La Sicilia a un passo dal crac. Mancano ancora all’appello 700 milioni e non arriveranno

Repubblica - Sicilia a rischio crac
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Il crash non è mai stato così vicino. Lo Stato non è in condizione di coprire la voragine nei conti siciliani: mancano ancora 700 milioni all’appello. E non arriveranno. Sono i soldi che, al netto di alcune robuste manovre amministrative già messe in preventivo (come un recupero di risorse dal fondo di sviluppo e coesione), possono essere erogati solo con una decisione di chiaro valore politico: una norma o, comunque, un atto del governo. Non in altro modo si può riportare nell’Isola il centro di calcolo delle buste paga di alcune categorie di dipendenti statali, misura che garantirebbe introiti fiscali per 370 milioni. Non in altra maniera, ancora, si può dilazionare in dieci anni il piano di rientro dal debito (operazione che frutterebbe subito altri 350 milioni). Ma Palazzo Chigi, già alla ricerca di 16 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva, non è in grado di sopportare quest’ulteriore onere. Fonti del governo lo lasciano intendere

chiaramente: più dello sforzo già fatto al tavolo romano di confronto con la Regione (sforzo che vale oltre due miliardi) non si può andare. Il limite è già stato raggiunto. In Parlamento non c’è, peraltro, una legge di stabilità in cui inserire questi aiuti, e una disposizione ad hoc per la Sicilia e la giunta Crocetta, scatenerebbe una bagarre difficilmente sostenibile.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir