Saviano: “Il Pd fa leggi di destra, normale che faccia patti con Berlusconi”

Il Fatto Quotidiano del 28 maggio 2017

Domanda: Saviano, perché il Pd tratta con un leader che nemmeno può sedere in Parlamento?

Risposta: L’esperienza di Matteo Renzi da segretario del Partito democratico ha avuto sin dal principio l’obiettivo primario di prendere l’elettorato di Berlusconi. Il 41% alle Europee del 2014 è stata la conferma, per il segretario, della necessità di quella operazione. Matteo Renzi sa – e credo non si dia pace per questo – che la fine prematura della sua leadership è stata la rottura del Patto del Nazareno. Sa di aver “tradito” non solo Berlusconi, ma le premesse politiche della sua segreteria. Berlusconi aveva evidentemente designato Renzi quale suo erede politico.

Sanità, Regioni in rosso. Buco di 100 milioni per curare i clandestini

Il Giornale del 28 maggio 2017

Nel 2016 ne sono arrivati 180mila, stremati e in condizioni psicofisiche precarie, altri 50mila solo da gennaio a oggi. Un esercito di bisognosi a cui devono far fronte le Regioni e le aziende sanitarie locali che si trovano in prima linea nell’accoglienza. Non c’è solo il personale impiegato nei porti di sbarco (da Messina a Taranto), per gli screening di rito e l’assistenza igienico sanitaria primaria. C’è anche tutta la macchina delle aziende ospedaliere dei territori a muoversi sulla seconda linea, quando il soccorso base non basta ma sono necessarie cure più complesse: profilassi, ricoveri per infezioni e parti, prestazioni diagnostiche, radiografie, prelievi ematici. Interventi che richiedono una spesa cresciuta negli ultimi anni fino a diventare un macigno sulle spalle delle Regioni.

Musei. Arriva la norma salva-direttori

A pochi giorni di distanza dal polverone nella “manovrina” spunta l’antidoto alla sentenza del Tar che ha bocciato le nomine del ministro Dario Franceschini per la direzione di cinque musei. Il rimedio legislativo passa per una diversa interpretazione di una norma di ben 16 anni fa. E’ un comma aggiunto in discussione in Commissione Bilancio all’art. 22 della manovra, il numero 7bis, che supera la sentenza del tribunale amministrativo del Lazio fornendo un’interpretazione nuova del decreto legge 2001 sulla base del quale nel 2014 si è proceduto alle nomine dei direttori stranieri poi cassate. Vicenda sgradita a Matteo Renzi, tanto da indurlo a rammaricarsi per non aver riformato i tribunali regionali.

Recitava una famosa canzone Fabrizio De Andrè “Una volta un giudice come me giudicò chi gli aveva dettato la legge: prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge”.