La lettura di questo articolo è vivamente consigliata

Articolo di Giancarlo Marcotti tratto da Finanza in Chiaro.it

Ma la Sicilia è fallita o no?

Certo che l’Italia è un Paese più che singolare, direi … unico. Soltanto qui possono accadere alcune cose che, ad ogni altra latitudine, sembrerebbero assurde.

 Gli italiani sono straordinari, e fra le loro caratteristiche peculiari c’è anche quella di sapersi godere la vita senza porsi tante domande alle quali non saprebbero dare una risposta, perché arrovellarsi il cervello con questioni esistenziali che tormentano la mente?

Forse per questo hanno sviluppato la straordinaria capacità di dimenticare immediatamente tutto, sembra che qualsiasi cosa possa passar loro sopra senza intaccarli, in altre parole gli italiani non hanno memoria, né corta né lunga, e questo, per chi fa giornalismo, è vera e propria manna che scende dal cielo.

I giornalisti possono quindi contraddirsi più volte che non corrono il rischio di essere “smentiti” ciò che hanno scritto ieri, tanto, oggi non ha più valore. Un esempio? Torniamo indietro soltanto di due mesi e vediamo cosa campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali.

16 Luglio ecco alcuni titoli di giornale: “Sicilia vicino al default: sono a rischio stipendi e pensioni” oppure, “Sicilia verso il crac finanziario” e per concludere il titolo dal Sole 24 ore del 17 luglio scorso “Regione Sicilia verso il default: solo tre milioni in cassa”.

Ora un qualsiasi lettore del giornale della Confindustria dovrebbe perlomeno inviare una mail e chiedere, scusate, ma se a metà luglio c’erano tre milioni in cassa e gli stipendi dei soli dipendenti “ufficiali” della regione ammontano a 1.080 milioni di euro all’anno, ossia 90 milioni al mese:

La regione Sicilia è fallita o no?

E se, come pare, non è fallita, cosa è accaduto?

Invece per l’italiano è tutto normale, il 20 di luglio dopo che per tre giorni non si era parlato d’altro, improvvisamente la notizia scompare da tutti i media, dopo che il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, annunciava la propria decisione di rassegnare le dimissioni il successivo 31 luglio, restando in carica per l’amministrazione ordinaria in attesa delle nuove elezioni che si terranno il prossimo 28 ottobre.

Lombardo, tra l’altro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, non sarà candidato per le prossime elezioni, in compenso non ci mancherà, e la notizia è proprio di pochissimi giorni fa, un membro della famiglia, il figlio 23enne Toti.

Ritorniamo però a quei giorni in cui su tutti i media italiani non si parlava altro che del default della Sicilia, ovviamente la notizia avrebbe dovuto preoccupare tutti gli italiani, il “buco” ufficiale della Regione è di 5,5 miliardi, ma questo è il meno, quanti lavoratori avrebbero perso il proprio posto di lavoro?

Non ci crederete ma il calcolo è impossibile!

Nessuno sa, infatti, quanti siano realmente i dipendenti, nemmeno, per sua stessa ammissione, Giovanni Bologna, il direttore del personale della Regione Sicilia, impossibile da credere? Eppure è così!

Il calcolo sembrerebbe semplice, dovrebbe essere sufficiente contare quanti stipendi sono stati pagati dalla Regione Sicilia e quello dovrebbe essere il numero dei dipendenti. Non è così, sarebbe troppo facile.

I dati che si conoscono “con certezza” non sono aggiornati, cerchiamo allora noi di fare un rapido calcolo, nel 2010 i dipendenti della Regione Sicilia erano 17.995, lo scorso anno sono stati “stabilizzati” quindi passati a tempo indeterminato altre 4,857 persone ci sono inoltre 717 lavoratori distaccati in altre strutture e 2.293 dipendenti a tempo determinato, e siamo così arrivati a 21.005, ci sono tutti?

Macché!

La Regione Sicilia ha 34 società controllate che “danno lavoro” a 7.291 impiegati, ok siamo a 28.796 dipendenti, ma almeno finisce qui?

NO!

E dove li mettete voi i 24.880 lavoratori socialmente utili e forestali?!?

Va bene dai usciamo da questo ginepraio e torniamo a bomba, alla metà del mese di luglio, allora, la situazione fallimentare descritta dai media italiani, giornali e televisioni, avrebbe dovuto preoccupare tutti gli italiani, ma, sembra del tutto evidente, che i primi a dover “non dormire la notte” dovessero essere proprio i siciliani ed i dipendenti della Regione in particolare.

Era così?

Ma neanche per idea!

Proprio in questi giorni veniamo a conoscenza, dal Corriere della Sera, che nei mesi di giugno, luglio e agosto i dipendenti della Regione Sicilia (quelli che non erano in ferie) se ne stavano beatamente in malattia, strascazzandosene della situazione fallimentare delle casse pubbliche.

Come ormai noto a tutti, infatti, in quei tre mesi i soli dipendenti “ufficiali” quindi circa 18.000 persone hanno accumulato oltre 41.000 giorni di malattia, 14.356 a giugno, 14.276 a luglio e 12.891 ad agosto, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente.

D’altronde, a giugno c’erano gli Europei di calcio, a luglio le Olimpiadi ed ad agosto … beh faceva un caldo infernale … chi poteva lavorare con quelle temperature in Sicilia?

Oppure … ma certo!!!

Come non pensarci! Qui tutti ad arrovellarsi su quale possa essere la causa di una simile epidemia, è evidente!

I lavoratori della Regione Sicilia, venendo improvvisamente a conoscenza della drammatica situazione delle casse pubbliche e per questo angosciati dalla possibilità di perdere il proprio posto di lavoro, sono stati assaliti da una forma di depressione collettiva, da qui l’aumento delle assenze per malattia.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir