Ripristino corrette relazioni negoziali. Richiesta commissariamento ARAN Sicilia

Nel corso dell’anno 2019 e di tutto l’anno 2020 l’Agenzia di rappresentanza negoziale della Regione Siciliana, ha assunto, in modo irrituale, un modus operandi, a parere delle scriventi Organizzazioni sindacali, del tutto inaccettabile anche per la calendarizzazione e conduzione delle convocazioni che, negli ordini del giorno, prevedevano la discussione nello stesso giorno anche di tre tematiche disomogenee tra loro (anche importantissime come, a esempio, la riclassificazione del personale e l’accordo sul FORD 2020) a distanza di appena mezz’ora l’una dall’altra con la conseguente palese impossibilità di potere entrare nel merito delle questioni nei tempi previsti.

Tale comportamento ha indotto, così, il sincero dubbio sulla reale intenzione dell’ARAN di condurre serie trattative su tutte le tematiche inserite all’ordine del giorno di ciascuna seduta.

A riprova di quanto sopra affermato, con nota prot. n. PG/2020/539, del 4 agosto 2020, l’Aran Sicilia ha comunicato alle SS.LL., segnalando una presunta “inequivocabile volontà delle Organizzazioni sindacali di non pervenire ad alcun accordo negoziale”, la mancata sottoscrizione, da parte di tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, del nuovo accordo regionale quadro in materia di prerogative sindacali per il triennio 2019-2021. Tale ipotesi di accordo per nulla frutto di una reale contrattazione sindacale, era stato, invece, proposto unilateralmente al tavolo negoziale con la formula del “prendere o lasciare“. Tale comportamento ha costretto più organizzazioni sindacali a perseguire anche un percorso giudiziario non avendo avuto concreta possibilità negoziale.

Tale condotta degli Organi direttivi dell’Aran Sicilia, quindi, a parere degli scriventi sindacati, evidenzia una palese rinunciata capacità negoziale dell’Agenzia delle rappresentanze negoziali di arrivare alla stipula di un accordo (in questo specifico caso con nessuna organizzazione sindacale, circostanza mai verificatasi nella storia delle relazioni sindacali della Regione siciliana).

Si evidenzia anche che non si è avuta traccia dei verbali che attestino la correttezza sostanziale delle contrattazioni in questione e il conseguente rispetto delle relazioni sindacali, evidenziando che l’Ipotesi di Accordo non sottoscritta è solo un atto unilaterale e inesistente in quanto non consegnato nel corso dell’ultimo incontro.

Per non tacere dell’abrogazione da parte dell’ipotesi di accordo ARAN Sicilia dei permessi sindacali retribuiti annui per la partecipazione alle riunioni degli organismi direttivi statutari nazionali, regionali, provinciali e territoriali che non sono inseriti nel documento sottoposto alla Giunta regionale per il recepimento e l’attuazione. Orbene, si evidenzia qui anche la palese violazione dello Statuto dei Lavoratori (articolo 30 della legge 20/05/1970, n. 300), la cui applicazione è estesa a tutte le Pubbliche Amministrazioni italiane dall’attuale articolo 50, comma 2, del D.Lgs. 30/03/2001 n. 165, in merito al diritto a fruire di permessi sindacali retribuiti per la partecipazione alle riunioni degli organi statutari come avviene in tutti i comparti pubblici.

Desta forte sconcerto, in questi giorni, anche quanto comunicato incredibilmente dall’ARAN Sicilia con la nota prot. PG/2020/772 dell’11/11/2020 circa i ritardi nella trattazione del piano FORD 2020 causata, a loro dire, dall’attesa di un non meglio precisato “adeguamento della strumentazione necessaria per lo svolgimento delle riunioni in videoconferenza” e ciò a distanza di ben otto mesi dall’insorgere dell’emergenza epidemiologica e dei primi DCPM che avevano disposto per le amministrazioni pubbliche, oltre che il ricorso al lavoro agile, l’utilizzo delle videoconferenze per garantire gli incontri e le riunioni di qualsiasi tipo: con tale comportamento l’ARAN Sicilia, di fatto, non rende possibile le riunioni a distanza (previste dalle vigenti disposizioni di Legge in materia) e, conseguentemente, in concreto, non assolve più al ruolo negoziale basato sul confronto istituzionalmente assegnato.
Per quanto sopra, ritenendo inammissibili tali comportamenti adottati dall’Aran Sicilia che pregiudicano in concreto le relazioni sindacali tra le parti, si chiede al Presidente della Regione di volere ristabilire le corrette procedure negoziali, esercitando i poteri sostitutivi previsti dalla Legge, con l’urgenza che il caso richiede, commissariando l’Ente al fine di ripristinare anche corrette relazioni sindacali.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir