Fondi europei. Sappiamo solo trasformare pagliai in agriturismi

Gli altri paesi hanno investito e continuano ad investire i fondi comunitari per creare infrastrutture.

“In economia, con infrastruttura si va a definire la rete di beni e servizi che, pur non operando direttamente sul sistema produttivo, è fondamentale per lo sviluppo socio-economico del Paese mediando i rapporti tra le parti. È frequente in economia l’uso del sinonimo capitale fisso sociale. Trasporti, energia e telecomunicazioni delineano i servizi primari, ovvero quella serie di infrastrutture che devono presentare un’elevata accessibilità a basso costo per consentire al Paese di crescere” (tratto da Wikipedia).

In Sicilia le infrastrutture create investendo i fondi comunitari si contano sulle dita di una mano.

La stragrande maggioranza dei Comuni siciliani non è raggiunto dai mezzi pubblici.

Da Palermo per raggiungere in treno città come Catania e Messina (220 km circa) occorrono almeno 3 ore di viaggio.

Il treno da Palermo per Ragusa impiega più del volo Roma-New York.

A Palermo non è stato ancora completato (anzi è in fase iniziale) il raddoppio di quei pochi chilometri di metro che dalla stazione centrale porta all’aeroporto di Punta Raisi e i treni procedono lentamente a binario unico. Ora i lavori hanno subito un altro stop. Decine di edifici hanno subito danni a causa dei lavori per la realizzazione della galleria sotterranea e il passante rischia di essere l’ennesima opera incompiuta.

Noi abbiamo investito quello che si è riuscito a investire in agriturismi o rifacimento dei centri storici, acquistando costose basole di marmo per poi farci transitare sopra mezzi pesanti.

Ora a Palermo, piuttosto che potenziare la metro, si sta portando avanti un folle progetto di tram che scorrerà al centro della carreggiata di strade già anguste e affollate di auto. Il progetto prevede l’abbattimento di tutti gli alberi che si incontrano eliminando quel poco di verde esistente in una città cementificata come Palermo. 

Se il tram riuscirà a sostituire la metro, questo è tutto da vedere. Di certo, spentasi l’illusione della metro “ultimo modello”, al momento, dobbiamo accontentarci di un trenino che viaggia su mezzo binario tra Palermo Centrale e l’aeroporto di Punta Raisi, di una rete di autobus urbani con tempi di attesa, su alcune linee, da far west, di piste ciclabili divenute posteggi, di strade sporche e fognature che saltano alle prime piogge.

Ma le priorità sono la riforma del Senato la riforma della legge elettorale (probabilmente incostituzionale prima ancora di nascere) e la mobilità dei dipendenti pubblici.

Fondi UE non spesi? Le riforme Renzi (abolizione Senato, mobilità, dimezzamento permessi sindacali, etc.) faranno miracoli

Fondi europeiLa Sicilia rischia di perdere 511 milioni di euro.

A fornire il dato è il dirigente del dipartimento programmazione della Regione, Vincenzo Falgares, ascoltato stamani in audizione dalla commissione Bilancio dell’Ars. Ecco quali sono i dipartimenti più in ritardo.

Visto lo stato di abbandono dei vari assi viari, la carenza di infrastrutture e la situazione del trasporto locale, sarebbe interessante oltre legittimo a fini di trasparenza, capire verso quali settori siano stati indirizzati, invece, i fondi spesi.

La Sicilia non spende i fondi UE e lo stanziamento 2014-2020 diminuisce

EuroDella nuova programmazione 2014-2020, la Regione gestirà direttamente “solo” cinque miliardi e 300 milioni, contro gli otto e mezzo del 2007-2013. E la dotazione potrebbe ancora diminuire se non si riusciranno a spendere i soldi della tranche precedente. Ma la Sicilia è pronta a dare battaglia. Direttiva di Crocetta agli assessorati: fate presto o sarete responsabili dei danni.

Fondi Ue, la Sicilia promossa. Miracolo o senso del dovere e spirito di abnegazione dei lavoratori?

Nonostante la Giunta non abbia ancora ratificato l’ipotesi di accordo famp impedendo l’erogazione del salario accessorio al personale del comparto non dirigenziale e nonostante la dirigenza, cui, analogamente, non è stata corrisposta la parte variabile e lavori in assenza di direttive da parte della politica, da maggio a ottobre di quest’anno, la Regione siciliana ha certificato una spesa pari a 450,8 milioni di euro di fondi comunitari 2007-2013 a valere su Fesr e Fse superando i target fissati a livello nazionale.

La Sicilia non sa spendere e diventa sempre più povera. Bruxelles ha individuato i colpevoli

Secondo la direzione generale Affari regionali della Commissione europea il corto circuito tra “alti dirigenti amministrativi” e “politici” è all’origine del cattivo uso di quanto l’Unione europea mette a disposizione dell’Italia (Il Fatto Quotidiano Fondi Ue, Bruxelles: “La politica italiana stia fuori dalla gestione dei soldi”).

“Questo legame finisce spesso per orientarsi verso interessi di parte, col risultato di uno scarso impatto sullo sviluppo del territorio”. Non potevano essere più chiari i tecnici della DG Regio della Commissione, che individuano e mettono nero su bianco i punti deboli dell’amministrazione italiana dei soldi europei: “elevata influenza della politica nella fase di gestione e attuazione degli aiuti”, “distorsioni nei comportamenti e nelle scelte amministrative”, “poca trasparenza che consente di mascherare inefficienza e discrezionalità”, “cattiva organizzazione degli uffici”, “mancanza di vera responsabilità di performance” ed “eccessiva preoccupazione per gli aspetti amministrativi-giuridici che portano a bandi e procedure confuse e piene di formalismi inutili“. Insomma, chi più ne ha più ne metta.

Una situazione ancora più grave nel Mezzogiorno d’Italia.

Oggi i dati dell’ufficio statistica del dipartimento Economia della Regione, pubblicati nella relazione sullo stato dell’economia in Sicilia nel 2012 che confermano il trend negativo.

Sensazionale scoperta!! In Italia la politica crea distorsioni sull’utilizzo dei fondi Ue, soprattutto al sud

La politica italiana deve stare lontana dall’utilizzo dei fondi Ue.

È questo il succo di un rapporto redatto dalla direzione generale Affari regionali della Commissione europea secondo la quale il corto circuito tra “alti dirigenti amministrativi” e “politici” è all’origine del cattivo uso di quanto l’Unione europea mette a disposizione dell’Italia.

Una situazione ancora più grave nel Mezzogiorno d’Italia.

Bella scoperta!!

Fondi Ue. La politica crea distorsioni. E sulla gestione della Formazione Professionale no?

Migliore (Cisl) – “Non vorremmo che questo provvedimento pesante per gli effetti sul settore e sui lavoratori derivi da beghe politiche all’interno di un partito, facendo precipitare il settore della Formazione in un caos sociale che pesa sui lavoratori”.

Ma il “caso Ial” potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. L’assessore alla Formazione annuncia: “La Guardia di finanza effettuerà controlli in tutti gli enti”. Mentre è incerto il futuro dei dipendenti. A giugno, in migliaia potrebbero trovarsi senza lavoro.