Tagli agli sprechi per stabilizzare i precari. Ma gli amministratori si aumentano i compensi. Dove si taglierà?

Con gli amministratori comunali di svariati comuni che, nonostante il dissesto finanziario, continuano ad approvare in sordina delibere dal titolo “Rideterminazione dei compensi” per aumentarsi indennità e gettoni di presenza, e con i deputati dell’Ars che che evitano i tagli agli stipendi previsti dal Decreto Monti,  in barba al clima generale di austerità e spending review, restano pochi dubbi su chi dovrà sopportare l’eventuale peso delle stabilizzazioni.

“È in corso un’analisi dettagliata per verificare in quali capitoli è ancora possibile tagliare qualcosa”, dice l’assessore Valenti.

Sicilia. Vertice precari. Dal Governo nessuna nuova proposta. Cgil, cisl e Uil verso lo sciopero

Finisce con un nulla di fatto il primo vertice fra governo regionale, sindaci e sindacati sulla proroga dei contratti ai precari. In attesa di notizie certe da Roma sulle procedure attuabili, l’assessore Patrizia Valenti non ha dato indicazioni precise sulle mosse del governo regionale.

I sindacati. Se martedì il presidente Crocetta non presenterà una proposta chiara, sarà sciopero.

Precari, Roma smonta gli annunci del governo

La via dei prepensionamenti, annunciata la settimana scorsa dalla giunta Crocetta come la strada maestra per avviare le stabilizzazioni dei precari, viene stoppata dal ministero. L’assessore: “Rassicuro i lavoratori, questa è la priorità per il governo”. Domani vertice della verità con sindaci e sindacati.

“Prepensionamenti sì, assunzioni no”, il ministero gela comuni e Regione

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In attesa della circolare il dicastero chiarisce le regole di esodo dagli enti locali. Ed è già corsa agli escamotage

di GIACINTO PIPITONE

PALERMO. «Nessun dipendente che lascerà gli uffici grazie ai prepensionamenti potrà essere sostituito. Congelare la legge Fornero serve solo a creare un risparmio, non a individuare posti da assegnare ai precari»: in attesa che arrivi la circolare annunciata nei giorni scorsi, il ministero della Pubblica amministrazione chiarisce come dovranno essere regolati gli esodi da Comuni, Province, Regione ed enti collegati. E gela le speranze del governo regionale e dei sindacati.

“Regionali in pensione? Un bluff” I sindacati contestano il piano precari

Repubblica del 16 novembre 2013. Per leggere l’articolo cliccaci sopra.

«UN bluff che serve solo a screditare i regionali dicendo che avranno privilegi».

I sindacati contestano il piano al quale stanno lavorando il governo regionale, con l’ assessore Patrizia Valenti, e il ministero della Funzione pubblica guidato da Gianpiero D’ Alia.

«È inaccettabile che i dipendenti vengano sbattuti in prima pagina sui giornali come fruitori di irrealizzabili privilegi per colpa di dichiarazioni demagogiche rilasciate, probabilmente con troppa leggerezza, da parte da vertici politici del settore che ingenerano aspettative nei lavoratori non realizzabili alla luce della normativa vigente», dicono Dario Matranga, Marcello Minio e Michele D’Amico del Cobas-Codir. «A tutto questo – incalzano i sindacalisti – si aggiunge il fatto che per i dipendenti regionali i risparmi di spesa sarebbero del tutto virtuali. I regionali, infatti, a differenza di tutti i dipendenti degli enti locali e della sanità siciliana che vengono pagati dall’Inps, anche se andassero in pensione graverebbero sempre sul bilancio regionale. Il risparmio, in questo caso, si realizzerebbe solamente nella misura in cui, a fronte dei prepensionamenti, la Regione decidesse di non assumere altro personale».
I sindacati autonomi propongono quindi un percorso alternativo a quello dei prepensionamenti in deroga alla legge Fornero: «Chiediamo al governo la possibilità di verificare un accompagnamento alla pensione finalizzato, insieme con una complessiva riclassificazione di tutto il personale, alla modernizzazione dell’intera macchina amministrativa, attivando, laddove si individuassero vuoti di organici, concorsi pubblici finalizzati a dare una giusta speranza di lavoro, oltre che ai moltissimi precari, anche ai troppi giovani siciliani disoccupati».

In pensione prima per far posto ai precari

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Da Roma arriva l’ok alla deroga alla legge Fornero. La creazione di un bacino unico per rendere possibili le proroghe e il via libera a una deroga alla riforma sulle pensioni per far posto ai precari nelle piante organiche dei Comuni. Sono i punti chiave dell’accordo raggiunto ieri tra la Regione e il ministero della Funzione pubblica sulle norme che saranno inserite in una legge da portare con urgenza all’Assemblea regionale. “In questo modo garantiamo le proroghe per tre anni e avviamo finalmente un percorso serio di stabilizzazione “, dicono dalla task force messa in piedi da Palazzo d’Orleans sul tema dei precari, composta dal consulente Stefano Polizzotto, dal capo di gabinetto dell’Economia Giulio Guagliano e dalla dirigente generale del Lavoro, Anna Rosa Corsello.

Nel disegno di legge concordato con il ministero è prevista la creazione di un bacino unico dei 24 mila precari, diviso in due elenchi: il primo per le fasce basse, A e B, il secondo per quelle più alte, C e D. “Grazie al bacino unico, al di là della disponibilità di posti in pianta organica del singolo Comune garantiremo la proroga triennale per tutti  –  dicono dalla task force  –  perché consideriamo i precari come un unico bacino, appunto, e metteremo in rete tutte le piante organiche dei vari Comuni”.

Confermata la proroga, per quanto riguarda la stabilizzazione nel disegno di legge sarà prevista la possibilità di avviare “percorsi automatici” di assunzione senza concorso per le fasce basse, A e B. Mentre per quelle più alte sarà fatta una selezione per titoli. Ma se per le proroghe sarà possibile aggirare sia il limite delle piante organiche sia quello del patto di stabilità, rimangono i vincoli per le assunzioni a tempo indeterminato. E qui arriva una delle novità principali del testo: la possibilità di derogare, negli enti locali dell’Isola, alla riforma Fornero che oggi obbliga ad andare in pensione con almeno 65 anni d’età per le donne e 67 per gli uomini, anche se hanno già 40 anni di contributi previdenziali.

“Nei Comuni dove risulteranno eccedenze di personale nelle varie categorie (A, B, C o D) considerando anche i precari da stabilizzare, i dipendenti potranno mettersi in pensione con la vecchia quota “90”, quella cioè che consente di andare a riposo con assegno pieno anche prima dei 65 anni purché se ne abbiano almeno 40 di contributi “, dicono dalla task force. Il suggerimento è arrivato dai tecnici del ministero: un comma della legge Fornero consente infatti alle amministrazioni che hanno eccedenze di personale di derogare ai nuovi vincoli. Questa la strada tracciata per i 24 mila ex lsu degli enti locali. Nei giorni scorsi a Palermo hanno invece protestato i 6 mila Asu: per loro ancora una soluzione non è stata trovata, anche se dalla Regione assicurano che “le proroghe saranno garantite “, visto che non hanno un contratto vero e proprio ma solo un contributo di circa 500 euro al mese, pagato dalla Regione. Molti Asu lavorano in onlus e parrocchie.

Fonte: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/11/14/news/in_pensione_prima_per_far_posto

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In Sicilia deroga alla Fornero. Spazio ai precari coi prepensionamenti

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Piano di Roma e della giunta Crocetta per le stabilizzazioni. Pronta una legge da varare all’ Ars entro l’anno.

Subito prepensionamenti alla Regione, nei Comuni e nelle Province grazie al congelamento della riforma Fornero e al ritorno ai vecchi parametri.
I prepensionamenti sono possibili applicando una norma contenuta nella recente legge D’Alia, che tanto aveva fatto discutere per via della mancata deroga al patto di stabilità invocata dagli enti locali siciliani. «Il principio – spiega l’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti – è che per fare spazio ai precari bisogna alleggerire gli organici e parallelamente individuare risparmi di spesa. Ed è quello che sarà fatto con la legge che approveremo entro fine anno all’Ars».

La legge siciliana servirà anche a creare quella lista unica dei precari siciliani invocata dal ministero: «La lista sarà composta da due elenchi nel primo ci saranno i precari di fascia bassa (A e B) che potranno essere stabilizzati per chiamata diretta. Nella seconda ci saranno le fasce C e D che verranno stabilizzati per concorso. La fascia D farà sia una selezione per titoli che per esame, la C dovrà presentare solo i titoli».
Non ci sarà però il demansionamento, cioè il passaggio da fasce altea basse per sfuggire al concorso: «Il ministero preciserà che non è possibile».

Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/301958/

Precari, diktat del governo alla Regione”Tagli da 430 milioni o niente proroghe”

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DA ROMA sono stati chiari: «Se la Sicilia vuole garantire la proroga dei 24 mila precari degli enti locali, Regione e Comuni dovranno subito avviare tagli alla spesa».

Su questo punto dal ministro Gianpiero D’ Alia e dai tecnici della Funzione pubblica non è arrivata alcuna apertura: «La legge nazionale prevede tagli dello stesso importo che serve a garantire le proroghe», hanno ribadito al governatore Rosario Crocetta, chiedendo inoltre il varo di una norma regionale di riforma del precariato.

La legge alla quale sta lavorando la cabina di regia composta dal segretario generale Patrizia Monterosso, dall’avvocato Stefano Polizzotto e dal capo di gabinetto dell’Economia, Giulio Guagliano è quasi pronta.

L’UDC. All’Ars una legge ad hoc per i precari. Una soluzione che non accontenterà tutti

L’unica strada perseguibile, come spiegato dalla parlamentare centrista Margherita La Rocca Ruvolo, è approvare una legge regionale ad hoc varata dall’Assemblea regionale entro fine anno. “Una soluzione che non accontenterà tutti – spiegano i deputati – ma è anche l’unica percorribile: finalmente ci occupiamo di precari, e non come polvere da nascondere sotto il tappeto”. E per questo il gruppo Udc chiederà una corsia preferenziale che consenta l’approvazione in tempi il più brevi possibili.