TFS, è legittimo il pagamento dopo anni? Per l’INPS sì, ma deciderà la Corte Costituzionale

Di Jastrow (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia CommonsEstratto dell’articolo di Andrea Bassi per “Il Messaggero”

La data del giorno del giudizio è fissata. Il 9 maggio la Corte Costituzionale deciderà sulla liquidazione dei dipendenti pubblici. La domanda a cui i giudici supremi dovranno rispondere è semplice: è lecito pagare con ritardi fino a 7 anni la liquidazione agli statali? L’Inps, in una memoria difensiva depositata agli atti della Consulta, ha già dato una sua risposta. Affermativa.

La prima considerazione che gli avvocati dell’Istituto di previdenza fanno, è che in realtà non è del tutto vero che i dipendenti pubblici non possono incamerare subito le somme della liquidazione. L’Inps a febbraio ha attivato un prestito a tasso agevolato (l’1%) che permette di avere un anticipo su tutta la somma.

[…]

Ma c’è anche un altro tema, secondo gli avvocati dell’Istituto.

Va fatta una distinzione tra il Tfs, il Trattamento di fine servizio, e il Tfr, il trattamento di fine rapporto. Il ragionamento è centrale, e va seguito con attenzione. Il Trattamento di fine servizio è la vecchia “liquidazione”.

Quella pagata agli statali assunti fino al 31 dicembre del 2000 ed è commisurata all’ultima retribuzione (circa l’80%). Dal primo gennaio del 2001, invece, tutti i dipendenti pubblici assunti, percepiscono come nel privato il Tfr, il trattamento di fine rapporto, che è una “retribuzione differita” trattenuta mensilmente in percentuale dello stipendio.

 TFR TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

 Perché questa distinzione è importante? Perché secondo l’Inps tutt’al più è il Tfr degli statali che può essere soggetto alle stesse regole dei lavoratori privati e, dunque, potrebbe essere pagato immediatamente. Il Tfs, invece, no. Una tesi che se accettata dalla Corte, farebbe risparmiare miliardi di euro allo Stato.

Questo perché nessun lavoratore pubblico assunto con il Tfr ha ancora chiesto la liquidazione, essendo in vigore per gli statali da 22 anni quando ne servono più di 40 per andare in pensione.

Solo il prossimo anno andranno in pensione 150 mila statali che, per una media di 70 mila euro ciascuno di buonuscita, dovrebbero ricevere in tutto 10,5 miliardi dal Tesoro.

[…]

 corte costituzionale

 Nella memoria depositata dagli avvocati che difendono un iscritto del sindacato Confsal-Unsa, che sui ritardi di pagamento della liquidazione combatte da anni, viene ricordato come sia stata la stessa Corte Costituzionale nella sua precedente sentenza, la 159 de 2019, a spiegare come non ci sia differenza tra il Tfr e il Tfs.

[…]

La Consulta aveva sostanzialmente detto che un differimento poteva essere lecito per chi lascia il lavoro in anticipo (per esempio con Quota 100), ma era difficilmente giustificabile per chi esce a 67 anni con la vecchiaia. In questo caso la liquidazione andrebbe pagata subito. E i giudici avevano invitato il Parlamento ad intervenire.

Ma nulla si è mosso. Con l’aggravante che intanto è arrivata un’inflazione galoppante. Oggi ricevere la buonuscita con 5-7 anni di ritardo, senza rivalutazione e senza interessi, equivale a un taglio del 25-30 per cento dell’assegno. Una sorta di tassa applicata sui soli dipendenti pubblici. Alla Corte l’ardua sentenza.


Erogazione del TFR/TFS dopo 12/24 mesi dalla data del collocamento a riposo – Avviso ai pensionati

Erogazione del TFR/TFS dopo 12/24 mesi dalla data del collocamento a riposo – Avviso ai pensionati

Come è noto è orientamento del Tribunale di Palermo far valere le ragioni dei pensionati regionali relativamente al diritto alla corresponsione degli interessi legali dovuti sul rispettivo trattamento di fine servizio o trattamento di fine rapporto a decorrere dal terzo mese successivo alla maturazione dello stesso, avvenuta 12 o 24 mesi dopo la data di collocamento a riposo, in ragione dell’età anagrafica posseduta da ciascun ricorrente.
Si precisa, inoltre, che la platea degli interessati riguarda anche i pensionati ancora in attesa del TFR/TFS o i pensionati che hanno chiesto l’anticipazione del TFR/TFS a istituti finanziari o bancari.
E’, pertanto, intendimento del COBAS-CODIR far valere suddetto principio nei confronti di tutti i pensionati regionali contro il Fondi Pensioni.
Per quanto sopra si invitano i pensionati che volessero aderire all’iniziativa legale o che, preliminarmente, volessero solo informazioni in merito, ad inviare una e-mail a [email protected] per essere successivamente contattati dai legali incaricati.

487 POSTI AI CENTRI PER L’IMPIEGO SICILIANI: GRADUATORIE DEI CONCORSI DA RIFARE

Articolo tratto da siciliaonpress.com

Il Dirigente Generale dell’Assessorato Regionale della Funzione Pubblica, Carmen Madonia, ha avviato il procedimento per annullare in autotutela i due decreti di approvazione delle graduatorie per l’assunzione di 487 unità da inquadrare in categoria C  ed inserire nei Centri per l’Impiego della Regione siciliana.

Le unità da assumere sono così suddivise: 311 unità con la qualifica di operatore del mercato del lavoro e 176 unità con la qualifica di istruttore amministrativo contabile.

Significa che le due graduatorie sono adesso sospese e verranno rifatte a cura delle rispettive commissioni esaminatrici.

La motivazione del procedimento in autotutela non riguarda i punteggi della prova di esame, ma solamente quelli dei titoli valutati. In pratica, il Dirigente Generale, Carmen Madonia, richiede formalmente alle commissioni esaminatrici dei due concorsi (311 e 176 posti) di valutare nuovamente i titoli di studio e quelli di servizio…..continua a leggere

Convocazione Aran Sicilia del 18 aprile 2023 – proclamazione stato di agitazione – Il Cobas/Codir chiede all’assessore alla Funzione Pubblica se la convocazione e l’invio della vecchia bozza (incompleta) di contratto siano state concordate con il nuovo governo

Il 18 aprile scorso il Commissario straordinario dell’Aran Sicilia ha, inaspettatamente, convocato le OO.SS. rappresentative per una contrattazione riguardante il contratto collettivo regionale del comparto non dirigenziale, triennio 2019-2021, a tutt’oggi non sottoscritto.
In quella sede, il Commissario straordinario pro-tempore, ha dichiarato che, in forza della nomina ricevuta con D.P. Reg. n.45 dell’8 febbraio 2023, riteneva di essere in possesso dei requisiti per potere procedere alla ripresa delle trattative relative il contratto in oggetto indicato pur in assenza di apposite direttive da parte del nuovo governo regionale.
Successivamente, in data 21 aprile 2023, a mezzo P.E.C. il Commissario straordinario dell’Aran ha inviato a tutte le organizzazioni sindacali la bozza di CCRL in questione già presentata il 14 luglio 2022 per la sottoscrizione e allora respinta dalla maggioranza delle OO.SS.
Tale bozza di contratto, appare utile precisare, fu redatta dall’allora Presidente dell’Aran Sicilia senza che venisse accolta la benché minima richiesta di parte sindacale e attraverso un irrituale percorso di convocazioni della durata di circa 60 minuti che palesavano la reale volontà di non addivenire alla stipula di un contratto condivisibile almeno in parte.
Inoltre, la bozza contrattuale non sottoscritta, oltre a non contenere alcuna previsione, neppure programmatica, circa un riassetto professionale dei dipendenti, non conteneva, come detto, neanche le tabelle economiche con aggiornamento delle indennità nella loro totalità (così come richiesto dalla scrivente) ferme ormai da decenni a livelli inaccettabili e assolutamente inadeguati trattandosi di remunerazione di servizi istituzionali cui l’Amministrazione regionale deve fare ricorso in gran parte degli uffici centrali e periferici pena la paralisi amministrativa. Per non tacere della mancata previsione dell’adeguamento dell’indennità di amministrazione a quella prevista dallo Stato nel Comparto Ministeri cui la Regione Siciliana fa riferimento e che rappresentava un elemento insormontabile circa la mancata stipula contrattuale.
Poiché, pertanto, la convocazione del 18 aprile u.s. e il successivo invio della bozza contrattuale non portano alcun elemento di novità rispetto alla politica provocatoria e di mortificazione portata avanti dal precedente governo regionale Musumeci contro il personale regionale e della quale il Presidente pro-tempore dell’Aran Sicilia (oggi commissario straordinario), probabilmente suo malgrado, è stato latore, si chiede di conoscere se le iniziative suddette siano state concertate con la S.V. On.le e se, le stesse, in caso affermativo, possano rappresentare le reali intenzioni di questo nuovo Governo circa la politica sul personale fino a oggi deficitaria. Una mancata iniziativa di governo relativa alle aspettative dei dipendenti apparirebbe, infatti, surreale per l’aperto contrasto con le dichiarazioni pubbliche rese dalla S.V. On. le circa il riconoscimento della necessità di procedere a un serio e urgente processo di riclassificazione di tutto il personale del Comparto e della terza fascia dirigenziale nonché, riferendo anche le intenzioni del Presidente della Regione, la volontà di nominare un nuovo Comitato direttivo dell’Aran Sicilia che possa procedere, in modo spedito, alla risoluzione e rivisitazione dei contratti rappresentando una inversione di tendenza rispetto il passato.
Appare utile precisare, in proposito, che il grado di esasperazione dei dipendenti è oramai incontenibile sia per i profili giuridici che per la situazione economica anche a causa dell’inflazione galoppante subita dai lavoratori dipendenti senza alcun ristoro riconosciuto, invece, in tutti i comparti publici e privati d’Italia. Per tali ragioni, la scrivente Organizzazione sindacale, in assenza di elementi certi circa la definizione delle varie vertenze aperte, proclama lo stato di agitazione di tutto il personale regionale, degli enti e società che ne applicano il contratto riservandosi ogni ulteriore iniziativa di lotta sindacale.
Si resta in attesa di cortese e urgente riscontro.

Lo Stato che non premia il merito

di Sabino Cassese

Si pensa a nuove assunzioni invece di retribuire meglio quelli che ci sono, anche per migliorare il servizio.


Autorevoli esponenti di governo continuano ad annunciare cospicue assunzioni nel settore pubblico. Già altre ne sono state disposte con il piano di ripresa. Si aggiungono le immissioni in ruolo dalle graduatorie provinciali degli insegnanti di sostegno e la stabilizzazione dei precari con 36 mesi di servizio, anche non continuativo, nonché dei precari degli enti locali.

È questo il modo per rafforzare la capacità amministrativa del settore pubblico?……continua a leggere

Lagarde. Le imprese aumentano i prezzi in misura superiore all’incremento del costo di produzione, accrescendo, così, i profitti e spingendo l’inflazione, mentre gli stipendi restano fermi

Secondo Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, le imprese aumentano i prezzi in misura superiore all’incremento del costo di produzione, accrescendo, così, i profitti e spingendo l’inflazione, mentre gli stipendi restano fermi.


Tra il 2020 e il 2021 gli imprenditori piangevano lamentando il calo della domanda e chiedevano di drenare risorse dai dipendenti. Ora, gli imprenditori si tengono stretti i loro profitti creando inflazione. 

Emendamento al disegno di legge di conversione del D.L. 18/2020 “Cura Italia”. Tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici. Prove tecniche di introduzione

Statali, si fa largo l’idea del taglio agli stipendi che aiuti i privati

In Germania bonus anti-inflazione di 3mila € per i dipendenti pubblici e aumento di 200 € in busta paga. Da noi il ministro Zangrillo parla di spendig review

Tremila euro esentasse in busta paga quest’anno e poi, da marzo 2024, un aumento di 200 euro al mese. Seguirà un ulteriore incremento dello stipendio del 5,5%, per un incremento che alla fine raggiungerà i 340 euro lordi. È il succo dell’accordo siglato tra i sindacati tedeschi e lo stato per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. Il risultato arriva dopo mesi di contrattazioni e scioperi che hanno interessato tutto il paese. Alla fine la mobilitazione ha pagato anche se meno di quanto auspicato dai sindacati di categoria. Il sindacato dei dipendenti pubblici sottoporrà comunque l’intesa al giudizio dei suoi iscritti e l’ok finale verrà eventualmente deciso solo il 15 maggio.


Def: zero risorse per i contratti della Pa

La finanziaria della Regione Siciliana fatta a pezzi: ecco tutte le spese bocciate a Roma

Cadono 115 milioni per i Comuni e 50 per le Province, somme destinate a finanziare il pagamento delle rate dei mutui per i cosiddetti investimenti degli enti locali. Vengono meno i 300 milioni con cui il governo Schifani intendeva erogare maxi contributi alle imprese che assumeranno a tempo indeterminato e si inceppa quindi sulla linea di start il piano per l’occupazione che era il fiore all’occhiello della manovra economia della Regione Siciliana. Spariscono pure 74 milioni che nei piani della giunta servivano a garantire una parte dei compensi per i forestali dell’Isola. Tutto questo porta con sé la maxi impugnativa decisa ieri sera dal Consiglio dei ministri. Un colpo di penna che taglia dalla Finanziaria approvata il 10 febbraio almeno 38 norme interamente finanziate con il Fondo sviluppo e coesione, cioè con contributi nazionali di cui però al momento Palazzo d’Orleans non dispone, perché formalmente manca l’assegnazione ufficiale da parte del governo Meloni.

Il decreto Pnrr è legge: ecco tutte le novità per la Pubblica amministrazione: i precari degli enti locali potranno essere stabilizzati. Pensionati: ok agli incarichi retribuiti nel pubblico. Retribuzioni di risultato dei dipendenti pubblici legate alla puntualità con cui saldano le fatture

Tratto da PAmagazine

Il provvedimento si divide in tre parti. Contiene disposizioni per la riorganizzazione della gestione del Pnrr, disposizioni per rafforzare le capacità amministrative e per semplificare le procedure e disposizioni relative alle politiche di coesione. Potrà essere stabilizzato il personale di Regioni e Comuni che è stato impiegato a tempo determinato per almeno ventiquattro mesi nell’ambito di progetti europei. Questa misura interessa soprattutto gli enti locali del Mezzogiorno. Non solo. La Pubblica amministrazione apre le porte ai pensionati pubblici: potranno ricoprire incarichi retribuiti di vertice presso enti e istituti.

Il decreto punta anche ad accelerare i pagamenti della Pubblica amministrazione. In che modo? Legando le retribuzioni di risultato dei dipendenti pubblici alla puntualità con cui saldano le fatture. Oggi le amministrazioni hanno 30 giorni di tempo per saldare le fatture commerciali. L’asticella sale a 60 giorni per la sanità.

Riaccertamento dei residui – Mancato pagamento di indennità e lavoro straordinario resi nell’anno 2022 dal personale regionale

Si è appreso, informalmente, che il Collegio dei Revisori dei Conti, istituito in attuazione dell’articolo 3 del decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 158 quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione in raccordo con la sezione regionale di controllo della Corte dei conti, abbia chiesto, più volte, chiarimenti a quasi tutti i Dipartimenti regionali e Uffici equiparati in merito al riaccertamento dei residui, la cui approvazione compete alla Giunta con deliberazione, previa acquisizione del parere obbligatorio di suddetto Collegio.

Considerato che la risoluzione di questi quesiti è propedeutica all’erogazione di tutto il salario accessorio, indennità comprese, per quanto sopra si invitano si invitano gli Uffici in indirizzo a volere fornire in tempi rapidi i chiarimenti richiesti al fine di consentire al sopra citato Collegio di potere esprimere il parere in questione consentendo, così, l’erogazione delle spettanze al personale del comparto costretto, in questo particolare momento storico a dovere fare i conti con un tasso di inflazione che viaggia a due cifre.