In pensione con il bonus-premio? Sì, ma dopo il taglio

Il GdS scrive: per 7.500 dipendenti la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo e con un bonus-premio.


Ecco cosa dice, in realtà la norma sui pensionamenti prevista in bozza agli articoli 28, 29 e 30:

  • 28) A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, le modalità di calcolo dei trattamenti di quiescenza del personale regionale in servizio, destinatario delle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 dell’articolo 10 della legge regionale 9 maggio 1986, n. 21, sono disciplinate dalle norme statali in materia, avuto riguardo al trattamento economico complessivo lordo annualmente corrisposto agli interessati. Resta ferma la competenza diretta della Regione per l’amministrazione dei relativi trattamenti.
  • 29) In armonia con i principi e le finalità dell’articolo 2 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, i dipendenti dell’Amministrazione regionale che, dalla data di entrata in vigore della presente legge e sino al 31 dicembre 2018, risultano in possesso dei requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico in base alla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore dell’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sono collocati, a domanda, in quiescenza e conseguono il diritto al trattamento pensionistico di cui al comma precedente.
  • 30) In deroga a quanto previsto dal comma 29, per il personale di cui al comma 1 dell’art. 20 della legge regionale 29 dicembre 2003, n. 21, che sia collocato in quiescenza entro l’anno nel quale consegue i requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico in base alla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore dell’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, il trattamento pensionistico calcolato ai sensi del precedente comma 28 è incrementato del 20%.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

5 Risposte a “In pensione con il bonus-premio? Sì, ma dopo il taglio”

  1. Andiamo invecchiando e ci penalizzano sempre di più….. Risparmiare sulle malattie è ridicolo. Sarebbe stato più equilibrato ridurre l’art. 47 e non praticamente azzerarlo. Quasi nessuno è mai arrivato a prendere 45 giorni di art. 47 l’anno !!!!

  2. sono d’accordo con quanto detto ma ancora oggi il bambino viene lavato nell’acqua sporca
    GOVERNO E SINDACATI DEVONO CREARE PER I PENSIONAMENTI UNA FORBICE CHE VA’ DA 94 A 96 PERCHE’ ALLO STATO ATTUALE LA GRAN PARTE DEI DIPENDENTI SE NON TUTTI SONO STATI IMMESSI IN RUOLO DOPO GLI ANNI ’80 E HANNO AVUTO RICOSTRUITA LA CARRIERA CON LA 41/85…………………………………….
    CHISSA’ SE LO CAPIRANNO!!!! I TECNICI BUROCRATI CHE MUOVONO LE FILA

  3. cara collega sono degli ipocriti – comunque se non fanno quota 96 entro il 2018 e senza l’obbligo dei 61 anni , sondando il terreno ho capito che molti si ritireranno da qualsiasi sindacato :-)),

  4. Nella proposta Baccei Crocetta noto che i permessi sindacali non sono stati tagliati, i dirigenti restano 1800, i prepensionamenti non saranno d’ufficio (e i dirigenti non hanno alcuna intenzione di andarsene!) Le uniche cose toccate, oltre all’assegno pensionistico, sono i permessi per visita medica e le assenze per malattia. Chistu è tuttu u risparmio! Naturalmente pagano sempre i più deboli e per le cose per cui si è più fragili: la salute. Si perché in Italia invece di estendere le tutele per “fare giustizia” si estendono le norme di minor favore. Sempre sui più deboli. La casta politica, dell’alta burocrazia, dei sindacati regionali si salva ancora una volta. Spero che in sede di contrattazione sindacale si aggiusti il tiro!

  5. Commento all’articolo di BLOGSICILIA “La Sicilia è ormai fallita …”:
    http://palermo.blogsicilia.it/la-sicilia-e-sullorlo-del-default-anzi-e-gia-fallita-via-alla-stagione-degli-attacchi-alla-regione/285970/

    Giuseppe Liberto economista università Bocconi

    MA DI QUALE DEFAULT PARLATE
    DI QUALE DEFICIT DELLA SICILIA

    ANGELA MERKEL sa benissimo che noi siciliani abbiamo iimpiegato trent’anni per dare alla luce le modalità applicative per l’attribuzione alla Regione siciliana delle spettanze riconosciute dall’Art.37 dello Statuto che, lo scorso 19 dicembre 2013 ha finalmente trovato attuazione con il provvedimento (decreto dirigenziale) del direttore generale delle finanze pubblicato sulla gazzetta n.301 del 24 dicembre 2013, relativo alle modalità applicative per l’attribuzione alla Regione Siciliana delle spettanze riconosciute dall’art.37 del regio decreto legislativo 15 maggio 1946 n.455, convertito in Legge Costituzionale 26 febbraio 1948 n.2 recante l’approvazione dello Statuto ha riconosciuto alla Sicilia le entrate derivanti dalle attività produttive svolte nell’isola da quelle imprese che hanno la sede legale fuori dalla Sicilia e con la con la Risoluzione n. 50/E del 13 maggio 2014, attraverso l’istituzione dei codici tributo per il versamento della quota dell’imposta sui redditi, dovuta dalle imprese aventi domicilio fiscale fuori dal territorio della Regione siciliana ma che in esso possiedono stabilimenti e impianti, consentirà alla Sicilia di incassare anche le imposte generate dalle imprese non residenti.

    Conseguentemente, mentre il Prodotto Interno Lordo della Sicilia rappresenta solamente la ricchezza apparente prodotta nella regione siciliana dalle imprese che hanno la sede legale nella stessa regione; il Prodotto Esterno Lordo rappresenta la ricchezza effettiva prodotta in Sicilia anche dalle imprese che pur avendo la sede legale fuori dalla regione, posseggono gli stabilimenti produttivi in Sicilia e pertanto risulta evidente come l’entrata del bilancio della regione siciliana avrà un’impennata già dal 1.1.2014 poichè in ottemperanza al Decreto Dirigenziale suddetto, tutte le attività economiche che insistono sull’isola (raffinerie, banche, energia, trasporti, chimiche, farmaceutiche etc) pagheranno le imposte alla Regione siciliana a prescindere dalla loro sede legale, generando un flusso di cassa aggiuntivo di svariati miliardi di euro che consentirebbe al Governatore Crocetta (se qualcuno lo informa di ciò) di azzerare il debito in un solo esercizio finanziario, di non licenziare nessuno, di poter ridurre le tasse alle imprese che operano in Sicilia e conseguentemente di non aver bisogno dei tre miliardi di euro necessari a tappare il buco di bilancio in quanto non esisterebbe alcun buco da tappare.

    In questo contesto il Presidente Crocetta pensa bene di farsi suggerire il nome del nuovo assessore per l’economia dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, di fatto affidando la custodia delle pecore al lupo

    Tutto ciò è scandaloso!

    Potrebbe mai applicare correttamente la norma che di fatto trasferisce le spettanze effettive della regione siciliana a scapito dello stato un rappresentante dello Stato presso il governo regionale siciliano?

    FATE VOI‼️

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