Il Consiglio dei ministri ha approvato l’ultima versione del Testo Unico sul pubblico impiego, che include anche le regole nazionali sulle stabilizzazioni dei precari e in Sicilia si apre una corsa contro il tempo perché ora l’Ars, ormai in un clima da rompete le righe, dovrà approvare prima dello scioglimento poche e decisive modifiche alla legge regionale per dare il via alle stabilizzazioni.
E questo fa infuriare i sindacati. La Cgil, con Clara Crocè e Mimma Argurio, ha contestato il rinvio al 2018 e annunciato «assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro e iniziative clamorose di mobilitazione nei prossimi giorni». La Uil, con Luca Crimi, teme che «in Sicilia a causa di una politica assente e pasticciona saremo costretti a registrare un ulteriore ritardo.
Commento
La parola riclassificazione, di per sé, non significa nulla. Ri-classificare significa (ripartire) in modo diverso qualcosa (in questo caso il personale).
Se alla riclassificazione non segue una progressione verticale, il risultato sarebbe solo un semplice cambio del nome.
Cosa, a mio avviso, ancora più grave e pericolosa sarebbe quella di associare alla riclassificazione (ovvero al semplice cambio del nome) l’assegnazione di incarichi e responsabilità senza un congruo adeguamento stipendiale. Ricordo a me stesso che il dirigente è il responsabile del provvedimento finale, ma ciascuno di noi è responsabile di quel pezzo di istruttoria che ha curato.
Fatta questa premessa, è innegabile che la stabilizzazione dei precari e la riclassificazione del personale con successive progressioni verticali sono due processi in conflitto tra loro che necessitano un’armonizzazione e una programmazione.
La stabilizzazione dei precari o l’immissione di personale proveniente da altri enti o società varie (catalogatori e altri) implica, infatti, “l’occupazione” di posti in pianta organica che potrebbero essere destinati alle progressioni, e questo vale sia per gli enti locali che per la regione.
A buon intenditor……….continua a leggere
Se parliamo di ritardo ci perdiamo di casa come si dice in gergo Siciliano, la L.n° 296/2006 art.1 comma 557 e 558 finanziaria Nazionale 2006-2007-2008, ha accumulato un forte ritardo è non da poco!!!, la cosa strana è che i treni Enti Locali sono stati soppressi già da molto tempo, per mancanza di rete ferroviaria, mentre quello Regionale è arrivato in stazione già a Gennaio 2011 anche senza vagoni!!!.