I soldi ci sono e sono diponibili. Il Cobas-Codir sollecita a gran voce le direttive all’ARAN per l’avvio del FAMP 2017

Con la ripartizione in articoli di alcuni capitoli di spesa del bilancio della Regione, risultano già appostate, all’articolo 34 del capitolo 212015, le risorse destinate alla parte variabile della retribuzione del personale a tempo indeterminato e, all’articolo 34 del capitolo 212031, risultano disponibili le somme stanziate per il personale a tempo determinato. Il Cobas-Codir si rivolge all’Assessore alla Funzione Pubblica (anch’essa dipendente regionale a tempo determinato) per scongiurare i consueti ritardi nell’avvio delle contrattazioni decentrate che, ancora una volta, risulterebbero palesemente immotivati e che causano, in un momento di così grave situazione economica dei dipendenti regionali, inquantificabili e inqualificabili ritardi nella erogazione dei pagamenti relativi a servizi già prestati, indennità e salario accessorio.

Al bar senza timbrare. Inciampa e va in ospedale. Licenziata

In base a quanto ricostruito nel provvedimento di sospensione dal servizio la donna, il 20 aprile scorso, ha timbrato l’ingresso in ufficio alle 7.59 ma sarebbe poi uscita alle 8.10 per recarsi ad un bar nella zona per prendere una camomilla ma senza passare il badge. “Dopo essere andata al bar – è detto nel documento che cita la versione fornita dalla donna – nel rientrare in ufficio sono inciampata sul marciapiede, all’altezza di via dei Cerchi e sono stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso”.

Decreto Madia. Assunzioni decise sui bisogni di competenze

Il Sole 24 Ore del 20 maggio 2017

La riforma del pubblico impiego prevede a regime di misurare le assunzioni ai «fabbisogni di personale» nei diversi enti pubblici, misurati dalla programmazione triennale. A dettare le linee di indirizzo per la programmazione saranno i decreti della Funzione pubblica, da adottare con l’intesa della Conferenza Unificata nel caso di regioni, enti locali e sanità.

Nella sostanza, l’obiettivo è quello di superare la situazione attuale, caratterizzata da piante organiche rigide (che non cambiano con l’evoluzione dei servizi e della tecnologia) e da vincoli lineari al turn over.

Le amministrazioni che non adottano i piani triennali e non li comunicheranno al monitoraggio della Funzione pubblica non potranno assumere.

Il 20% dei posti previsti nella programmazione può essere riservato a progressioni con selezioni interne, senza concorso pubblico, riducendo però i posti a concorso.

Precari. Caos in Sicilia. La Regione dovrebbe recepire le norme statali ma l’Ars non riaprirà prima di metà giugno

Giornale di Sicilia del 23 maggio 2017

Il Consiglio dei ministri ha approvato l’ultima versione del Testo Unico sul pubblico impiego, che include anche le regole nazionali sulle stabilizzazioni dei precari e in Sicilia si apre una corsa contro il tempo perché ora l’Ars, ormai in un clima da rompete le righe, dovrà approvare prima dello scioglimento poche e decisive modifiche alla legge regionale per dare il via alle stabilizzazioni.

E questo fa infuriare i sindacati. La Cgil, con Clara Crocè e Mimma Argurio, ha contestato il rinvio al 2018 e annunciato «assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro e iniziative clamorose di mobilitazione nei prossimi giorni». La Uil, con Luca Crimi, teme che «in Sicilia a causa di una politica assente e pasticciona saremo costretti a registrare un ulteriore ritardo.


Commento

La parola riclassificazione, di per sé, non significa nulla. Ri-classificare significa (ripartire) in modo diverso qualcosa (in questo caso il personale).
Se alla riclassificazione non segue una progressione verticale, il risultato sarebbe solo un semplice cambio del nome.
Cosa, a mio avviso, ancora più grave e pericolosa sarebbe quella di associare alla riclassificazione (ovvero al semplice cambio del nome) l’assegnazione di incarichi e responsabilità senza un congruo adeguamento stipendiale. Ricordo a me stesso che il dirigente è il responsabile del provvedimento finale, ma ciascuno di noi è responsabile di quel pezzo di istruttoria che ha curato.
Fatta questa premessa, è innegabile che la stabilizzazione dei precari e la riclassificazione del personale con successive progressioni verticali sono due processi in conflitto tra loro che necessitano un’armonizzazione e una programmazione.
La stabilizzazione dei precari o l’immissione di personale proveniente da altri enti o società varie (catalogatori e altri) implica, infatti, “l’occupazione” di posti in pianta organica che potrebbero essere destinati alle progressioni, e questo vale sia per gli enti locali che per la regione.
A buon intenditor……….continua a leggere

Statali. Dal 1° settembre le visite fiscali passano all’Inps. Si va verso i controlli ripetuti

La riforma Madia istituisce il polo unico Inps, che si occuperà delle visite fiscali dei dipendenti pubblici in malattia.

«Dal primo settembre», ha spiegato il ministro, ci sarà un polo unico per le visite fiscali, con le competenze sui controlli che passeranno dalle Asl all’Inps, omologando il settore pubblico a quello privato.

L’Inps diviene così l’organo di controllo incaricato di effettuare gli accertamenti medico-legali su tutti i dipendenti assenti dal servizio per motivi di malattia. Questa misura punta a massimizzare l’efficacia dei controlli.

Cambieranno presto anche le fasce orarie di reperibilità: in vista di una omologazione dei settori privato e pubblico, l’Inps dovrà creare un sistema di visite uniforme. Attualmente la normativa vigente nel pubblico fissa gli orari di visita dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, con obbligo di reperibilità anche nei giorni festivi. Nel privato, invece, le fasce previste sono dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Il cervellone dell’Inps possiederà le storie di ogni dipendente pubblico e privato. Ci si aspettano quindi visite «mirate» e, da quanto si apprende, sarà possibile anche ripeterle se è il caso.

Invece di lavorare per il rinnovo del contratto, il Governo prepara un’altra porcata

Palermo, 23 maggio 2017
E’ accaduto che l’assessore Luisa Lantieri ha convocato, per giovedì mattina scorso, le organizzazioni sindacali e ciò nonostante lo stesso dipartimento regionale alla Funzione pubblica avesse emanato una direttiva (n. 45374 del 14 aprile 2017) con la quale disponeva che, in tutti gli uffici regionali sede di contrattazione, le convocazioni dovessero avvenire “esclusivamente” in orario pomeridiano: infatti, ancora oggi, non è stato reso esecutivo l’accordo regionale quadro sulle agibilità sindacali, esitato positivamente con osservazioni più di un anno fa dalla Corte dei Conti, apprezzato dalla giunta regionale ma ancora fermo nei cassetti dell’assessorato Funzione pubblica che, così facendo, non consente l’utilizzo delle prerogative sindacali per partecipare alle stesse contrattazioni convocate dall’amministrazione regionale.

Proprio per questo motivo il COBAS-CODIR, richiamando la direttiva suddetta, ha invitato formalmente l’assessore Lantieri a rinviare la convocazione in orario pomeridiano al fine di consentire la partecipazione a tutte le organizzazioni sindacali (prive, appunto, di permessi sindacali); ma la Lantieri, disattendendo incredibilmente le stesse disposizioni del suo Assessorato ha dato seguito egualmente alla seduta sindacale nelle ore di lavoro mattutine palesando un manifesto comportamento antisindacale contro il quale ci si rivolgerà al Giudice per ripristinare il rispetto della rappresentanza e delle prerogative sindacali costituzionalmente garantite.

Ma cosa si può nascondere dietro la bramosia di questa convocazione mattutina dopo il torpore che ha contraddistinto questo esecutivo regionale? Potrebbe trattarsi dell’ennesimo tentativo pre-elettorale per procedere all’assunzione, come funzionari e istruttori direttivi, senza procedure a evidenza pubblica, di circa 400 persone, magari con la copertura di qualche sindacato amico pronto a “scaricare” la storia di 4.800 persone già stabilizzate nelle categorie A e B, del personale che da più di 30 anni aspetta di vedere riconosciuti i propri titoli e degli stessi disoccupati siciliani gabbati, ancora una volta, dalla politica degli amici e dei protetti, mentre questi 400 lavoratori, un lavoro già ce l’hanno essendo assunti a tempo indeterminato della SAS.

Intanto, forse preoccupati dalla nostra reazione, i presenti all’incontro hanno deciso di non approvare, al momento, improbabili procedure clientelari preferendo l’invio di una semplice richiesta di parere all’Ufficio Legislativo e legale. Ci auguriamo che, come accaduto con il Commissario dello Stato nel passato, anche l’ufficio interpellato si faccia garante di legalità e sottolinei il principio costituzionale che per essere assunti nella pubblica amministrazione, non bastano padrini politici o sindacali ma occorre il “concorso pubblico”.

Il COBAS-CODIR, intanto ha dato mandato ai propri legali di chiedere l’annullamento della seduta di giovedì scorso (che, a seguire, ha visto – fra l’altro – anche un’ulteriore delicata riunione relativa all’adeguamento dei criteri generali per la valutazione del personale con qualifica dirigenziale e del personale del comparto non dirigenziale) per violazione delle disposizioni dell’amministrazione regionale sulle convocazioni sindacali e violazione del sistema della partecipazione sindacale.

L’Europa ci chiede di reintrodurre l’imu per le case dei ricchi

La Stampa del 22 maggio 2017

L’Europa chiede all’Italia di reintrodurre la tassa sulla prima casa per i proprietari ad alto reddito.

Secondo Bruxelles la manovra dell’Italia per il prossimo anno dovrà portare a uno sforzo di bilancio «robusto», senza però entrare nel merito delle cifre.

Oltre alla reintroduzione dell’Imu sulla prima casa (ma solo per le famiglie sopra un certo reddito), Bruxelles ci chiede la riforma del catasto, ampliamento dell’obbligo di fatturazione e di pagamento elettronici.

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Quando i renziani erano contrari all’abolizione dell’Imu sulla prima casa: “Una vaccata, regalo ai ricchi, andate a fan…”

Il governo Renzi ha abolito l’Imu sulla prima casa ma dal 1° gennaio sono aumentati treni, aerei e pedaggi autostradali

Renzi vuole abolire un po’ di IMU e un po’ di TASI. Aumentando “un po’” le altre tasse (Fonte Ibtimes)

Contratto dipendenti pubblici. La direttiva Madia è pronta ma resta il nodo risorse per i rinnovi. Si cercano 2,5 miliardi

Il Sole 24 Ore del 20 maggio 2017

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce modifiche e integrazioni al Testo unico del pubblico impiego quali, ad es., le nuove norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti (che ora possono essere licenziati non solo in caso di assenze ingiustificate – i cd. furbetti del cartellino – ma anche in caso di “reiterata valutazione negativa” nell’arco di un triennio) e il polo unico Inps per le visite fiscali (con visite fiscali mirate e ripetute). “Ora – ha dichiarato il ministro Madia – abbiamo le carte in regola da punto di vista normativo” per “riaprire la stagione contrattuale“.

A non essere in regola sono le risorse necessarie per raggiungere gli «85 euro medi» di aumento a regime scritti nell’intesa del 30 novembre scorso fra governo e sindacati. Mancano ancora 2,5 miliardi (che non sono certo bruscolini).

Il rischio potrebbe essere quello che le nuove norme giuridiche (peggiorative) entrino in vigore prima dell’aumento contrattuale.

In ogni caso il Ministro ha già da tempo dichiarato che l’indicazione sarà quella di privilegiare nei ritocchi salariali le fasce di reddito più basse, in una sorta di piramide rovesciata che dovrebbe offrire meno a chi sta più in alto nella scala degli stipendi.

Baccei si è già premurato di dire che “la Regione la stessa operazione che farà lo Stato, L’aumento avrà le stesse percentuali. E se lo stato inserirà meccanismi premiali, lo stesso faremo anche noi”.

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A proposito della telefonata tra i Renzi padre e figlio. Intervista a Vladimiro Zagrebelsky sulle intercettazioni

Repubblica del 21 maggio 2017

«La stampa è, come si usa dire, il quarto potere. La separazione dei poteri porta con sé, come ha scritto Repubblica, la separazione dei doveri. E quindi il magistrato cerca le prove, il giornalista pubblica le notizie». Dice così Vladimiro Zagrebeisky, ex giudice della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.