Ichino: «Lo smart working? Per molti dipendenti è stata vacanza»

di Lorenzo Salvia

Lo smart working per i dipendenti pubblici? «Nella maggior parte dei casi è stata solo una lunga vacanza pressoché totale, retribuita al cento per cento». Non usa certo un tono diplomatico Pietro Ichino, giuslavorista e più volte parlamentare (PD e Scelta Civica), intervistato da Libero.

A suo giudizio, davanti all’emergenza del lockdown la strada da seguire doveva essere un’altra: «Si sarebbe potuto estendere a questi settori il trattamento di integrazione salariale», cioè la cassa integrazione che per i dipendenti pubblici non c’è, visto che il datore di lavoro è lo Stato. «E destinare il risparmio a premiare i medici e gli infermieri in prima linea, oppure fornire i pc agli insegnanti, costretti a fare la didattica a distanza con i mezzi propri». Secondo Ichino sarebbe utile se il «ministero della Pubblica amministrazione almeno fornisse un quadro attendibile di quanta parte dei dipendenti pubblici si è veramente attivata per fare smart working e quanta no».

Dal ministero della Funzione pubblica replicano così…..continua a leggere

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Ichino: «Lo smart working? Per molti dipendenti è stata vacanza»”

  1. fermo restando che è stata la conseguenza di uno stato di emergenza imprevisto ed imprevedibile ma, a me essere giudicato, valutato, criticato, governato da persone che guadagnano 10 volte il mio stipendio …… mi da un fastidio non da niente!! E continuiamo a stare a guardare!!

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