Governo Crocetta. Il governo della rivoluzione o quello della continuità con il passato? Squadra che vince non si cambia

Ottimo articolo di LiveSicilia a firma di Accursio Sabella in cui viene messa in luce la continuità di questo governo con i due precedenti governi Cuffaro e Lombardo.

Gianni Silvia, nuovo direttore della Formazione è solo l’ultimo esempio. Il governo della rivoluzione si affida a dirigenti e politici che hanno recitato ruoli di primo piano durante le ere Cuffaro e Lombardo. Alla faccia della “rivoluzione”. Tutti i nomi.

Crocetta sceglie i nuovi dirigenti dirigenti generali

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Al posto della Corsello alla Formazione andrà l’ex capo di gabinetto del governatore che lascia il proprio posto al capo della segreteria tecnica. Anche Lupo (Acque e rifiuti) in uscita, al suo posto andrà Munafò. Ma in questo caso si potrebbe attendere ancora qualche settimana.

Altro che flessibilità e allentamento del rigore. Schauble: Draghi frainteso

Altra doccia gelata per Renzi che aveva plaudito alle parole di Mario Draghi….(Renzi: “Bene Draghi, strumenti di flessibilità per chi fa le riforme”)…. il quale aveva parlato di flessibilità per chi fa le riforme, affermando che la Banca centrale è pronta a fare la propria parte per rafforzare la domanda e aiutare la ripresa nell’Eurozona con strumenti non convenzionali su inflazione….(Draghi: “Ripresa, usare flessibilità che già esiste. Riforme lavoro non rinviabili”)….

Per il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, considerato un falco del rigore, le recenti dichiarazioni di Mario Draghi sulla necessità di un allentamento delle politiche di austerity «sono state interpretate troppo in una direzione». Lo ha detto al quotidiano locale Passauer Neue Presse. «Conosco Draghi molto bene, credo sia stato frainteso», ha aggiunto….(Schauble: Draghi frainteso, servono rigore e riforme)…..In sostanza, nessun cambio di rotta della Bce.

Acqua, acqua, fuocherello. Et voilà, saltano fuori le risorse dello “Sblocca Italia”.

Ecco le principali misure previste dal decreto “Sblocca Italia”.

Norme per il finanziamento delle infrastrutture, sgravi fiscali per l’efficienza energetica, fondi per l’ambiente e misure per la dismissione delle società partecipate. Sono i principali punti dello Sblocca-Italia, il decreto che venerdì prossimo sarà in Cdm, e su cui il governo sta ancora lavorando.

“Sblocca Italia”. Il libro dei sogni. I soldi che prima non ci sono e che poi, in parte, saltano fuori. Da dove?

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La vera secchiata d’acqua gelida è arrivata ieri, nel primo incontro tra Renzi e Padoan al ritorno dalle ferie: non ci sono risorse aggiuntive, soldi freschi, tesoretti, fiche a sorpresa da puntare sulla ruota dell’anno in corso. Il controllo della spesa, di qui a dicembre, deve essere ferreo. Troppo grosso il rischio di sforare il 3% nel rapporto tra deficit e Pil, in pratica già raggiunto. Troppo alta la probabilità di infrazioni europee, proprio ora che Bruxelles si avvia a concedere flessibilità ai paesi riformatori e virtuosi. Attenzione dunque ai cordoni della borsa. 

Ma la task force che si sta occupando delle coperture allo “Sblocca Italia” ha scovato, tra fondi inutilizzati e vecchie delibere, un tesoretto di 3,9 miliardi. Circa 2,3 risultato della somma di una serie di stanziamenti di fondi mai utilizzati dal 1998 ad oggi. E 1,6 in una delibera del Cipe per la depurazione di aree del Sud Italia. Soldi che, secondo le stime dei tecnici, sarebbero sufficienti per aprire, già entro il 2014, ben 574 cantieri in tutta Italia. Somme cui si andrebbero ad aggiungere ulteriori 110 milioni per le alluvioni nelle aree metropolitane. 

In sostanza si tratterebbe di fondi stanziati e mai spesi.

I sindacati: «I distacchi nell’Isola sono già stati tagliati»

Contestati i dati sui congedi che sarebbero 10 volte superiori al resto d’Italia (di G. Var.)

PALERMO. I dati che vedono la Sicilia beneficiare di un numero dieci volte superiore di permessi sindacali rispetto al resto d’Italia sono stati contestati dai sindacati. Secondo i Cobas-Codir e Sadirs, le sigle autonome più rappresentative, «già molto tempo prima del governo Renzi, la Sicilia ha tagliato i permessi – spiegano Marcello Minio, Dario Matranga e Fulvio Pantano -. Dalle 35 mila giornate del 2011 si è passati alle 18.375 del 2014. Non possiamo fare ancora tagli, altrimenti sfociamo in un regime autoritario. In Sicilia, i sindacalisti regionali seguono trattative che nelle regioni a statuto ordinario sono curate dai ministeri».

Per il leader regionale della Cisl, Maurizio Bernava, la riforma, prima ancora del taglio dei permessi, deve prevedere «la chiusura dell’Aran». La Uil Sicilia, con Gianni Borrelli e il segretario generale Claudio Barone, si dice «d’accordo alle elezioni delle Rsu». Secondo la Cgil, dimezzando il numero dei distacchi si infligge un duro colpo ai diritti dei lavoratori – spiegano Michele Palazzotto e il segretario regionale Michele Pagliaro -. Parlare di tagli dei permessi è un pretesto dietro cui si nasconde l’inefficienza della Regione».

Anche la Regione ridurrà i permessi sindacali

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Scatterà anche in Sicilia la stretta su permessi, distacchi e aspettative sindacali retribuiti, stabilita dalla norma del pacchetto di misure sulla riforma della pubblica amministrazione targata Renzi. «La riforma varata a Roma andrà recepita, su input del governo regionale, tramite un accordo tra Aran e sindacati», spiega l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, che assicura che «il governo, dopo la pausa estiva, avrà come priorità quella di proporre alle sigle un provvedimento che terrà conto di quanto stabilito da Renzi. Pur non rinunciando alla nostra autonomia, non possiamo ignorare le norme nazionali, che prevedono il dimezzamento dei permessi».

«Proporremo ai sindacati – continua l’assessore Valenti – un provvedimento che terrà conto di quanto stabilito dal governo nazionale». L’amministrazione guidata da Crocetta intende introdurre le rappresentanze unitarie, su base elettiva