governo Crocetta che con duna delibera del 9 ottobre scorso chiedeva di procedere al pagamento delle fatture scadute per scongiurare il rischio di interruzione dei servizi. Ma gli uffici del Bilanci sono ancora impegnati a calcolare i debiti dei singoli dipartimenti regionali.

Sia da Enel che da Telecom è arrivata la proposta di transazione per il pagamento degli importi dovuti.

Fonte: http://palermo.blogsicilia.it/regione-non-paga-le-bollette-e-la-telecom-stacca-i-telefoni/219788/

Ecco la fotografia della Sicilia scattata da Bankitalia che intravede la “ripresina”

Tutti gli indicatori economici analizzati da Bankitalia nell’aggiornamento congiunturale alla nota sulla situazione dell’economia nell’isola sono negativi. E tracciano un quadro disarmante, orribile: 65 mila posti di lavoro persi in in raffronto col primo semestre 2012, disoccupazione al 21,1% (+1,7% sul semestre 2012), imprese alla canna del gas con cali di fatturato e investimenti al palo, scambi con l’estero a -17,9% con l’export petrolifero crollato a -28,4%, mercato immobiliare paralizzato e sempre meno mutui per l’acquisto di abitazioni (-26,9%), settore delle costruzioni in perenne discesa, persino il turismo è segna il passo con gli arrivi di italiani in diminuzione.

Cosa c’è da festeggiare?

Nei giorni scorsi l’annuale rapporto Svimez ha presentato un mezzogiorno a rischio desertificazione industriale, dove i consumi non crescono da cinque anni, con una disoccupazione reale oltre il 28% e dove una famiglia su sette guadagna meno di mille euro al mese.

In Sicilia va anche peggio….Secondo lo Svimez: «Il Sud è a rischio desertificazione industriale». In Sicilia va anche peggio.

Un siciliano su tre è senza lavoro…Sicilia, Allarme disoccupazione: un siciliano su tre è senza lavoro

C’è, comunque, chi trova l’occasione per festeggiare.

A un anno esatto di distanza, il governatore siciliano ha pensato bene di festeggiare in grande stile. “Un anno di rivoluzione”, si legge sulla torta realizzata per l’occasione attorno all’immagine della Sicilia.

Sicilia. La Regione senza soldi blocca la spesa. Problemi in vista anche per i regionali?

Regione senza soldi, stop a fondi e stipendi

Alt ai soldi per precari e forestali, contributi per agricoltura ed enti locali. Bianchi: abbiamo quasi raggiunto i limiti di spesa imposti da Roma

 di GIACINTO PIPITONE

PALERMO. Si ferma la spesa della Regione. Stop ai fondi per finanziare gli enti locali, i servizi sociali e assistenziali, gli stipendi dei precari e le principali voci del sistema agricolo fra cui quelle per forestali, consorzi di bonifica ed Esa. È l’effetto del rapido raggiungimento dei limiti imposti dal patto di stabilità e solo una trattativa fra Stato e Regione dall’esito imprevedibile può far ripartire i pagamenti pubblici. Per alcuni si rischia un congelamento fino a gennaio.

Il caso

A differenza di quanto accadeva negli anni scorsi, lo stop non è stato deciso per decreto. La cassa regionale non è stata chiusa per evitare di far crescere la spesa che produce deficit. «Il problema – spiega l’assessore all’Economia, Luca Bianchi – è che quasi tutti gli assessorati hanno raggiunto il tetto di spesa imposto dalla trattativa per il patto di stabilità». In pratica già a metà ottobre gli assessorati hanno speso quanto lo Stato prevede di far spendere in un anno. «E ora abbiamo problemi enormi su tutti i fronti – ammette Bianchi – anche perchè non possiamo fermare la spesa legata al cofinanziamento degli investimenti con i fondi europei per evitare di perdere i contributi comunitari». Il problema che si è verificato è molto tecnico: «La Regione – spiega Bianchi – quest’anno non ha ancora siglato il patto di stabilità con lo Stato. Non siamo i soli, è così per quasi tutte le regioni. Il punto è però che noi abbiamo chiesto di poterci spingere fino a una spesa che vale circa 5,8 miliardi e lo Stato fino a oggi ci ha invece proposto il tetto di 4,9 miliardi. In attesa di firmare l’accordo, dobbiamo restare dentro un margine di prudenza per evitare di ritrovarci già oltre i limiti da concordare». In pratica, si rischia di concordare tetti di spesa già sforati.

 Le spese bloccate

Bianchi avrà un incontro decisivo al ministero dell’Economia in questi giorni. Nell’attesa è lunghissimo l’elenco delle spese già bloccate. «All’assessorato Famiglia e Lavoro – spiega Ester Bonafede – abbiamo fermato i fondi destinati ai precari e tutti quelli per i servizi socio-assistenziali destinati a minori, anziani e disabili. Quest’anno abbiamo sbloccato spese risalenti a parecchi anni prima e questo ci ha fatto raggiungere rapidamente il tetto. Ora non possiamo più spendere un euro». Agli Enti locali sono stati bloccati i trasferimenti ordinari: «Gli ultimi sono arrivati due mesi fa – spiega Paolo Amenta, presidente dell’Anci – e riguarda la prima trimestralità dei fondi che servono per far funzionare i Comuni. I sindaci, per assicurare i servizi, sono costretti a ricorrere a scoperture di tesoreria che provocano interessi salatissimi. C’è un grave problema di liquidità».

 Gli stipendi congelati

La Bonafede ha proposto a Bianchi di decidere delle deroghe per gli assessorati più esposti, quelli che hanno pagamenti obbligatori legati a stipendi e contributi. L’assessore all’Economia sta provando a ricavare margini di spesa togliendo qualcosa agli assessorati che non hanno ancora raggiunto i rispettivi tetti. Manovra complicata che Bianchi vorrebbe effettuare limitando le deroghe alle spese per stipendi.
A pressare in questo senso sono tutti gli assessori che gestiscono stipendi: «Io ho bloccato i fondi per forestali, personale dell’Esa e dei consorzi di bonifica – spiega l’assessore all’Agricoltura, Dario Cartabellotta -. Avete idea di cosa significa tenere in sospeso una platea di 25 mila persone…?».

Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/297359/

La Regione Siciliana rischia la sospensione dell’erogazione di luce e telefono

Deliberazione n. 343 del 9 ottobre 2013
Per leggere tutta la delibera cliccaci sopra

La Regione ha un debito nei confronti di Enel e Telecom  di circa 9 milioni di euro (accumulato tra il 2012 e il 2013).

L’allarme è lanciato dallo stesso governatore Crocetta, che firma una delibera (Scarica la delibera) dalla quale emerge l’inquietante passaggio: “Sia Enel che Telecom stanno avviando le procedure per la sospensione dei relativi servizi”.

Secondo lo Svimez: «Il Sud è a rischio desertificazione industriale». In Sicilia va anche peggio.

L’Italia si allontana dall’Europa, il Mezzogiorno si discosta dall’Italia e la Sicilia si stacca persino dal Mezzogiorno; è questa la drammatica conclusione cui perviene l’annuale rapporto Svimez, presentato ieri a Roma.

Ne viene fuori un Mezzogiorno a rischio desertificazione industriale, dove i consumi non crescono da anni, si continua a emigrare, il tasso di disoccupazione lievita, crescono le tasse, si tagliano le spese ed il livello di povertà delle famiglie tocca punte inimmaginabili.

Meno tasse per tutti? Comuni costretti ai rincari per fare cassa

1.989 su 8.096 Comuni hanno già optato per l’aggiunta di un tributo locale alla tassazione nazionale del reddito delle persone fisiche; l’Irpef. Un quarto di questi municipi ha scelto di incrementare le aliquote dell’addizionale adottate lo scorso anno. Quella massima,corrispondente allo 0,8%, è stata scelta da 267 municipi, nella modalità “secca”, cioè  senza l’aggiunzione nemmeno di un’esenzione per le fasce di reddito più basse o uno scaglionamento sempre in base al reddito.

La Sicilia non è più a rischio default….salvo nuova smentita

Dopo avere rischiato un paio di settimane fa l’aumento dell’addizionale irpef per risanare i conti dissestati della regione…..L’aumento Irpef in Sicilia Quarta smentita in 3 giorni……..fa piacere sentire, per bocca dello stesso governatore, che la Sicilia non è a rischio default…….Crocetta: “La Regione non è più a rischio default”…. e che, con l’azione risanatrice del governo si sarebbero risparmiati 2,5 miliardi…..Crocetta: “Sicilia fuori rischio risparmiati due miliardi”.

Siamo alle solite. I tagli, i controlli, le sanzioni contro la “casta” vengono puntualmente annullati, ammorbiditi, svuotati.

La Corte Costituzionale, con la sentenza 219/2013, ha cancellato con un colpo di spugna le sanzioni previste per le Regioni in default.

Cade lo scioglimento dei Consigli, cade l’incandidabilità per 10 anni dei presidenti delle Regioni in default per dolo o colpa grave, cade persino l’obbligo di relazione di fine legislatura.

Ciò significa che anche in Sicilia e in tutti i suoi Comuni il mancato rispetto del patto di stabilità non comporterà, almeno per il momento, alcuna conseguenza.