La posizione di Cancelleri sui dipendenti regionali

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Qual’è la vostra posizione sui tagli ai dipendenti regionali?

«Su questo ambito farei un distinguo: da una parte i dirigenti sui quali anche la Corte dei conti si è pronunciata più volte, dall’altro i dipendenti molti dei quali con stipendi non certo da favola. Il vero nodo resta comunque quello dell’equiparazione dei regionali agli statali, perché non è più possibile utilizzare lo Statuto speciale per essere diversi dalle altre regioni. È un disallineamento con la realtà. Non mi pare di vedere panettieri o avvocati con leggi diverse da quelle dei colleghi di altre regioni. I sindacati devono capire che non si possono più accettare norme di privilegio. A pagare non possono essere sempre e solo i cittadini che con Irpef e Irap devono coprire al massimo per i prossimi 30 anni i mutui contratti per tappare i buchi di bilancio»

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “La posizione di Cancelleri sui dipendenti regionali”

  1. Il Sig. Cancelleri lo sa che i dipendenti regionali sono già equiparati a quelli statali dal 2004?
    E i dipendenti e i signori che siedono all’ARS come sono trattati? Forse vanno in pensione con norme privilegiate?
    Perchè non si informa prima di sparare sentenze a vanvera sui dipendenti regionali, che sono i figli bistrattati di una classe politica arroccata in un palazzo intento a mantenere solo privilegi per pochi.

  2. Questo non ha capito niente !
    Che gente mediocre che ci governa.
    E pensare che sono morti dei siciliani per far riconoscere alla Sicilia uno Statuto Speciale che la equipara quasi ad uno Stato sovrano e, invece, guarda che fine gli hanno fatto fare.
    Oggi di sovrano c’è rimasta solo l’ignoranza e la presunzione regnante che, purtroppo, bisogna riconoscere, lambisce anche il nostro sindacato.
    Che vergona, che popolo di idioti siamo diventati!
    Il sig. Cancelleri, prima di parlare in questo modo dovrebbe informarsi di ciò che succede nelle altre regioni a Statuto speciale…

    “Il “Movimento 5 stelle” chiede, in Consiglio Valle, di aumentare lo stipendio dei dipendenti regionali: bisticcio sui dati tra Stefano Ferrero ed Augusto Rollandin ”
    (dove il M5stelle, pur di andare incontro ai dipendenti regionali valdostani, arriva a falsificare le medie retributive delle altre regioni)

    http://www.12vda.it/politica/consiglio-valle/il-movimento-5-stelle-chiede-consiglio-valle-di-aumentare-lo-stipendio-dei

    Se a livello nazionale gli esponenti del “Movimento 5 stelle” chiedono continuamente, al settore pubblico, di risparmiare fondi, in Valle d’Aosta, il capogruppo in Consiglio Valle, Stefano Ferrero, dipendente regionale da ventisette anni, ha chiesto, mercoledì 13 novembre, con un’interpellanza di aumentare la retribuzione dei colleghi: «in base ai dati del 2011, la retribuzione media lorda dei dipendenti regionali valdostani risulta essere di 33mila e 441 euro annui, compresa l’indennità di bilinguismo, a fronte di una media di 38mila e 39 euro dei dipendenti delle altre Regioni a Statuto ordinario».
    «Vorremmo sapere, in relazione anche alla congiuntura economica sfavorevole e ad un costo della vita ai massimi livelli italiani – ha aggiunto Ferrero – se la Giunta intenda adeguare al livello medio nazionale le retribuzioni, anche con forme di incentivazione legate ad effettivi parametri di produttività e se ritenga istituire nuove modalità di finanziamento legate all’anticipo sulle indennità di fine rapporto, al fine di consentire forme di autofinanziamento legate ad esigenze familiari».
    «Il confronto tra la retribuzione dei dipendenti dell’Amministrazione regionale e delle altre Regioni a Statuto ordinario non sempre è così facile – ha risposto il presidente della Regione, Augusto Rollandin – ma credo possa essere fatto con riferimento alla relazione della sezione regionale di controllo della Corte dei conti sul rendiconto generale della Regione per l’anno 2012, in particolare alla tabella relativa ai valori medi annui delle retribuzioni dei pubblici dipendenti, che indica che il valore medio del comparto regionale valdostano si attesta su 32mila e 208 euro per il 2011, contro un valore medio per le Regioni ordinarie di 29mila e 728 euro. C’è poi da tenere conto del blocco della contrattazione nel pubblico impiego, operativo fin dal 2010. Per quanto riguarda le forme di incentivazione legate ad effettivi parametri di produttività, ricordo che l’Amministrazione regionale ha già fatto propri gli orientamenti legislativi in materia di incentivazione e di valorizzazione del merito. Il sistema è oggetto di progressivi affinamenti e miglioramenti. Circa nuove forme di finanziamento, l’Amministrazione regionale non gestisce direttamente le liquidazioni, essendo la gestione affidata per legge all’Inps e all’Inpdap, che prevedono piccoli prestiti e altre forme di sostegno. Diverso è il “Fopadiva”, che sostiene gli iscritti tramite un anticipo di parte dei versamenti effettuati per il finanziamento di spese particolari, come quelle sanitarie, per la prima casa, per i congedi parentali e la formazione. Inoltre, anche per l’anno 2013, la Regione, attraverso “Fopadiva” ed i “Servizi previdenziali” ha previsto misure di sostegno alla previdenza complementare a favore di coloro che si trovino nella situazione di bisogno o di difficoltà, al fine di garantire la continuità dei versamenti contributivi. C’è quindi la massima disponibilità ad intervenire. Per rendere evidenti queste opportunità, si è provveduto di recente ad un aggiornamento del sito istituzionale della Regione».
    «Il presidente si è riferito ad un’altra tabella, in cui venivano inglobati tutti i dipendenti del comparto unico – ha ribattuto Ferrero – ritengo poi auspicabile esprimerci con una mozione che vada nel senso di far ottenere anticipatamente una parte di liquidazione, ampliando la casistica delle esigenze, che ad oggi sono limitate. Bisogna trovare una formulazione perché i dipendenti regionali possano usufruire ora dei fondi e non in vecchiaia, viste le attuali età pensionabili sempre più alte».
    Sulla questione sono arrivate critiche anche da parte di Piero Floris, presidente di Alpe: «premetto che sono un dipendente regionale – ha stigmatizzato – ma la proposta del consigliere Stefano Ferrero di aumentare lo stipendio ai dipendenti regionali in questo momento mi pare surreale se non demagogica. Tutti gli esperti e le autorità in campo economico rilevano come non la Valle d’Aosta, non l’Italia, ma in genere i Paesi occidentali non possono più permettersi certi apparati pubblici, ma al contrario devono tenderne ad asciugarli, a razionalizzarli, a contenerne cioè l’impatto sulla spesa pubblica. Ora nel pieno della crisi si viene a reclamare l’aumento degli stipendi pubblici regionali. Queste trovate fanno male alla politica tanto come il malgoverno, perché la delegittimano dalle sue fondamenta. Ormai siamo arrivati a “chi la spara più grossa” pur di avere visibilità sui giornali e sulle televisioni, pensando in questo modo di ingannare l’opinione pubblica. Chi fa politica dovrebbe invece avere maggiore rispetto della gente soprattutto in un periodo difficile come quello attuale».

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    Dipendenti regionali tra i più ricchi d’Italia (Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, Piemonte, ecc., dove il dato sballato è solo quello siciliano!)

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2013/12/22/news/dipendenti-regionali-tra-i-piu-ricchi-d-italia-1.8343677

    TRIESTE. Secondi, tra le “speciali”, solo ai colleghi del Trentino Alto Adige. E, nel resto d’Italia, dietro ai soli piemontesi, laziali e molisani. In busta paga 2.500 euro oltre la media nazionale, addirittura 6.400 più del Veneto, la Regione che paga di meno. I dipendenti regionali del Friuli Venezia Giulia sono calati da 3mila a 2.700 ma rimangono tra i meglio trattati del pubblico impiego. Nel 2012 hanno portato a casa una retribuzione media lorda di 39.964 euro. Nonostante il comparto unico, e la presunta perequazione degli stipendi, qualche migliaio di euro in più degli addetti di Province e Comuni.

    Il Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, oltre a fissare a quota 85.356 gli “statali” al lavoro in Fvg l’anno scorso, entra pure nel dettaglio delle loro paghe. Consentendo pure il confronto con le altre Regioni, quelle a statuto speciale e le ordinarie, divise da 100 euro esatti in media. Le autonome, infatti, prevedono un’indennità media per i loro dipendenti pari a 37.458 euro, mentre nelle ordinarie si arriva a 37.558. Il Fvg è al secondo posto tra le “speciali”. Lo stipendio lordo annuale dei suoi lavoratori di Palazzo, 39.964 euro, è superato solo da quello del Trentino Alto Adige: 41.793 euro. A seguire si collocano la Sicilia (39.736), la Sardegna (38.725), la Provincia Autonoma di Bolzano (37.615), la Provincia Autonoma di Trento (33.930) e la Valle d’Aosta (33.584). Passando alle Regioni ordinarie, spiccano i 43.516 euro medi dei dipendenti del Piemonte, quindi Lazio (40.809), Molise (40.672), Basilicata (38.642), Campania (38.294), Lombardia (37.730), Toscana (37.581), Liguria (37.190), Calabria (36.723), Puglia (35.823), Umbria (35.307), Abruzzo (35.082). I più “poveri” sono i lavoratori pubblici dell’Emila Romagna (34.313), delle Marche (33.744) e del Veneto (33.500).

    Che la Regione Fvg pagasse i suoi addetti più che altrove era noto. «Questione di inquadramento – ricorda il segretario Fvg della Cisl Giovanni Fania –: i dipendenti regionali sono stati contrattualizzati nel 2002, sei anni dopo il resto d’Italia e dunque l’asticella si è alzata. Non solo: la prima tabella di perequazione ha regalato indistintamente una casellina in più». Tutti promossi, in sostanza, al primo contratto. Di qui il lungo inseguimento dei colleghi di Province e Comuni che, secondo il dettato del comparto unico, sono infine riusciti a pareggiare il tabellare, cioè l’indennità base. Questo, però, non significa affatto stipendi uguali nel portafogli di regionali, provinciali e comunali. La differenza è di migliaia di euro. Ancora il Conto annuale dimostra infatti che nelle Province il salario è nettamente inferiore: una media di 32.293 euro salendo dai 31.051 degli udinesi, ai 31.986 dei goriziani ai 33.069 dei pordenonesi fino ai 34.335 dei triestini. Anche la media dei comunali si aggira di almeno 5mila euro sotto quella dei regionali. Il segnale del fallimento del “contrattone”? «Più che altro la conferma che quella riforma va completata – osserva Fania –. Il muro che separa la Regione dagli enti locali dipende dallo stato giuridico del personale: le differenze in busta paga sono conseguenza del fatto che Province e Comuni non sono equiparati giuridicamente alla Regione e, tra l’altro, non possono contare sul fondo produttività, ormai svuotato. Senza contare altri benefit rimasti ai regionali». Il rimedio? «Non resta che mettere mano nuovamente alla riforma – insiste Fania –, completarla e consentire finalmente di concretizzarne lo spirito: agevolare l’osmosi tra i diversi livelli, in modo da rendere più efficace ed efficiente il sistema burocratico. Speriamo che, dopo tanti tentativi mancati, la giunta in carica possa riuscirci». Chiusura del segretario della Cisl sulla spesa per l’esercito “pubblico” in Fvg: «I 3 miliardi di euro evidenziati dal Conto annuale rappresentano anche Pil di persone che vivono e consumano sul territorio. Ciò che conta è che la cifra risulti produttiva».

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