Basta doppi incarichi e “conflitto d’interessi” dei dipendenti regionali. Ma varrà per tutti?
“Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale, devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto anche potenziale”.
“Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi personali, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali”.
Le norme non sono nuove. Ma proprio in questi giorni, il governo è tornato alla carica sui casi di “conflitto d’interessi” dei regionali. Crocetta: “E’ l’ultima volta che lo chiediamo. Poi procederemo con i nostri controlli”.
Un paio di considerazioni.
- Il conflitto di interessi riguarderà solo gli interni o verrà esteso anche agli esterni?
- Uscendo dalla casa dei propri genitori, capita spesso di non sapere che attività svolga il proprio fratello o sorella (parente di 2° grado). Come si farà a sapere che affari tratta il cognato o la cognata (affine di 2° grado) specie se non si è in buoni rapporti?
- Siamo sicuri che il ruolo dell’attuale responsabile dell’anticorruzione regionale non confligga con il suo ruolo di dirigente generale o non sarebbe opportuno prevedere una vera e propria autorithy indipendente (costituita dallo stesso servizio che oggi svolge queste funzioni nel dipartimento senza una moltiplicazione di poltrone)?