P.a., impronte digitali in soffitta. Stop alla rilevazione biometrica delle presenze degli statali

C’erano una volta i ministri della Funzione Pubblica Brunetta e Bongiorno. C’era una volta la narrazione secondo la quale l’organizzazione pubblica è fatta di tornelli e sistemi di vigilanza sugli ingressi molto rigorosi, così tanto da imporre sistemi biometrici di riconoscimento, nonostante il Garante della privacy più volte avesse indicato l’insostenibilità di simile idea. C’era una volta l’idea che il lavoro sia di fatto null’altro che la timbratura mediante riconoscimento biometrico in entrata e quella in uscita, senza curarsi troppo, in fondo, di cosa fare, come determinarne i risultati, tra una timbratura e l’altra.

Poi, è arrivato il Covid-19. Con esso, il lavoro agile. Con esso la dematerializzazione del luogo e del tempo di lavoro. Con esso, la necessità di affidare ai dipendenti compiti precisi, misurabili e verificabili.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir