Esteso il congedo straordinario per assistenza disabili ai parenti entro il 3° grado

Il congedo straordinario fino a 2 anni, concesso per l’assistenza di persone in situazione di disabilità grave è stato esteso dalla Corte Costituzionale anche ai parenti e affini conviventi entro il 3° grado. Tale sentenza segue le altre che hanno esteso il diritto anche ai fratelli, sorelle e figli conviventi. L’Inps con una circolare pubblica l’ordine di priorità per il riconoscimento, ivi compreso dell’indennità economica prevista.

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 203 del 3 luglio 2013 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 42, comma 5, del D.Lgs. n. 151 del 26 marzo 2001 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) nella parte in cui, in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura della persona disabile in situazione di gravità, non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo straordinario il parente o l’affine entro il terzo grado convivente della persona in situazione di disabilità grave, in violazione della Costituzione….continua a leggere

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Esteso il congedo straordinario per assistenza disabili ai parenti entro il 3° grado”

  1. Mi sembra di leggere uno dei tanti commenti contro i dipendenti regionali postati su LiveSicilia.
    Dal commento traspare poco “velatamente” il continuo abuso da parte dei dipendenti regionali sia del congedo straordinario sia dei permessi sindacali.
    Il nostro amato presidente o il “sunseri” di turno ci andrebbe a “nozze”. Troverebbero lo spunto per andare in televisione a lanciare invettive o per costruire un bell’editoriale!
    La rapida conclusione sarebbe che se lo dice un dipendente doc…..
    E’ chiaro che su 20mila dipendenti regionali è fisiologico che ci un certo numero di dipendenti che abusi della malattia, del congedo straordinario, dei permessi sindacali, etc.
    Mio fratello (bancario) e il mio amico (Trenitalia SPA) lamentano la stessa cosa per alcuni colleghi ma nessuno lo spiattella in televisione da Giletti.
    Fatta questa premessa cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questa delicata materia.
    Io non ci trovo nulla di strano che in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura della persona disabile in situazione di gravità, venga riconosciuto il diritto al parente o affine di terzo grado, anche perché, il dipendente che chiede di potere usufruire di tale diritto “Durante tale periodo il dipendente conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa. Il congedo non è computato nell’anzianità di servizio né ai fini previdenziali….”
    Quindi in questo caso l’abuso sarebbe “a proprie spese”.
    Quanto all’abuso dei permessi sindacali usufruiti da parte di chi non svolge effettivamente attività sindacale, la drastica riduzione del numero dei permessi non consente più certi giochetti (o, sono consentiti in misura molto ridotta), tranne doversi trovare, a fine anno, a non potere partecipare alle contrattazioni. E comunque, anche qui, ben vengano i controlli.

  2. Prevedo che saranno in tanti, tra i dipendenti regionali, a richiedere di poterne usufruire.
    E, magari, anche tra chi già usufruisce di permessi sindacali.
    A proposito: si può svolgere attività sindacale e, contestualmente, beneficiare del congedo straordinario per assistenza a familiari disabili?
    In teoria forse sì, ma, nella pratica, ogni momento non destinato al lavoro dovrebbe essere dedicato a fornire assistenza al soggetto portatore di handicap.
    Giusto per evitare frustranti sensi di colpa o, addirittura, scarso impegno nell’attività sindacale svolta……

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