…E sulla Formazione l’ex dirigente generale Albert presenta un esposto dettagliato. Le indagini della Corte dei Conti riguarderebbero pure lo straordinario pagato ai dipendenti

L’ex dirigente generale del Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Ludovico Albert ha presentato un esposto al presidente Crocetta e ai ministri Fornero e Barca con il quale ha denunciato tutta una serie di “anomalie” (chiamiamole così) riguardanti il settore della Formazione.

  • Fondi extra budget assegnati agli enti al di là del finanziamento approvato inizialmente;
  • Anticipazione agli enti fino all’80 per cento del finanziamento senza chiudere mai il rendiconto finale;
  • Pagamento discrezionale della stessa ora di corso di formazione in un ventaglio che andava da 75 a 241 euro.

Un troncone di indagini riguarderebbe pure lo straordinario pagato dal Dipartimento che tra il 2008 e il 2009, per molti dipendenti avrebbe superato, e di gran lunga, le normali ore di servizio.

Per avere cercato di portare un po’ d’ordine, Albert avrebbe subito anche intimidazioni (gli sarebbero state bucate le ruote dell’auto).

In mezzo a tale marasma e con il fiume di denaro pubblico che scorre in questo settore sembra che qualche dipendente “si arrangiasse” stornando verso il proprio conto corrente i mandati di pagamento destinati ai fornitori.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “…E sulla Formazione l’ex dirigente generale Albert presenta un esposto dettagliato. Le indagini della Corte dei Conti riguarderebbero pure lo straordinario pagato ai dipendenti”

  1. Ottima disamina!
    Non ho oscurato i nomi degli indagati in quanto sono stati già resi pubblici dalla stampa.
    Grazie per il tuo contributo.

  2. Se i comunicati stampa e il sequestro conservativo disposto dalla Polizia nei confronti del sig Currao (€ 70.000), saranno confermati per un verso dalla C. dei Conti (giudizio di responsabilità per danno patrimoniale) e per altro verso dal Tribunale penale (reato contro il patrimonio, procedibile d’ufficio), sarà interessante vedere quale sarà il reato penale ad Egli ascritto, in quanto i giudici dovranno stabilire se si tratta di “peculato”, dove la pena oscilla da un minimo di 3 anni ad un massimo di 10 (art 314 c.p.) oppure di “truffa aggravata ai danni dello Stato”, reato di minore importanza, ove la pena oscilla da un minimo di 1 anno ad un massimo di 5 (art 640 cp). Tenendo conto della giurisprudenza che ha chiarito il comportamento che discrimina le due tipologie di reato, ritengo che il raggiro e l’artificio di manipolare le coordinate bancarie o il codice iban, inducendo in errore il collega Di Prima dell’ufficio di ragioneria, ignaro e disinteressato all’azione criminosa, raffigura la ” truffa aggravata”. Diversa, a mio avviso, è la posizione del bancario che ha eseguito l’operazione contabile, tenuto conto che ha visto al computer, digitando le coordinate bancarie del beneficiario, la non corrispondenza dei 2 nominativi.
    Nucleo essenziale del reato di truffa è l’inganno, realizzato con artifici o raggiri: con l’inganno la vittima viene indotta in errore, a seguito del quale compie un atto, positivo o negativo, che comporta una diminuzione del suo patrimonio con profitto dell’agente o di altri; atto che la vittima non avrebbe compiuto senza la frode dell’agente, dal momento che il consenso è stato carpito fraudolentemente. La fattispecie in esame si concreta quindi nella trasfigurazione della realtà in merito a situazioni la cui esistenza, nei termini falsamente rappresentati, è essenziale per l’atto che l’autore del reato ha interesse a far compiere alla p.a.
    Diversamente, si avrà peculato quando i comportamenti truffaldini si limitano ad occultare il delitto, senza interferire sul possesso che già trova causa nella ragione del servizio (Cass. 8 giugno 1998, n. 6753).
    Il dirigente Cimino, per quanto le riguarda, dovrà dimostrare di essere stata truffata, quindi dovrà dimostrare come mai Currao aveva la sua scheda per il mandato informatico, come mai il mandato è stato passato alla ragioneria nei 6 mesi in cui Currao era sospeso dall’ufficio (per altro reato penale commesso precedentemente), come mai non aveva affiddato ad un altro istruttore, l’incarico di eseguire i pagamenti che non poteva effettuare Currao (era sopeso dall’ufficio per un lungo periodo), cosa ha fatto quando ha saputo che la Banca aveva bloccato un mandato di pagamento ” errato” (disposto da Currao a suo favore), altra fattispecie analoga ma di esito differente, favorevole per l’archiviazione dell’indagine nei confronti dell’ altra dipendente della ragioneria, sig.ra Princiotta ( a quanto pare anche lei aveva vistato un mandato di pagamento errato, sbagliando allo stesso modo del sig Di Prima).

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