Motivare e non frustrare i dipendenti pubblici

Repubblica Affari e Finanza del 27 novembre 2017

I dipendenti pubblici non sono troppi a fronte delle esigenze di una economia evoluta e competitiva, ma sono portatori di culture obsolete, mal distribuiti sul territorio, agiscono dentro schemi procedurali dominati dalla forma. Tra l’alta dirigenza, i dirigenti di prima fascia e il resto della macchina amministrativa c’è un vuoto di comunicazione, di redditi e di obiettivi professionali che ha minato il senso di appartenenza professionale che deve costituire la spinta sana di ogni organizzazione collettiva. La macchina amministrativa è invecchiata e nei quadri intermedi, collante dell’azione pubblica, spesso c’è solo rassegnazione e attesa della pensione. La dirigenza si è trasformata in un braccio servente di procedure giuri diche minute e fissate in leggi numerose, inutili e piene di affermazioni retoriche sulla trasparenza e la premialità. Essa stessa è espressione di una cultura giuridico amministrativa, priva di competenze tecniche idonee a proporre un progetto esecutivo o una soluzione specifica a un problema complesso: tutto ciò che è complesso viene esternalizzato.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Motivare e non frustrare i dipendenti pubblici”

  1. condivido convintamente ed allo stesso tempo mi complimento con l’autore dello scritto per aver detto quello che sostengo da tempo…..questo sindacato ha bisogno di uomini così…..con mestizia però aggiungo che spesso lgli interventi individuati non si traducono nei fatti……quasi mai….

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