Scarseggiano i fondi, resta ancora a rischio l’istituto «Toscanini» di Ribera

Raccolgo volentieri l’invito di dare risalto a questa notizia figlia della crisi attuale.

È a rischio chiusura una delle istituzioni musicali più prestigiose della Sicilia:  l’istituto musicale provinciale ”Arturo Toscanini” di Ribera.

Del problema saranno investiti il presidente della regione Rosario Crocetta e il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

Speriamo che la politica non faccia, come al solito, spallucce.

Accanimento terapeutico. La Sicilia tenuta in vita artificialmente? (fonte LiveSicilia)

Scrive Sabella: la Regione è sostanzialmente fallita. E la convinzione non è affidata ai soliti gufi, disegnatori di tragici scenari. Lo dicono, purtroppo, i numeri. La Sicilia ha debiti per otto miliardi di euro. Un buco creato dai governi che si sono succeduti. Compreso quello del “risanamento” di Rosario Crocetta. Che, anzi, si sta caratterizzando proprio per la facilità nell’accendere prestiti. Con l’ultimo, incardinato ieri all’Ars, l’indebitamento della Sicilia è addirittura raddoppiato negli ultimi quattro anni.

Mutuo chiama mutuo. A distanza sempre più breve. Soldi che nella maggior parte dei casi non servono per investimenti, ma per la spesa corrente. Per portare, cioè, nelle casse di Palazzo d’Orleans la tanto agognata “liquidità”.

Per renderci conto della situazione e paragonando la gestione della Regione a quella del fantomatico “buon padre di famiglia” – scrive ancora Sabella – è come se la “famiglia Sicilia”, da un po’ di anni a questa parte fosse costretta a presentarsi alle banche non per chiedere un prestito per avviare una nuova attività, per ristrutturare casa o magari per acquistarla. No. È come se quella famiglia dovesse andare allo sportello, con una cadenza quasi annuale, per chiedere una anticipazione utile a pagare l’affitto, le bollette, la spesa, il pane.

A volte ritornano…..

“Sono nuovamente sotto contratto diversi dirigenti collocatisi e collocati in pensione per non perdere un solo euro dei mega stipendi percepiti prima della riforma Renzi”.

Cosa non si fa per uno stipendio. Il segretario regionale dell’Udc lo ha dapprima indicato a Crocetta come il sostituto di Marcella Castronovo. Adesso guiderà la segreteria particolare del nuovo assessore. Il leader siciliano dei centristi spiega: “Mi ha chiesto una mano, non potevo dirgli di no”.

A un certo punto sembrava fuori dai giochi. Adesso il suo nome torna prepotentemente in lizza per il Quirinale. Ecco perché.

“Gli italiani si stanno arricchendo”. La realtà di Renzi, quella vera e quella che (forse) poteva essere (guarda video in basso)

http://www.leoniblog.it) – Nel suo recente discorso al parlamento europeo, Matteo Renzi ha tuonato contro i disfattisti che dicono che le famiglie italiane si stanno impoverendo: “Beh, questo cozza, come talvolta accade, contro la realtà dei fatti e dei numeri. Pensate, in un tempo di crisi, le famiglie italiane, hanno visto crescere i propri risparmi: da 3.5 triliardi di euro a 3.9, dal 2012 al 2014. Perché è accaduto questo? È accaduto questo perché l’economia italiana (…) vive una fase di terrore. (…) Le famiglie si stanno paradossalmente arricchendo perché hanno preoccupazione e paura.”

C’è più di qualcosa che non va, in queste affermazioni. O il premier è confuso sui numeri, o lo è sulle definizioni (o forse su entrambi i fronti). Ma siccome potrebbe trattarsi anche di qualcos’altro, e cioè di malafede, allora è bene fare chiarezza.

Che cos’è che, negli anni 2012-2014, è aumentato da circa 3500 miliardi a circa 3900 miliardi di euro? Né i risparmi né la ricchezza delle famiglie italiane. Si tratta delle attività finanziarie. Purtroppo però, il fatto che il volume delle attività finanziarie sia aumentato, non basta a dire che le famiglie italiane si stiano arricchendo.

Le famiglie italiane, infatti, nello stesso arco di tempo citato dal premier, si sono impoverite. Le attività finanziarie sono solo una parte di ciò che viene definito ricchezza. Secondo uno studio della Banca d’Italia (disponibile qui), “alla fine del 2013 la ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali, ecc.), è risultata pari a 8.728 miliardi di euro”. Secondo le stime della stessa indagine, ripetuta annualmente, la ricchezza è diminuita, da fine 2011 a fine 2012, dello 0,6% a prezzi correnti, per perdere un ulteriore 1,4% tra fine 2012 a fine 2013. A ben vedere dunque, è corretto dire che le famiglie italiane si stanno impoverendo; e si sono impoverite anche tra il 2012 e il 2014.

Ciò significa che l’incremento del volume delle attività finanziarie, nello stesso periodo, non è stato sufficiente a coprire la perdita da attività reali.

Assodata la distorsione della realtà rappresentata da Renzi, c’è un’ulteriore osservazione da fare. Il premier, faccia tosta, cita il risparmio, dimenticando che egli rappresenta uno dei persecutori dello stesso. Il suo governo ha aumentato le tasse su questa preziosa risorsa. Lo ha fatto in modo sconsiderato per diversi motivi ed è stato solo l’ultimo di una serie di provvedimenti finalizzati al suo massacro (per un’attenta analisi si veda qui).

C’è da chiedersi cosa sarebbe successo se il premier non avesse contribuito all’aumento della pressione fiscale sul risparmio. Forse gli italiani avrebbero potuto sfruttare ulteriormente le migliori condizioni dei mercati finanziari degli ultimi 2 anni. E magari a Strasburgo il premier avrebbe potuto dichiarare, a ragion veduta e non a sproposito, che gli italiani si stavano veramente arricchendo.

Italiani più ricchi come dice Renzi? Di sicuro il 2015 sarà un anno ricco di aumenti…fiscali

Gki italiani si stanno arricchendo(Di Paolo Bramante fonte: http://it.ibtimes.com/)

“In un tempo di crisi le famiglie italiane hanno visto crescere i propri risparmi, passati da 3,5 a 3,9 triliardi di euro dal 2012 al 2014. In questi mesi l’Italia ha visto aumentare i propri risparmi, paradossalmente le famiglie si stanno arricchendo perché hanno preoccupazione e paura”, musica e parole di Matteo Renzi.

L’analisi da quattro soldi che propone Renzi non tiene conto del fatto che non solo, come dice la Banca d’Italia, la ricchezza è in realtà diminuita (e non di poco) negli ultimi anni, ma pure del fatto che essa non è equamente distribuita, quindi non è vero che gli italiani sono più ricchi, ma è vero che la crisi non è per tutti: c’è chi in questi anni ha aumentato la propria ricchezza (anche di molto) e chi invece è diventato decisamente più povero.

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