Pubblico impiego. Aumenti in arrivo solo per gli stipendi più bassi. Ecco le direttive Madia per il rinnovo dei contratti

Aumento statali
Il Messaggero del 16 maggio 2016

Dopo quasi sette anni di blocco, la trattativa per il rinnovo del contratto degli statali sta per partire. Il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, sarebbe già al lavoro sulle direttiva da dare all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica amministrazione, che siederà al tavolo con i sindacati. E una prima decisione sarebbe già maturata. L’aumento della parte tabellare dello stipendio non ci sarà per tutti e tre i milioni di dipendenti pubblici. L’intenzione sarebbe quella di limitare gli aumenti solo ai redditi più bassi, sulla falsa riga di quanto fatto dal governo Renzi con il bonus da 80 euro. Non è ancora chiaro, perché non sarebbe ancora stato deciso, se nella direttiva all’Aran sarà indicata direttamente una soglia di reddito al di sotto della quale concedere l’aumento, oppure se questo aspetto sarà lasciato alla contrattazione con i sindacati.

Notizie utili a proposito dei ricorsi: quello del 2,50 e quello sul mancato rinnovo contrattuale

Connessione sicura non riuscitaFermo restando quanto già precedentemente comunicato IN QUESTO POST a proposito dei ricorsi proposti dal Cobas/Codir, nel caso in cui avete difficoltà a recuperare i cedolini dello stipendio, potete recuperarli, se smanettate un po’ al computer, dal vecchio sito della Regione a questo indirizzo http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/SSO_PROFILE, accedendo tramite username e password che sono quelli della mail della regione siciliana.

C’È PERO’ UN PROBLEMA! Vi imbatterete in una pagina come questa che vedete (se usate come browser Mozilla Firefox o una pagina simile se usate un altro browser). Ciò è dovuto al fatto che la regione non ha aggiornato i certificati di validità di questa pagina.

A questo punto avete due possibilità: o usare un browser vecchio, preferibilmente explorer, versione 8 o 9 al massimo, o portare di un anno indietro la data del pc. Se smanettate un pochino riuscirete a entrare e troverete cedolini e CUD caricati da luglio 2010. Nonostante gli avvisi, la connessione è sicura.

Sempre a proposito dei ricorsi, in tanti mi hanno chiesto il motivo per cui occorre effettuare la dichiarazione sostitutiva, ai fini dell’esenzione del contributo unificato, per coloro che hanno un reddito familiare non superiore a € 34.585,23. Sembrerebbe che qualche sindacato non lo richieda.

In questo caso invito i colleghi a prestare attenzione al fatto che il sindacato in questione stia effettivamente proponendo ricorso al giudice del lavoro verificando il nome dell’avvocato o dello studio legale che deve essere apposto sulla procura.

Il contributo unificato

Il contributo unificato (leggi qui) è un contributo richiesto ai contribuenti nelle cause civili per ricorrere in giudizio ed è dovuto, dal 7 luglio 2011 con l’introduzione della Legge n. 183/2011, che di fatto ha sostituito l’imposta di bollo.

Possono essere esenti anche le controversie individuali di lavoro, e di previdenza, per soggetti titolari di un reddito IRPEF inferiore ad € 34.585,23 (gli importi indicati nell’articolo sono stati rivisti).

In basso trovi la procedura da seguire usando Explorer. Se la voce “G2E – Portale internet” non è in elenco, probabilmente fai parte dei dipartimenti a suo tempo non abilitati.

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Roma boccia la proroga dei precari. C’è anche l’assessore Lantieri

ScioperoLa norma è stata impugnata insieme ad altre della legge di stabilità come quelle relative all’Ecotassa, alle Ztl nei Comuni siciliani, alle modalità di distribuzione del carburante e alla tassa di circolazione.

Nel caso dei precari, in particolare, Palazzo Chigi ha bocciato l’articolo che prevede la modifica della precedente legge regionale che assicurava le proroghe fino al dicembre del 2016, estendendo quei rinnovi fino al dicembre del 2018. Una modifica che, scrive il Consiglio dei ministri, è in contrasto come le norme del decreto legge del 2013 sulla Pubblica amministrazione.

Ma non è solo un problema di date. È anche, infatti, un problema di soldi.