Licenziamento legittimo se il dipendente usa Facebook durante l’orario di lavoro

Con ordinanza n. 6847 dell’1 agosto 2014, il Giudice del Lavoro di Milano ha rigettato il ricorso di un dipendente licenziato dalla propria azienda per ragioni connesse all’uso di Facebook e di Internet sul luogo di lavoro (Trib. Milano, Sezione lavoro, R.G. n. 6847/2014, Dr.ssa Colosimo).

IL FATTO
Alla fine del 2013, un’azienda lombarda aveva formalmente contestato a un proprio dipendente di avere, in orario di lavoro, scattato foto all’interno di una propria unità produttiva, ritraenti il dipendente stesso con alcuni colleghi, e averle pubblicate in Facebook accompagnandole con commenti molto poco lusinghieri nei confronti del datore di lavoro. Non basta: secondo l’azienda, dalla cronologia di navigazione di un p.c. nella disponibilità del medesimo dipendente risultavano diversi accessi a siti di carattere pornografico in giorno e orario di lavoro….continua a leggere

I regionali condannati rischiano il posto

Il presidente ha chiesto ai dirigenti che entro due mesi concludano una ricognizione del personale del proprio dipartimento e degli enti collegati per scoprire se al lavoro ci sono altri dipendenti con condanne alle spalle.

Ma cosa significa? Licenzieranno anche chi è stato condannato per reati che non hanno nulla a che fare con la pubblica amministrazione?

Si pensi, ad esempio, ad una eventuale condanna per omicidio colposo in caso di incidente stradale o alla condanna per abbandono del tetto coniugale o per maltrattamenti in famiglia o, ancora, alla condanna per ricettazione di chi abbia acquistato incautamente qualcosa.

Pubblico impiego, il blocco degli stipendi si estende. Dal 2010 è già costato fino a 5.000 euro ad ogni dipendente

Lavoratore copiaUna perdita di alcune migliaia di euro, almeno 4-5.000 in termini lordi dal 2010 ad oggi, per il solo effetto dei mancati rinnovi contrattuali. Il congelamento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici ha dato in questi anni un aiuto notevole al bilancio dello Stato, ma indubbiamente ha danneggiato in modo altrettanto consistenti i bilanci privati degli interessati…..continua a leggere

Nuovo blocco ai salari degli statali. I sindacati annunciano la mobilitazione. Da Renzi nessuna smentita. È il solito gioco delle parti

fantozziLa Cgil parla di soluzione «inaccettabile», la Cisl di ipotesi «immorale». E insieme alla Uil fanno fronte unico preannunciando un «autunno incandescente». Sindacati all’assalto del governo che progetta, come anticipato dal Messaggero, di estendere fino al 2016 il blocco delle retribuzioni che dovrebbe terminare alla fine di quest’anno.

Da Palazzo Chigi nessuna reazione.

Pubblico impiego. Si profila un nuovo blocco biennale dei contatti. Ma il governo dà alle Regioni licenza di assumere

Blocco dei contratti

Per leggere l’articolo cliccaci sopra

Non ci sono soldi per rinnovare i contratti bloccati dal 2010 ma il governo riapre alle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, abolendo, in pratica, la normativa previgente che condizionava la possibilità di assumere sulla base dell’incidenza della spesa del personale su quella corrente.  È stato, infatti, abrogato il divieto di dare corso ad assunzioni per gli enti che presentino un rapporto tra la spesa per il personale e quella corrente superiore al 50%.

Altro che stimolare i consumi per alimentare la domanda interna.

Disperatamente a caccia di soldi, Renzi pensa di trovarli nelle tasche dei dipendenti pubblici e dei pensionati

L’ex rottamatore (e speriamo anche ex 40%), si appresterebbe a varare un prelievo sugli assegni Inps più alti.

Pensioni: contributo di solidarietà sopra i 2.000 euro lordi al mese?

ROMA – Il Governo della Repubblica popolare delle banane è popolato di pazzi o peggio. Certamente è diventato il porta bandiera della illegalità, il perno di un colpo di Stato strisciante. Per loro la legge non esiste, la Costituzione è cartaccia, la Corte costituzionale sono vecchi babbei da non stare nemmeno a sentire.

Stanno pensando a un nuovo prelievo sulle pensioni elevate, quelle che chiamano d’oro solo perché chi le percepisce è colpevole di avere avuto uno stipendio elevato, dopo che un già pesante contributo le colpisce, reiterato dal Governo Letta in spregio alla Corte costituzionale che ne aveva dichiarato l’illegittimità. Se volete la solidarietà, aveva detto la Corte al Governo, chiedetela a tutti, è una operazione che compete al Fisco, tanto il dare quando il prendere e nell’ordinamento italiano sono escluse le tasse ad personam o ad corporationem.
Lo scopo del nuovo prelievo è contribuire a risolvere il caos degli esodati che gli stessi funzionari del Ministero del Lavoro che stanno pensando al prelievo hanno creato.
Ma poiché un nuovo assalto alle pensioni d’oro porterà pochi spicciolo nelle casse dello Stato, l’idea è quella di estendere il concetto di oro, facendo diventare oro quello che è rame e di abbassare l’asticella fino alle pensioni da 3.500 euro lordi al mese, da tagliare del 10%, almeno quelle calcolate con il sistema contributivo.
Poco importa quanto alla fine entrerà al Fisco o sarà disponibile per aiutare gli esodati: quello che è certo è che con queste fantasie si mettono i discussione principi fondamentali su cui si basa il rapporto di fiducia fra Stato e cittadini.
Dopo una prima boutade del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che in una intervista raccolta da Enrico Marro per il Corriere della Sera di domenica 17 agosto aveva anticipato la possibilità di un contributo sulle pensioni superiori ai 3 mila euro lordi mensili, il sottosegretario Luigi Bobba ha fornito altri particolari a Rosaria Amato di Repubblica:
“La riforma del lavoro potrebbe prevedere un contributo di solidarietà sulle “pensioni d’oro”, a sostegno dei lavoratori esodati. L’ipotesi è allo studio, conferma il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba: «Dovremo fare un intervento legittimo (in modo che non venga bocciato dalla Corte costituzionale), ed equo: ovvero chi ha redditi da pensione particolarmente alti attraverso un contributo sostiene gli interventi a favore di coloro che non hanno né salario né pensione”.
Pura follia. Giusto aiutare i più deboli, ma lo deve fare lo Stato non la corporazione dei pensionati: ci eravamo illusi che lo Stato corporativo fosse moto col fascismo. Rosaria Amato precisa:
“Non è ancora stabilito a partire da quale cifra scatterà il contributo: da ambienti vicini al ministero si apprende che chi ha una pensione modesta, fino a 1500, 2000 euro al mese, certo non potrà essere chiamato a versare questo contributo”.
Annamaria Furlan, segretario generale aggiunto Cisl, non può mancare di notare la demenzialità dell’idea: “Le pensioni d’oro sono poche, la maggior parte dei pensionati prende un assegno da 800 euro bloccato da 16 anni e non ha neanche avuto il contributo di 80 euro”.

Lavoro pubblico messo a dieta. Esuberi in pensione oppure in disponibilità. Tutte le regole dopo la circolare Madia

Lavoro pubblico messo a dieta
Per leggere l’articolo cliccaci sopra

Fonte: http://www.sivempveneto.it/leggi-tutte-le-notizie/21466-lavoro-pubblico-messo-a-dieta-esuberi-in-pensione-o-in-disponibilita-le-regole-dopo-la-circolare-madia

di Daniele Cirioli. Lavoro pubblico a dieta. Gli esuberi vanno lasciati a casa, in pensione oppure in disponibilità (la cassa integrazione del settore pubblico). Il primo caso, tutto sommato, è un’agevolazione: i lavoratori infatti possono mettersi in pensione volontariamente, altrimenti lo farà la Pa (è un obbligo), in base ai requisiti vigenti prima della riforma Fornero (come succede agli «esodati» del settore privato). Opportunità, questa, che può essere colta solo dai lavoratori in esubero che riescono a ottenere la pensione entro il 31 dicembre. Ma anche il secondo caso non è da meno: se non è possibile il prepensionamento, volontario o meno, l’unica alternativa è la messa in disponibilità che comporta la sospensione del rapporto di lavoro e la riduzione dello stipendio all’80%. Lo prevede, tra l’altro, la circolare n. 4/2014 del ministro per la Pa, Maria Anna Madia, sui piani di razionalizzazione e di riduzione della spesa del personale.

Il prepensionamento

II «prepensionamento dei lavoratori pubblici in esubero» è figlio della spending review di cui al di n. 95/2012. Nel prevedere la riduzione degli organici nelle p.a, il decreto ha stabilito che per il personale in esubero possano continuare a valere i vecchi requisiti per la pensione (età e contributi), ossia quelli in vigore prima della riforma Fornero (di n. 201/2011, in vigore dal 1° gennaio 2012).

La deroga, in particolare, può essere applicata ai dipendenti che soddisfino due condizioni: 1) risultino in esubero nelle rispettive dotazioni organiche; 2) ottengano la «decorrenza» della pensione in base ai vecchi requisiti di pensione  entro il 31 dicembre 2016.

Per l’applicazione della seconda condizione la Funzione pubblica, d’accordo con il ministero del lavoro, con quello dell’economia e con l’Inps, ha diramato le istruzioni con la circolare n. 3/2013; l’unica novità è il termine entro cui deve avvenire la decorrenza della pensione che, in un primo tempo fissato al 31 dicembre 2014, è stato esteso poi al 31 dicembre 2016 dal di n. 101/2013.

La circolare n. 4/2014 illustra ora le modalità di applicazione dei principi di razionalizzazione e riduzione della spesa di personale, indicando tra l’altro i limiti entro cui è ammesso il ricorso al prepensionamento e alla messa in disponibilità.

Chi è in «esubero»

II lavoratore è in esubero se «nominativamente» individuato dalla p.a. cui appartiene come un « soprannumerario» o un «eccedentario». Si ha «soprannumerarietà» se il personale in servizio supera la dotazione organica in tutte le qualifiche, categorie o aree; in tal caso dunque, la p.a. non ha alcun posto vacante per l’eventuale riconversione del personale o per una sua diversa distribuzione dei posti. Si ha «eccedenza» invece se il personale in servizio supera la dotazione organica solo in alcune qualifiche, categorie o aree; quindi la p.a. ha dei posti disponibili per i quali potrebbe riconvertire il personale.

In pensione o in disponibilità

 II principio è chiaro: il personale in esubero va lasciato a casa. A tal fine la p.a. utilizza i due strumenti: prepensionamento e messa in disponibilità. La procedura è questa, una volta che ci sia la presenza di personale soprannumerario o in eccedenza:

1) il dirigente responsabile ne da informativa ai sindacati (Rsu) per assicurare obiettività e trasparenza all’operazione;

2) trascorsi 30 giorni dall’avvio dell’esame, in assenza di criteri e modalità condivisi, la p.a. procede alla dichiarazione di esubero (cioè all’individuazione nominativa dei lavoratori in più) e di messa in mobilità (include prepensionamento e collocazione in disponibilità). La messa in mobilità, in particolare, avviene prima di tutto attraverso il prepensionamento, volontario o d’ufficio previa ricognizione dei lavoratori in possesso dei requisiti per la pensione (la p.a. può rivolgersi all’Inps). In subordine la p.a. verifica la ricollocazione totale o parziale del personale in esubero, anche con ricorso a forme flessibili di orario di lavoro o di rapporti di lavoro;

3) trascorsi 90 giorni dall’informativa ai sindacati, se il prepensionamento non è bastato per azzerare gli esuberi, la p.a. procede infine alla collocazione in disponibilità: i lavoratori sono esonerati dal lavoro in cambio della riduzione di stipendio e indennità integrativa speciale alla misura dell’80%. Si resta a casa, intascando uno stipendio ridotto e attendendo la pensione (i periodi di « disponibilità» sono utili sia al diritto che alla misura della pensione).

circolare madia requisiti calcoli-2

ItaliaOggi – 9 maggio 2014

La lettera di Matteo Renzi e Marianna Madia ai dipendenti pubblici

Fonte: sito ufficiale del Governo italiano http://governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=75525

Emblema della Repubblica
Governo Italiano - torna alla pagina principale
Presidenza del Consiglio dei Ministri

Riforma PA: vogliamo fare sul serio

30 Aprile 2014

Vogliamo fare sul serio.
L’Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco (dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per l’Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione.
Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio.

Il Governo ha scelto di dare segnali concreti. Questioni ferme da decenni si stanno finalmente dipanando. Il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione del Titolo V della Costituzione e i rapporti tra Stato e Regioni, l’abolizione degli enti inutili, la previsione del ballottaggio per assicurare un vincitore certo alle elezioni, l’investimento sull’edilizia scolastica e sul dissesto idrogeologico, il nuovo piano di spesa dei fondi europei, la restituzione di 80 euro netti mensili a chi guadagna poco, la vendita delle auto blu, i primi provvedimenti per il rilancio del lavoro, la riduzione dell’IRAP per le imprese. Sono tutti tasselli di un mosaico molto chiaro: vogliamo ricostruire un’Italia più semplice e più giusta. Dove ci siano meno politici e più occupazione giovanile, meno burocratese e più trasparenza. In tutti i campi, in tutti i sensi.
Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. Diverso dal passato, nel metodo e nel merito.

Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici. Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di servire la comunità e che fanno bene il proprio lavoro.
Compito di chi governa non è lamentarsi, ma cambiare le cose. Per questo noi, anziché cullarci nella facile denuncia, sfidiamo in positivo le lavoratrici e i lavoratori volenterosi. Siete protagonisti della riforma della Pubblica Amministrazione.

Nel merito: abbiamo maturato alcune idee concretePrima di portarle in Parlamento le offriamo per un mese alla discussionedei soggetti sociali protagonisti e di chiunque avrà suggerimenti, critiche, proposte e alternative. Abbiamo le idee e siamo pronti a intervenire. Ma non siamo arroganti e quindi ci confronteremo volentieri, dando certezza dei tempi.
Le nostre linee guida sono tre.

  • Il cambiamento comincia dalle persone. Abbiamo bisogno di innovazioni strutturali: programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni.
  • Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione. Non possiamo più permetterci nuovi tagli orizzontali, senza avere chiari obiettivi di riorganizzazione. Ma dobbiamo cancellare i doppioni, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati più per dare una poltrona agli amici degli amici che per reali esigenze dei cittadini. O che sono semplicemente non più efficienti come nel passato.
  • Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi. Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli diversi per le diverse amministrazioni.

Ciascuna di queste tre linee guida richiede provvedimenti concreti.
Ne indichiamo alcuni su cui il Governo intende ascoltare la voce diretta dei protagonisti a cominciare dai dipendenti pubblici e dai loro veri datori di lavoro: i cittadini.

Il cambiamento comincia dalle persone

1) abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio, sono oltre 10.000 posti in più per giovani nella p.a., a costo zero
2) modifica dell’istituto della mobilità volontaria e obbligatoria
3) introduzione dell’esonero dal servizio
4) agevolazione del part-time
5) applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione
6) possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero
7) semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn over fermo restando il vincolo sulle risorse per tutte le amministrazioni
8) riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego
9) introduzione del ruolo unico della dirigenza
10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine
11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine
12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia
13) abolizione della figura del segretario comunale
14) rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi
15) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni

Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione

16) riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando gli oltre 20 enti che svolgono funzioni simili, per dare vita a centri di eccellenza
17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.)
18) riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti
19) soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione e attribuzione delle funzioni alla Banca d’Italia
20) centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia
21) abolizione del concerto e dei pareri tra ministeri, un solo rappresentante dello Stato nelle conferenze di servizi, con tempi certi
22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente necessari
23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa
24) divieto di sospendere il procedimento amministrativo e di chiedere pareri facoltativi salvo casi gravi, sanzioni per i funzionari che lo violano
25) censimento di tutti gli enti pubblici
26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione
27) accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile
28) riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (es. ragionerie provinciali e sedi regionali Istat) e riduzione delle Prefetture a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più strategiche per la criminalità organizzata)
29) eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle camere di commercio
30) accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali
31) razionalizzazione delle autorità portuali
32) modifica del codice degli appalti pubblici
33) inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli avvocati per le liti temerarie
34) modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto
35) riforma delle funzioni e degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato
36) riduzione delle aziende municipalizzate

Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi

37) introduzione del Pin del cittadino: dobbiamo garantire a tutti l’accesso a qualsiasi servizio pubblico attraverso un’unica identità digitale
38) trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche: il sistema Siope diventa “open data”
39) unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente
40) concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni
41) unificazione e interoperabilità delle banche dati (es. società partecipate)
42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto
43) accelerazione della riforma fiscale e delle relative misure di semplificazione
44) obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online

Sarà per noi importante leggere le Vostre considerazioni, le Vostre proposte, i Vostri suggerimenti. Scriveteci all’indirizzo [email protected]

La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei giorni successivi il Governo predisporrà le misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014.
Grazie di cuore e, naturalmente, buon lavoro.

Matteo Renzi

Marianna Madia

Statali, obbligo di mobilità e assunzioni mirate. Una nuova assunzione ogni cinque pubblici dipendenti che lasciano il servizio

Statali, obbligo di mobilità e assunzioni mirateApprovato il decreto sull’Irpef, Matteo Renzi si prepara ad affrontare la nuova tappa del suo cronoprogramma: la riforma della Pubblica Amministrazione.

L’appuntamento con gli statali era stato fissato dal premier per la fine di aprile e Renzi ha intenzione di rispettare la data. Ieri ha incontrato in un vertice durato oltre due ore e mezzo il ministro alla pubblica amministrazione, Marianna Madia e il sottosegretario Angelo Rughetti per discutere del provvedimento. O meglio, dei provvedimenti. La riforma ricalcherà infatti quella del lavoro, con un decreto legge che anticiperà le misure più urgenti e un disegno di legge per la parte «strutturale». Il grosso del lavoro è già pronto, e lunedì ci sarà un nuovo incontro per mettere a punto gli ultimi dettagli.

MOBILITÀ OBBLIGATORIA

Per quanto riguarda la mobilità i dipendenti non saranno più considerati di un singolo comparto, ma della «Repubblica» e dunque potranno essere impiegati dove c’è esigenza. Questo, di fatto, renderà la mobilità obbligatoria, perché nella ridefinizione delle esigenze di organico tutti potranno essere chiamati a cambiare amministrazione….continua a leggere