Il lucido commento del collega Gianfranco (lettura consigliata)

Lungi da me voler apparire pungente, scortese, volgare, inopportuno; forse, dico forse, il collega avrebbe fatto meglio a documentarsi per bene circa le azioni di lotta sindacale portati avanti, quanto meno dal Cobas. Del resto, con un pizzico di pazienza, è sufficiente accedere al sito ufficiale del medesimo, e sfogliare gli innumerevoli documenti pubblicati che attestano inequivocabilmente la miriade di tentativi esperiti nei confronti dell’Aran e del Governo, ahimè…certamente con risultati assai deludenti. Mi pare superfluo effettuare una ricostruzione delle lunghe ed estenuanti trattative, ma è sufficiente evidenziare le conclusioni: il Presidente della Regione Siciliana, eletto con appena il 10% dei consensi rappresenta l’Isola; l’Assessore al Bilancio, nominato direttamente da Roma è il “vero” Presidente, ovvero colui che comanda…nominato dal Premier, Matteo Renzi…si, proprio lui, ovvero quello che fa il Premier senza nemmeno essere stato eletto, anzi senza essere nemmeno stato candidato! L’Aran, infine, il cui commissario è pagato alla pari di un dirigente generale, ha dimostrato di “contare” quanto il due di coppe quando la briscola è a bastoni. Basta vedere che mesi di trattative lunghe noiose ripetitive banali sconcertanti si sono concluse con “accordi” penalizzanti per il personale….ma era tutto inutile perchè il sig. Baccei prima (la voce del padrone toscano) e Crocetta dopo, ignorando gli impegni assunti alla discussione (solo alla discussione, per trovare un punto d’incontro), si sono rimangiato tutto, tornando a parlare, all’opinione pubblica, di sacrifici dei dipendenti regionali (solo noi, ovviamente). Infine, è proprio di ieri notte (di notte…come i ladri…) la “decisione” della relativa commissione di confermare la “necrosi” del dipendente regionale sotto ogni profilo. E’ ovvio che, checchè ne dica il collega “campano”, quando tutti i tentativi esperiti, come in questo caso, falliscono, l’ultimo ed unico strumento legale dei lavoratori, come in tutti i comparti del pubblico impiego e del privato, per tentare di salvare tutelare e proteggere i diritti dei lavoratori, è lo sciopero. Comprendo benissimo la frustrazione il disturbo il fastidio la perdita di tempo e la perdita di denaro. Forse è quest’ultima perdita che stizza il collega e lo porta a conclusioni avventate ed affrettate…proprio perchè…si, insomma, perdere 100 euro coi tempi che corrono, è assai antipatico e trovare un pretesto non è poi così difficile.
Capisco pure che esprimere gratitudine a chi lavora nei nostri interessi è un sentimento troppo forte e assolutamente da evitare, giacchè regna imperante la scontentezza, il disagio, il disappunto, lo sconcerto, lo sconforto l’incazzatura, etc etc etc, Monti, allora la protesta, e non l’odio nei confronti di chi ha lavorato nel nostro interesse, non personale, ma di lavoratori, di una categoria di lavoratori, che ci piaccia o meno. Non credo che tutti i sindacati siano uguali…ce ne sono diversi, l’unità di oggi è soltanto occasionale, e soltanto perchè sono tutti accomunati contro il datore di lavoro/dittatore; per il resto, ognuno segue la propria strada, le proprie politiche sindacali, e per il dipendente c’è soltanto l’imbarazzo della scelta.
Non è quindi, a mio modesto parere, accettabile il luogo comune, allusivo e subdolo, tendente a denigrare il “sindacato” nel senso ampio del termine; l’operato potrà apparire anche insoddisfacente, e probabilmente lo è, quindi è anche criticabile, ma questo discorso richiama una sede diversa: la sanzione e la punizione al sindacato, giorno 29, per chi la commette, equivale a darsi un colpo di accetta agli attributi (in senso lato).
Sui risultati pochi lusinghieri io farei una riflessione approfondita ed avulsa dal contesto, laddove possibile, dal ruolo del sindacato, ma è chiedere troppo; stai tranquillo collega, non occorre che tu solleciti la rinuncia ed il “rientro” ai distaccati ed a coloro che sono in cumulo: un’attenta lettura del testo evidenzia inequivocabilmente che così come è posta la vicenda, il giorno successivo all’approvazione rientreranno tutti in servizio. Immagino, anche, che chiuderanno le sedi. Credo, poi, che, non godendo più di agibilità sindacale, non potranno partecipare alle contrattazioni a tutti i livelli. Vabbè, in parole povere, non avrai più nulla da lamentare, i tuoi desideri si avvereranno. In democrazia si fa così (o no?). Sono rispettati, in pieno, i principii di libertà e tutelato, del tutto, il diritto (o no anche in questo caso?)! E senza sindacati, porca l’oca (!), la si finisce di discutere (finalmente, tutti felici e contenti!!!)!!! Tutto deciderà il governo, ed il lavoratore accetta (o si spara!!!): riduzione di stipendi, licenziamenti, decurtazioni per malattia, pensioni ridotte all’osso, mobilità selvaggia….etc etc etc…in fondo si tratta delle legittime aspettative di ogni lavoratore (o no?)….
Non vi è dubbio: ciascuno ha ciò che merita! Dimenticavo l’aggravante: con il sistema sui nuovi permessi sindacali, scompariranno i sindacati autonomi, cobas sadirs siad; resisteranno, per un pò, i soliti confederali che, se fanno i “bravi”, come un tempo, potranno godere di qualche…come dire…bonaria rassicurazione, in cambio dell’avallo delle legittime aspettative di cui sopra, in favore del dipendente regionale.
Vedi collega campano, non ti fare accecare dalla rabbia, io non sono un dirigente sindacale, ma un iscritto della prima ora, ed ho sempre creduto in questo sindacato; non biasimo nessuno, ed ognuno è libero della scelta che crede più opportuna: mi permetto sommessamente di osservare, che è grazie a tutti quelli che la pensano come te, se il governo regionale, il parlamento regionale, se i parlamentari nazionali, se la stampa, se l’opinione pubblica, se i nostri parenti ed amici, tutti insieme quotidianamente ci massacrano, nell’errata convinzione che rappresentiamo la casta piena di privilegi. E’ un concetto duro a morire perchè fino ad oggi è stato molto comodo criticare e pontificare da una scrivania, non rinunciando a leccare il culo dei dirigenti generali di turno e dei politici di turno, ogni qualvolta necessita il sostegno in piazza, preferendo di gran lunga l’incarico e la “commissione” extra. Questo è un atteggiamento vile di chi lo continua a perpetrare, e che mortifica le aspettative di chi invece crede e ripone fiducia, manifestando a facendosi togliere la giornata lavorativa. Serve, improcrastinabilmente, una presa di coscienza forte, metter da parte le proprie delusioni e le proprie amarezze, e dimostrare, almeno per una volta, che siamo una forza coesa, che siamo 17.000 lavoratori stanchi di subire provocazioni vessazioni mortificazioni umiliazioni, al punto di avere smarrito definitivamente la dignità di lavoratori.
Quindi, mettiamo da parte inutili ed ingiustificati, quanto generici, rancori, e mostriamo i muscoli, non certamente per garantire qualche sindacalista imboscato (anche quelli secondo ci sono!), ma nello spirito ribelle di manifestare l’intendimenti di riappropriarci dei diritti calpestati…

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

10 Risposte a “Il lucido commento del collega Gianfranco (lettura consigliata)”

  1. Sulla validità e sull’importanza dello sciopero, credo sia stato detto proprio tutto; è superfluo aggiungere qualcos’altro, se non un fermo invito a tutti i colleghi a partecipare, in massa, per salvare la “pelle”, a prescindere da ogni ragionevole e giustificabile malumore.
    Semmai, vorrei capire meglio, nel merito, cosa avrebbero dovuto e potuto fare di più, o di diverso, e di più costruttivo, i “sindacati”. Io credo che, al di là delle azioni delle singole organizzazioni sindacali, più o meno criticabili, la condotta del governo è di stampo dittatoriale, e non mi pare abbia lasciato la possibilità ai sindacati, come avviene in tutti i Paesi civili e fondati sulla democrazia, di potere discutere, trattare, rivendicare. Anzi, in ambienti politici regna il caos assoluto, ognuno dice la propria, assumono impegni che puntualmente non mantengono, e perseverano nell’arte del doppiogiochismo. E’ inevitabile che i risultati vengono meno, ma credetemi, ho difficoltà a comprendere come il sindacato avrebbe potuto, a norma, evitare tutto questo. Francamente non lo so, non ne ho idea, nemmeno lo immagino…eppure il dito indice accusatorio è sempre puntato, sebbene nessuno, a parte la manifestazione di un generico disappunto, abbia mai dato un suggerimento o un’indicazione. Il sindacato, cari colleghi, non è un’entità astratta ed indipendente; è costituita da lavoratori come noi che rappresentano al datore di lavoro la categoria. Ora, sanzionare il sindacalista infedele è una cosa, giusta e corretta; sanzionare il sindacato perchè non ha portato il “risultato”, a mio avviso, è infantile e puerile, oltre che, come dice qualcuno, rappresenta il pretesto per non partecipare. Dobbiamo renderci conto che l’unica sede per rivendicare i nostri diritti, quando la “diplomazia” sindacale non ha sortito effetti, è lo sciopero: in quella circostanza, dalle presenze alla manifestazione e dal “rumore” della piazza, si comprendono le reali motivazioni dei lavoratori, le loro necessità, le loro urgenze e la soglia di attenzione oltre la quale il lavoratore non è disponibile a farsi calpestare. Non aggiungo altro, le conclusioni di ciascuno di noi, qualunque esse siano, non potranno prescindere dalla suddetta considerazione.
    C’è un’altra cosa di cui tenere conto: questo governo, copiando da quello centrale, ma essendone subalterno e succube, sulla carta è di sinistra, e sempre sulla carta si ispira ai principii di democrazia e libertà; un’attenta riflessione, invece, ci porta a pensare che al comando ci sono persone privi di una maggioranza, e privi del consenso elettorale; eppure, nonostante ciò, pur predicando il rinnovamento per il benessere della collettività, nessuno si è ancora accorto che dettano legge in modo spudorato e calpestando ogni diritto, nonchè abolendo dal loro vocabolario la parola “dialogo”. Si fa così, piaccia o meno. Punto e basta!…mi ricordo di aver letto qualcosa in proposito sui libri di storia…un periodo che in Italia va dagli anni 20 del secolo scorso fino alla seconda guerra mondiale. Insomma, è dittatura conclamata, camuffata dall’abitino PD, e se non vogliamo intervenire per noi, lo vogliamo fare almeno per i nostri figli?…

  2. Ho avuto la tessera del sindacato perchè credo nella rappresentanza, oggi paghiamo in prima persona il fallimento della rappresentanza che da molto tempo ha messo la testa sotto la sabbia . Domani aderirò allo sciopero perchè è giunto il tempo di tornare in piazza:

  3. Si Aron, con i dovuti distinguo dal tuo ragionamento, condivido pienamente. La polemica la rinvio ad un momento successivo, se ce ne sarà ancora l’opportunità; al momento, esprimo viva preoccupazione perchè in molti sono ancorati al meschino tornaconto personale, ed immediato; recuperare la dignità di lavoratori è fondamentale, ma la protesta non può e non deve avere alcun colore politico e/o sindacale, se si vuole provare a dimostrare che siamo una “forza” di cui tenere conto, in particolare in competizioni elettorali, diversamente sarà il “timbro” del fallimento.

  4. Chi non sciopera e non manifesta in piazza domani, è il vero sostenitore di Crocetta, di baccei, di Renzi: nulla quastio, purchè, in silenzio, ne accettino tutte le decisioni, in primis quelle che sanciscono la fine del dipendente regionale, di cui ci si rende consociativi e corresponsabili.

  5. Sfondi una porta aperta, se frequenti queste pagine, avrai sicuramente notato che in più occasioni ho ribadito il tuo stesso concetto riguardo il passo indietro (esclusi CGIL e UIL) sullo sciopero del 20 marzo ed il relativo accordo farsa per la trattativa all’inutile aran. Però sono convinto di due cose: primo, i tanti colleghi che con noi hanno partecipato al sit-in del 17 marzo e appartengono alle sigle “accordanti” con crocetta e il ragioniericchio venuto dal nord, sapranno loro come presentare il conto a costoro; secondo: domani, a prescindere dal tuo condivisibile ragionamento, si manifesta per la dignità di ogni singolo dipendente. Dobbiamo far arrivare ai 90 di sala d’ercole questo messaggio: “Signori Onorevoli, se continuate ad abbassarvi le braghe davanti ad un insignificante girapallottoliere venuto da chissà dove, alle prossime elezioni di qualsiasi natura non avrete i nostri voti, singolarmente, al di là degli schieramenti.

  6. DOMANI SCIOPERO, ECCO PERCHE’:
    Serpeggiano crescenti malumori fra i colleghi a causa della situazione nella quale ci hanno messo gli ultimi governi, l’ultimo in particolare. Nonostante l’affluenza prevista per lo sciopero, sarà notevole, provo rammarico e delusione per tutti coloro i quali, invece, hanno deciso di disertare, convinti, tra l’altro, che la responsabilità della distruzione del comparto dei dipendenti regionali sia da imputare ai “sindacati”, e se non principalmente, comunque in massima parte, e sempre in ogni caso in solido con la politica tutta.
    Io dissento da questo vile comportamento, oltre che infondato. Certo, che taluni sindacati abbiano recitato un ruolo di incauta commistione con il governo, o che ne siano risultati consociativi, è possibile, anzi direi proprio assai probabile. Chi ha sostenuto quei sindacati per così dire consociativi, “sapeva”, e non poteva non sapere, per il semplice fatto di essere stato diretto “fruitore” dei “servigi” di carattere meramente personale e non sindacale, nel senso del possibile beneficio per la collettività dei dipendenti regionali; orbene, da tempo, sono stati chiusi i rubinetti della superficiale erogazione fondata sui discutibili principii della connivenza e dello scambio e, pertanto, qualcuno osa accostare quei sindacati che, sebbene indirettamente, si sono resi corresponsabili con i governi di turno del massacro dei dipendenti regionali, al Cobas, unica organizzazione sindacale a rivendicare, sempre, i diritti dei lavoratori, in tutte le sedi, fino allo sfinimento.
    Non è la sede per sterili polemiche, domani serve il contributo di tutti, non solo degli iscritti a tutte le OO.SS., ma di tutti i lavoratori, in massa! Abbiamo tutti la consapevolezza che questo governo, alla pari di quello nazionale, e anche con il suo conforto e la subalternità allo stesso, oltre a stravolgere la “pagina” dei diritti dei lavoratori, oltre a privarli unilateralmente di qualsivoglia dignità, respinge e rifiuta il confronto con i sindacati e con le parti sociali; sappiamo che questi uomini, ben che vada degni di un cabaret rionale, responsabili della fine dell’economia dell’Isola, per fini esclusivamente di carattere elettorale, propagandistico e proiettati al consolidamento del consenso massificato dell’opinione pubblica, hanno volutamente calpestato le regole del diritto e le regole del confronto, con disprezzo assoluto degli interlocutori, nemmeno presi in minima considerazione quali esseri umani, bensì quali numeri, con il preciso ed unico scopo di promuovere scelte “sensazionali” agli occhi della collettività e di profondo rinnovo, pur consapevoli di avere realizzato soltanto nefaste sconcezze ed irreversibili danni a persone e cose, senza alcun fondato motivo.
    Non scioperare domani, equivale a sostenere e supportare, anche passivamente, questo modo mafioso e dittatoriale di gestire la res publica, a prescindere dall’incidenza che può, o meno, comportare sulla posizione della collettività dei dipendenti, od anche del singolo lavoratore. Io ritengo che scioperare domani sia un dovere etico di ciascuno di noi, dobbiamo dimostrare di “essere”, di “esistere”, e come tali di avere, oltre ai doveri che non si discutono, anche diritti che non possono essere cancellati, unilateralmente, e con un semplice colpo di spugna; lo sciopero di domani perderebbe senso e significato se venisse considerato un punto di arrivo, per i risultati che probabilmente non saranno pienamente soddisfacenti; al contrario, deve essere pensato come un punto di partenza il punto dal quale il governo deve cominciare a capire che è appena iniziata la stagione della “lotta”, e che il dipendente è capace, ha professionalità e competenze, e soprattutto ha gli strumenti (legittimi, a scanso di equivoci), basati soprattutto sui “numeri” per fare “soffrire” questo governo, per metterlo alla berlina, e per mandarlo a casa: un primo passo, semplice semplice, ma segnale davvero forte, sarebbe quello di non fornire più informazioni per le vie brevi ad ognuno dei 40 “gabinettisti” che entrano ed escono da tutte le stanze di ogni assessorato, esclusivamente per fare “putia” con i loro “clienti”; altro passo sarebbe quello di “evitare” le corsie preferenziali mensili nell’erogazione dello stipendio in favore degli assessori e del loro staff; altro segnale, inequivocabile, e serio, potrebbe essere quello che tutti i colleghi imboscati negli uffici di gabinetto escano fuori, rinuncino al lauto compenso extra circoscritto al periodo, e abbandoni al proprio destino il “politico”, unico e vero responsabile della distruzione della Regione Siciliana.
    Se domani saremo i soliti quattro gatti, nessuno avrà più il diritto di rivendicare alcunchè, anzi, quasi sicuramente non ce ne sarà più il tempo, nè lo spazio…

  7. Gentilissimo Aros, come asserito prima, per fortuna rifletto autonomamente. La dignità ce la siamo giocata nelle giornate successive al 17 marzo scorso. In quasi 38 anni di servizio, infatti, non mi era mai capitato di vedere così tanti colleghi a manifestare sotto la pioggia scrosciante.
    Rimango assolutamente dell’idea che la battaglia si doveva fare per tempo e non a giochi fatti.
    Scendere in piazza domani 29 aprile, ha un solo significato per i nostri “sindacalioti”: Provare a rifarsi un verginità.

  8. Esposizione sacrosanta, non è il momento di divisioni e/o riflessioni di merito sui sindacati, è il momento del sostegno, a prescindere. C’è di mezzo la dignità nostra e delle nostre famiglie e non possiamo permettere ad un individuo non eletto da nessun SiciliaNo di calpestarci in modo così violento. TUTTI IN PIAZZA A FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE DI PROTESTA!

  9. Apprezzabilissima riflessione, ma del tutto personale. Purtroppo o per fortuna, non tutti la pensiamo alla stessa maniera e lo dico da collega che con quasi 38 anni di servizio ha imparato a conoscere questi cosiddetti “sindacalisti”, tutti inclusi e nessuno escluso. Resto dell’idea che, tranne CGIL e UIL non si sono fatti prendere per il naso da “crucidda” nel firmare quel fantomatico accordo che è risultato solo carta straccia e che provo rammarico nel constatare che oggi stanno dando ancora la loro disponibilità. Conclusione: tutti uguali!!!

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