Proposta shock del governo Crocetta. Annunciato un taglio alle pensioni d’oro per fare quadrare i conti

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Il presidente ha annunciato un prelievo straordinario che verrebbe attuato sulle pensioni più elevate. Una norma ancora allo studio: dunque non è stato depositato alcun emendamento.

Tra l’altro, bisognerebbe capire che cosa il governo intenda per “pensioni d’oro”.

Alla Regione ci sono un sacco di pensionati con 2 mila e 500 euro al mese circa. Anche questa sarebbe una “pensione d’oro” da ridurre?

LinkSicilia – Dal Governo Crocetta proposta shock: taglio del 3,5% a tutti i pensionati regionali!

Renzi e i parlamentari del PD discutono del nulla, mentre l’Italia precipita nel baratro

Piazza TienanmenQual’è il dibattito all’interno del governo e tra i deputati filorenziani?

La crisi economica del Paese?

Il crollo dell’occupazione nel Paese e, soprattutto, nel Mezzogiorno?

La povertà in grande ascesa e la inesistente prospettiva della ripresa e della crescita economica?

Assolutamente no!

L’unica preoccupazione del suo governo è quella di limitare la partecipazione popolare alle scelte politiche e democratiche (vedi l’aumento del numero delle firme per chiedere i referendum, lo stesso per presentare progetti di legge d’iniziativa popolare, lo sbarramento all’otto per cento dei voti per avere diritto alla rappresentanza in Parlamento, l’abolizione delle preferenze che privano l’elettore di selezionare il personale politico anche nell’ambito delle proposte offerte dai partiti). Tutte misure tese a limitare il ruolo dell’elettorato attivo e di concentrare sempre più potere alle segreterie dei partiti.

E un fatto di sicuro positivo a fronte del deserto di iniziative popolari tese ad ostacolare il disegno autoritario che viene avanti e che ha origini lontane – dall’esperienza della P2, come abbiamo già ricordato – la raccolta di firme proposta dal Fatto Quotidiano teso a mobilitare la pubblica opinione sulla pericolosità che la politica di Matteo Renzi, in uno con quella di Silvio Berlusconi (il quale rivendica la paternità delle misure costituzionali in discussione), rischia di arrecare alla struttura democratica della Repubblica italiana.

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