Stop a consulenze e incarichi a chi è in quiescenza

Lavoratore copiaDiventa più stringente i divieto «per i soggetti in quiescenza», previsto dalla Riforma della pubblica amministrazione, di ottenere incarichi che pesano sulle finanze pubbliche.

Il divieto di far lavorare i pensionati sarà esteso anche agli organi costituzionali, dalla Camera, al Senato, fino alla Presidenza della Repubblica passando per la Corte Costituzionale.

Il divieto viene esteso anche agli enti e alle società controllate dallo Stato e dagli enti locali.

Ai dirigenti che ottengono un incarico aggiuntivo spetta solo la metà del compenso

DirigenteLa legge impone ai burocrati che ricoprono altri incarichi la restituzione di metà delle indennità. Ma in molte circostanze ciò non sarebbe avvenuto. E il primo caso è già stato segnalato alla Procura della Corte dei Conti: riguarda il dirigente generale Anna Rosa Corsello. Che taglia corto: “Non rientro fra i casi trattati dalla legge”. Intanto partono controlli a tappeto.

Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico

Palermoreport – I dirigenti regionali condannati, c’è una legge che li farebbe decadere ma in Sicilia non si applica

La legge cui si riferisce PalermoReport (riportata in basso) non può applicarsi al caso specifico, trattandosi di condanna della Corte dei Conti e non di condanna penale.

DECRETO LEGISLATIVO 8 aprile 2013, n. 39

Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190. (13G00081) (GU n.92 del 19-4-2013 )

note:Entrata in vigore del provvedimento: 04/05/2013

Art. 3

Inconferibilità di incarichi in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione

1. A coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, non possono essere attribuiti:

a) gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali;

b) gli incarichi di amministratore di ente pubblico, di livello nazionale, regionale e locale;

c) gli incarichi dirigenziali, interni e esterni, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello nazionale, regionale e locale;

d) gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico, di livello nazionale, regionale e locale;

e) gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sanitarie locali del servizio sanitario nazionale.

2. Ove la condanna riguardi uno dei reati di cui all’articolo 3, comma 1, della legge 27 marzo 2001, n. 97, l’inconferibilità di cui al comma 1 ha carattere permanente nei casi in cui sia stata inflitta la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero sia intervenuta la cessazione del rapporto di lavoro a seguito di procedimento disciplinare o la cessazione del rapporto di lavoro autonomo. Ove sia stata inflitta una interdizione temporanea, l’inconferibilità ha la stessa durata dell’interdizione. Negli altri casi l’inconferibilità degli incarichi ha la durata di 5 anni.

3. Ove la condanna riguardi uno degli altri reati previsti dal capo I del titolo II del libro II del codice penale, l’inconferibilita’ ha carattere permanente nei casi in cui sia stata inflitta la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero sia intervenuta la cessazione del rapporto di lavoro a seguito di procedimento disciplinare o la cessazione del rapporto di lavoro autonomo. Ove sia stata inflitta una interdizione temporanea, l’inconferibilita’ ha la stessa durata dell’interdizione. Negli altri casi l’inconferibilita’ ha una durata pari al doppio della pena inflitta, per un periodo comunque non superiore a 5 anni.

4. Nei casi di cui all’ultimo periodo dei commi 2 e 3, salve le ipotesi di sospensione o cessazione del rapporto, al dirigente di ruolo, per la durata del periodo di inconferibilita’, possono essere conferiti incarichi diversi da quelli che comportino l’esercizio delle competenze di amministrazione e gestione. E’ in ogni caso escluso il conferimento di incarichi relativi ad uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all’acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o all’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati, di incarichi che comportano esercizio di vigilanza o controllo. Nel caso in cui l’amministrazione non sia in grado di conferire incarichi compatibili con le disposizioni del presente comma, il dirigente viene posto a disposizione del ruolo senza incarico per il periodo di inconferibilita’ dell’incarico.

5. La situazione di inconferibilita’ cessa di diritto ove venga pronunciata, per il medesimo reato, sentenza anche non definitiva, di proscioglimento.

6. Nel caso di condanna, anche non definitiva, per uno dei reati di cui ai commi 2 e 3 nei confronti di un soggetto esterno all’amministrazione, ente pubblico o ente di diritto privato in controllo pubblico cui e’ stato conferito uno degli incarichi di cui al comma 1, sono sospesi l’incarico e l’efficacia del contratto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, stipulato con l’amministrazione, l’ente pubblico o l’ente di diritto privato in controllo pubblico. Per tutto il periodo della sospensione non spetta alcun trattamento economico. In entrambi i casi la sospensione ha la stessa durata dell’inconferibilita’ stabilita nei commi 2 e 3. Fatto salvo il termine finale del contratto, all’esito della sospensione l’amministrazione valuta la persistenza dell’interesse all’esecuzione dell’incarico, anche in relazione al tempo trascorso.

7. Agli effetti della presente disposizione, la sentenza di applicazione della pena ai sensi dell’art. 444 c.p.p., e’ equiparata alla sentenza di condanna.

Dirigenti pubblici. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sulla incompatibilità e inconferibilità degli incarichi

Stop se condannati e se in conflitto con parenti e affini. Patroni Griffi: «spartiacque anticorruzione». Statali e dipendenti pubblici sempre più imparziali e incorruttibili. L’ultimo tassello del pacchetto anti-corruzione voluto dal ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi,è stato approvato ieri dal consiglio dei ministri. Si tratta del decreto legislativo sulla incompatibilità e inconferibilità degli incarichi per i dirigenti pubblici che disciplina con regole strette il possibile conflitto d’interesse per chi lavora nella macchina pubblica. Dopo il Codice di condotta varato una quindicina di giorni fa e dopo le norme sulla trasparenza di metà febbraio, si chiude il cerchio. Approvati anche i regolamenti sul reclutamento dei funzionari pubblici.

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