No a fughe in avanti nel pubblico impiego, Fase 2 non è liberi tutti”

Non cessa il lavoro agile nella PA che resta, come confermato dallo stesso Dpcm del 26 aprile, uno degli strumenti di distanziamento sociale fondamentali: si riduce il numero di dipendenti pubblici che si spostano ed il numero delle persone che accedono agli uffici, con effetti positivi sulla possibilità di contagio.E’, dunque, opportuno tornare a ricordare le responsabilità penali e civili che derivano da scriteriate violazioni normative.

La mancata disposizione in lavoro agile di tutti i dipendenti con la sola motivata eccezione di quelli da assegnare ad attività da rendere in presenza costituisce lampante violazione di legge, che espone il datore ad evidenti responsabilità, tanto maggiori, quanto più si prolunga la reticenza nell’attuazione della norma. Infatti, si prolunga sia il pericolo di esposizione del lavoratore al contagio, che il potenziale danno alla salute pubblica: la contrazione del virus in forma asintomatica, rende il lavoratore un potenziale elemento di enorme diffusione dell’infezione.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir