Renzi cerca di evitare una nuova Caporetto elettorale in Sicilia dopo quella di Roma e di Torino e sceglie di inondare l’isola di contributi pubblici. È questa, in fondo, la sostanza del decreto enti locali approvato lunedì in tarda serata dal Consiglio dei ministri.
Esisteva un’alternativa meno dispendiosa? Sì. Lo conferma il fatto che Renzi stesso abbia rimandato l’emanazione del decreto al lunedì successivo alla débàcle elettorale e, soprattutto, una settimana dopo le polemiche legate agli incendi che hanno devastato la Regione. Era volontà del premier limitare i soliti trasferimenti assistenzialistici, ma stringere i cordoni della borsa sarebbe equivalso al de profiindis per la giunta Crocetta e per il Pd locale, squassato dalle faide interne.