L’indagine appena conclusasi sulle cosiddette promozioni facili è in realtà una radiografia nitidissima del sistema di potere targato Lombardo.
Dobbiamo le risultanze di una così lunga attività investigativa alla tenacia di un magistrato intelligente come la dr.ssa Chiavegatti, una toscana di carattere approdata in quest’inferno di malaffare che è Catania.
Nell’indagine ci sono i soggetti, i metodi ed i risultati tipici del metodo Lombardo.
Quel metodo che ha portato il Comune di Catania all’indebitamento che tutti conosciamo, elargendosi denaro pubblico per mantenere ed accrescere la macchina elettorale del politico grammichelese.
Ed infatti, mentre la città restava al buio ed i più poveri venivano privati dei servizi sociali più essenziali, il potente vicesindaco ed assessore al personale della giunta Scapagnini, Raffaele Lombardo, promuoveva e favoriva ben 1.800 dipendenti, con avanzamenti di carriera, posizioni organizzative e progressioni verticali costati al contribuente catanese qualcosa come 20 milioni di euro!
Roba da matti, che in una città dotata di coscienza avrebbe dovuto scatenare la rivolta e che invece ha ingrossato le fila del partito di Lombardo.
1.800 fortunati che ora dovranno restituire quanto non gli toccava, ma che nel frattempo non avranno mancato di rendere i loro servizi al potente Presidente.
Naturalmente, Lombardo ha potuto contare per portare avanti il suo disegno di funzionari fedeli come il capo del personale, Carmelo Reale, ed il ragioniere generale, che trovava la copertura finanziaria alle spericolate manovre, Vincenzo Castorina.
Dopo il voto di scambio, dopo la trasmissione del fascicolo Iblis al gip perché decida sulla richiesta di archiviazione, ecco ora la chiusura delle indagini sulla gestione del personale al comune di Catania.
Una pioggia giudiziaria per l’ineffabile Lombardo che, possiamo immaginare, anche questa volta griderà al complotto.
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