A proposito di pensioni. Un articolo del Sole 24 Ore ci dice che le cancellazioni per decesso sono aumentate del 16% e che il saldo tra decessi e nati è fortemente negativo

A proposito di pensioni, un articolo del Sole 24 Ore ci dice che in Italia le cancellazioni per decesso sono aumentate del 16% e che il saldo tra decessi e nati è fortemente negativo. Ma a nessuno dei nostri politici, men che meno all’europeista Draghi (che si appresta a diventare presidente del consiglio con l’appoggio di quasi tutte le forze politiche), verrà in mente, non tanto di rivedere al ribasso i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, quanto di bloccare l’incremento dell’aspettativa di vita. Anzi…….!

Il blocco perequazione pensioni è incostituzionale?

Il Tribunale di Palermo, in accoglimento del ricorso della Federmanager, ha ritenuto non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del blocco della perequazione automatica delle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps per il biennio 2012/2013, previsto dal comma 25, dell’art. 24, D.L. 201/2011, convertito in Legge n. 214/2011, ordinando la immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale.

La sentenza della Consulta si conoscerà entro giugno prossimo, ma intanto questa decisione rischia di essere l’ennesima tegola sul dibattito infuocato che sta accompagnando l’esame della legge di Stabilità in Senato.

I donatori di sangue in pensione più tardi grazie alla Fornero

I diritti acquisiti valgono solo per i pensionati d’oro. I pensionati che hanno donato il sangue devono recuperare i giorni di regolare permesso dal lavoro oppure rinunciare al 2% della pensione.

Attuali requisiti per l’accesso alla pensione. Sistema previgente e sistema Monti-Fornero.

Per venire incontro alle numerose richieste di chiarimento relative al regime pensionistico, ecco uno specchietto che potrebbe esservi utile.

SISTEMA PREVIGENTE

ATTENZIONE

APPLICABILE SOLO IN CASO DI DICHIARAZIONE DI ESUBERI DA PARTE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

QUOTE
2011/2012 il lavoratore deve raggiungere quota 96. L’età anagrafica minima è 60 anni
2013/2014 il lavoratore deve raggiungere quota 97. L’età anagrafica minima è 61 anni
PENSIONE VECCHIAIA
UOMINI 65 anni di età e 20 di contribuzione
DONNE 61 anni fino al 2011
65 dal 1° gennaio 2012
In ogni caso sono sufficienti 20 anni di contribuzione.
In entrambi i casi è possibile comunque ottenere la pensione di anzianità, a prescindere dall’età anagrafica, se si possono far valere almeno 40 anni di contribuzione.
Per coloro che non hanno maturato il diritto a pensione secondo le regole previgenti, si applicano i nuovi requisiti previsti dalla legge Monti-Fornero.
SISTEMA POST LEGGE MONTI-FORNERO 
SISTEMA ATTUALMENTE VIGENTE
L’approfondimento

Prepensionamento nel pubblico impiego? Poche le novità

Continuo a ricevere richieste circa la possibilità di una riforma dell’attuale regime pensionistico e l’eventualità che si apra una finestra per il prepensionamento nel pubblico impiego.

Devo, purtroppo, gelare le aspettative di quanti si aspettavano una controriforma della legge Fornero.

Il pacchetto sulla Pubblica Amministrazione approvato dal Consiglio dei ministri (Dl 101/2013) invece prevede l’applicazione dei requisiti pre-fornero solo in caso di esuberi.

Poco meno di un mese fa la notizia cominciò a circolare con un certa insistenza anche da fonti governative….Per gli statali allo studio un piano di prepensionamenti…..

Dopo le proposte di Damiano e Renzi….Riforma pensioni Governo Letta, le proposte di Renzi e Damiano a confronto…..e i problemi economici sottolineati da Giovannini….Pensioni 2013, Giovannini: “Nessuna contro riforma Fornero”….., arriva l’ipotesi del ministro Giampiero D’Alia con il pensionamento anticipato dei dipendenti di età avanzata della Pubblica Amministrazione in esubero….Riforma pensioni Governo Letta, spunta l’ipotesi anti Fornero di D’Alia.

Ecco cosa prevedono in dettaglio le proposte.

Per Renzi occorrerebbe tagliare le pensioni d’oro, ovvero le pensioni con importo superiore ai 3 mila e 500 euro. Con un simile taglio d’emergenza (taglio sociale, lo si potrebbe definire) si potrebbero rimpinguare le casse statali. Ma, questa proposta per la riforma pensioni del Governo Letta ha un’enorme problema, come ha spiegato lo stesso Damiano. La Corte Costituzionale boccerebbe la proposta in quanto andrebbe a tagliare solo una certa categoria di pensionati.

La proposta Damiano prevede, invece, un ritiro tra i 62 e i 70 anni con 35 anni di contributi, a patto che per ogni anno di pensionamento anticipato si accetti una riduzione dell’assegno pari al 2%. D’altro canto, per ogni anno posticipato si gioverebbe di un 2% aggiuntivo sulla somma.

La proposta del ministro Giampiero D’Alia prevede il pensionamento anticipato dei dipendenti di età avanzata della Pubblica Amministrazione in esubero anche se il ministro Giovannini gela tutti….Pensioni 2013, Giovannini: “Nessuna contro riforma Fornero”.

Alla fine è passata la proposta D’Alia che prevede anche l’obbligo della pensione per gli statali che hanno i requisiti bloccando chi vuole restare in ufficio fino a 70 anni.

Obbligo della pensione per gli statali che hanno i requisiti. Chi lavora fino a 70 anni costa troppo

Niente più rinvii per restare in servizio fino a 70 anni: i dipendenti del pubblico impiego dovranno andare in pensione non appena maturati i requisiti. Il Dl 101/2013 contiene infatti una norma che stabilisce che le amministrazioni «devono» procedere al pensionamento di tutti i dipendenti che hanno maturato il requisito entro il 2011. Anche nei prepensionamenti la risoluzione del rapporto di lavoro ha carattere obbligatorio per i dipendenti con i requisiti pre-riforma. Non c’è solo l’allungamento fino a fine 2015 della validità dei vecchi requisiti pensionistici (pre riforma Fornero) per gestire il personale in soprannumero o eccedente della Pa. Una norma di interpretazione autentica che intende scongiurare la possibilità che i dipendenti pubblici possano rimanere in servizio fino a 70 anni.

La norma, contenuta nei commi 4 e 5 dell’articolo 2, chiarisce che le amministrazioni «devono» procedere al pensionamento di tutti i dipendenti che hanno maturato il requisito entro il 2011 e fa salvi i limiti previsti nei diversi ordinamenti.

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Spesa per pensioni 4 volte le entrate? Alla fine pagheremo solo i soliti fessi?

La Regione per 16.377 pensionati nel 2012 ha erogato 656 mln €, ma in contributi ha incassato solo 174 mln.

La Corte dei Conti ritiene “improcrastinabile un nuovo intervento legislativo volto ad incidere sul metodo di calcolo della quota retributiva”.

L’assessore Valenti aveva proposto in seno alla finanziaria 2013 un pacchetto di norme per un risparmio immediato di 15 mln, ma la Giunta ha deciso di rinviare la riforma del sistema pensionistico.

Per capire meglio ciò che potrebbe accadere da qui a breve, è necessario esaminare l’attuale normativa.

L’art. 20 della legge regionale 29/12/2003, n. 21 ha già provveduto a uniformare il sistema pensionistico regionale a quello statale a partire dal 1° gennaio 2004, fatte salve le quote spettanti fino al 31 dicembre 2003, da calcolarsi secondo la legge regionale 23 febbraio 1962, n. 2.

Noi quindi attualmente godiamo di quello che si può definire sistema “misto” (retributivo fino al 31 dicembre 2003 e contributivo dal 1° gennaio 2004).

Se non ho capito male un intervento legislativo potrebbe andare ad incidere sulla quota retributiva (ante 31 dicembre 2003).

In tal modo, mentre resterebbero in piedi e non verrebbero assolutamente toccate tutte le pensioni d’oro (Super pensioni, il contributo di solidarietà è illegittimo) o le pensioni di coloro che sono già pensionati e hanno avuto per intero il calcolo retributivo, di contro, gli unici che pagheremmo il conto saremmo i poveri fessi ancora in servizio che vedremmo ulteriormente decurtato il nostro futuro assegno di pensione di un ulteriore 30/35%.

Pensioni. In Sicilia la regione paga quattro volte le entrate contributive che incassa

La Regione siciliana, che, unica in Italia, gestisce direttamente le pensioni dei propri dipendenti nel 2012 ha subito un ulteriore decremento delle entrate contributive. Così spende per pensioni quattro volte le entrate. “I contributi – spiega la Corte dei Conti – sono destinati a contrarsi ulteriormente negli anni successivi, in relazione al previsto incremento della spesa pensionistica e alla diminuzione dei lavoratori attivi, che già evidenziano un’età media significativamente elevata”. Per fermare l’emorragia i magistrati contabili chiedono da anni alla Regione di intervenire al più presto: “Appare improcrastinabile un nuovo intervento legislativo volto ad incidere sul metodo di calcolo della quota retributiva”.
L’assessore Valenti aveva proposto in seno alla finanziaria 2013 un pacchetto di norme per un risparmio immediato di 15 mln, ma la Giunta ha deciso di rinviare la riforma del sistema pensionistico.