I sindacati: «I distacchi nell’Isola sono già stati tagliati»

Contestati i dati sui congedi che sarebbero 10 volte superiori al resto d’Italia (di G. Var.)

PALERMO. I dati che vedono la Sicilia beneficiare di un numero dieci volte superiore di permessi sindacali rispetto al resto d’Italia sono stati contestati dai sindacati. Secondo i Cobas-Codir e Sadirs, le sigle autonome più rappresentative, «già molto tempo prima del governo Renzi, la Sicilia ha tagliato i permessi – spiegano Marcello Minio, Dario Matranga e Fulvio Pantano -. Dalle 35 mila giornate del 2011 si è passati alle 18.375 del 2014. Non possiamo fare ancora tagli, altrimenti sfociamo in un regime autoritario. In Sicilia, i sindacalisti regionali seguono trattative che nelle regioni a statuto ordinario sono curate dai ministeri».

Per il leader regionale della Cisl, Maurizio Bernava, la riforma, prima ancora del taglio dei permessi, deve prevedere «la chiusura dell’Aran». La Uil Sicilia, con Gianni Borrelli e il segretario generale Claudio Barone, si dice «d’accordo alle elezioni delle Rsu». Secondo la Cgil, dimezzando il numero dei distacchi si infligge un duro colpo ai diritti dei lavoratori – spiegano Michele Palazzotto e il segretario regionale Michele Pagliaro -. Parlare di tagli dei permessi è un pretesto dietro cui si nasconde l’inefficienza della Regione».

Anche la Regione ridurrà i permessi sindacali

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Scatterà anche in Sicilia la stretta su permessi, distacchi e aspettative sindacali retribuiti, stabilita dalla norma del pacchetto di misure sulla riforma della pubblica amministrazione targata Renzi. «La riforma varata a Roma andrà recepita, su input del governo regionale, tramite un accordo tra Aran e sindacati», spiega l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, che assicura che «il governo, dopo la pausa estiva, avrà come priorità quella di proporre alle sigle un provvedimento che terrà conto di quanto stabilito da Renzi. Pur non rinunciando alla nostra autonomia, non possiamo ignorare le norme nazionali, che prevedono il dimezzamento dei permessi».

«Proporremo ai sindacati – continua l’assessore Valenti – un provvedimento che terrà conto di quanto stabilito dal governo nazionale». L’amministrazione guidata da Crocetta intende introdurre le rappresentanze unitarie, su base elettiva

Limiti alle retribuzioni e ai trattamenti pensionistici

Spending reviewIl Dipartimento della Funzione Pubblica, con la circolare n. 3 del 18 marzo 2014, fornisce indicazioni e chiarimenti relativi all’applicazione delle disposizioni in materia di limiti alle retribuzioni e ai trattamenti pensionistici introdotte dalla Legge di Stabilità per il 2014.

Le precedenti disposizioni in materia di limiti retributivi

A fini di equità e di contenimento della spesa nel settore pubblico, l’articolo 23-ter, comma 1, del decreto-legge n. 201 del 2011, impone un limite al trattamento economico annuo onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con le pubbliche amministrazioni, stabilendo come parametro massimo di riferimento il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione. Per l’anno 2014, questo trattamento è pari a € 311.658,53, come indicato dalla nota del Ministero della Giustizia n. 6651 del 23 gennaio 2014. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 marzo 2012 ha definito il livello remunerativo massimo onnicomprensivo annuo degli emolumenti, prevedendo che, ai fini del raggiungimento del limite, rilevano gli emolumenti percepiti nell’ambito di rapporti di lavoro subordinato o autonomo e, quindi, gli stipendi e le altre voci di trattamento fondamentale, le indennità e le voci accessorie, nonché le eventuali remunerazioni per consulenze, collaborazioni o incarichi aggiuntivi conferiti da amministrazioni pubbliche, anche diverse da quelle di appartenenza. Se il trattamento retributivo onnicomprensivo percepito annualmente è superiore al compenso spettante per la carica di primo presidente della Corte di Cassazione, la retribuzione complessiva si riduce al limite indicato, secondo le modalità applicative individuate dal paragrafo 1.3 della circolare n. 8 del 2012….continua a leggere

Matteo silura Cottarelli. E pure Moretti

Renzi scarica Cottarelli. E mette in riga pure Mauro Moretti. Il premier, parlando a Bruxelles al termine del Consiglio europeo, prende le distanze dal lavoro del commissario alla revisione della spesa: «Il lavoro di Cottarelli è buon punto di partenza ma su alcune cose non sono molto convinto: andare a chiedere ai pensionati che guadagnano il giusto mi sembra un errore».

Su Moretti. «Confermo l’intervento sugli stipendi dei manager pubblici e sono convinto che quando Moretti vedrà la ratio dell’intervento sarà d’accordo con me».

Ma la partita si complica. E la partita adesso è: dove reperire le somme per mettere gli 80 euro in busta paga. Dall’Ue sembra esserci scarsa volontà di allentare la morsa sui conti pubblici italiani.

Dopo che i governi precedenti hanno gonfiato gli organici della PA per fini elettorali, ora quello attuale si accorge di 85mila esuberi

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Nel piano Cottarelli 85mila esuberi nella Pa da ricollocare attraverso la mobilità. Ma mobilità verso dove se tutte le pubbliche amministrazioni hanno problemi di esubero e non riescono neppure a stabilizzare i precari?

Chi ha programmato fino ad ora il fabbisogno di personale nella PA?

Sarebbe ora che qualcuno cominciasse a pagare per le scelte sbagliate!!

Una stima di 85mila eccedenze tra il personale della pubblica amministrazione. E’ questa l’indicazione che arriva dal lavoro di spending review del Commissario straordinario, Carlo Cottarelli. Oltre a mettere mano alle spese per la Difesa, ai trasferimenti alle imprese, alla riorganizzazione delle forze di Polizia e al taglio degli stipendi dei dirigenti, Cottarelli avrebbe infatti individuato esuberi tra i dipendenti pubblici per 85mila unità al 2016. Una misura che potrebbe generare un risparmio per le casse statali di 3 miliardi.

Un commissario come Cottarelli in Sicilia

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Cercasi un Cottarelli per la Regione siciliana per evitare il default. La richiesta arriva dal presidente degli industriali siciliani, Antonello Montante che auspica anche per l’ Isola un commissario sulla scia dell’ economista Carlo Cottarelli, incaricato dall’ ex presidente del consiglio Enrico Letta, per fare luce su sprechi e cattivo uso delle risorse a livello statale.

Tutte le spese della Regione

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Un boccione d’acqua da 800 euro, lavori di facchinaggio, bollette di luce e telefono, indennità aggiuntive ai dipendenti, contributi a enti e associazioni: l’elenco delle spese dell’amministrazione regionale, periodicamente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, comprende una miriade di voci relative a centinaia di uffici.

Bilancio. Tagli ma non per tutti. Per Bruxelles le spese passano da 33 a 50 mila euro

L’ultima tentazione dell’Ars: approvare la legge di stabilità i primi giorni del 2014, in modo da avere un po’ di tempo per analizzare il testo. Intanto, tra le tante riduzioni di spesa, crescono a sorpresa le voci riguardanti il leasing delle vetture della presidenza e i costi per l’ufficio della Regione nel cuore dell’Europa.

A proposito di spending review…

Sedici su venti. Da nord a sud. A destra, centro e sinistra. Ben più della metà dei consigli regionali italiani è finito in un’inchiesta della magistratura o della Corte dei Conti per spese folli e scontrini impossibili. Le quattro eccezioni sono Veneto, Abruzzo, Toscana e Trentino Alto Adige (sfiorate da altre indagini, ma non sui rimborsi allegri). Ecco le cifre e i casi più clamorosi.