Pensioni e stipendi. Salta il limite del “quinto”. Ora è tutto pignorabile

C’era una volta il limite detto del quinto dello stipendio: ovvero, un creditore, o più spesso il concessionario della riscossione, poteva pignorare fino a un quinto, al massimo, dello stipendio (o della pensione) presso terzi, cioè la banca o le Poste. La norma sulla tracciabilità del contante contenuta nel decreto salva-Italia licenziato dal Governo Monti a fine 2011, ha introdotto di fatto l’obbligo di apertura di un conto corrente per i pensionati sopra i mille euro (dove l’Inps versa il mensile): questa norma sovverte tutta la  disciplina dei pignoramenti presso terzi, compresa quella del quinto dello stipendio).

Pignorabili per intero sono quindi pensioni e salari dei dipendenti. Succede infatti che il limite succitato si applica solo solo se il pignoramento viene effettuato alla fonte, cioè direttamente a chi eroga l’emolumento e procede all’accantonamento delle quote pignorate (l’Ente di Previdenza o il datore di lavoro). Se il pignoramento avviene in un momento successivo, basta un giorno, all’accreditamento del mensile sul conto corrente presso la banca o le Poste, la clausola di salvaguardia (salvaguardia della dignità della persona, per inciso) non vale più.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir