SANITA’, ROMA INCHIODA LA REGIONE SULLA SPESA

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Da “LA REPUBBLICA – EDIZIONE PALERMO” di mercoledì 14 marzo 2012

ANTONIO FRASCHILLA

Sanità, Roma inchioda la Regione sulla spesa

Più soldi dallo Stato in cambio di tagli a personale, enti inutili e costi della politica

LE SPERANZE di Palazzo d`Orleans di riuscire a chiudere il bilancio sono appese all’esito del confronto oggi a Roma con il governo Monti. Alle 11 l`assessore Gaetano Armao incontrerà il sottosegretario Vieri Ceriani, il braccio destro del ministro Antonio Catricalà, Massimo Lasalvia, e i dirigenti del ministero dell`Economia. A loro proporrà la diminuzione della compartecipazione regionale alla spesa sanitaria, ma in cambio Palazzo Chigi pretende impegni precisi su tre fronti, che saranno tenuti sotto osservazione da Roma: costo del personale, taglio degli enti partecipati e recepimento immediato in Sicilia delle norme sui costi della politica negli enti locali e nelle Province varate dalle finanziarie Tremonti e Monti e mai applicate nell`Isola.

Il governo nazionale è comunque pronto a venire incontro alla Regione, consentendo la riduzione della compartecipazione alla spesa sanitaria dal 49 per cento attuale al 44 per cento. Ma a patto che la Regione s`impegni a ridurre alcune spese e a firmare unavera e propria road map che sarà tenuta sotto osservazione costante da Palazzo Chigi. Esattamente come l`Unione europea ha fatto nei confronti dell`Italia.

La prima cosa che chiede Roma è l`abbassamento dell`incidenza della spesa per il personale, assunto e precario. A rischio, quindi, è il rinnovo del contratto dei regionali e il fondo per il salario accessorio fino a oggi distribuito a pioggia consentendo, secondo i calcoli del ministero, uno stipendio medio maggiore del 20 per cento rispetto agli statali. Anche il fondo destinato ai forestali potrebbe essere ridotto per rispettare l`impegno imposto da Roma.

Da Palazzo Chigi chiedono poi che vengano subito recepite le norme che eliminano le giunte nei Comuni sotto i mille abitanti, tagliano il numero dei consiglieri comunali e perle Province prevedono l`elezione di secondo grado del consiglio e l`abolizione della giunta. Un terzo capitolo dell`accordo che oggi dovrebbe essere sancito tra Stato e Regione riguarda il taglio degli enti partecipati e l`avvio di vere liberalizzazioni. In cambio, Monti darebbe il via libera a una diminuzione della compartecipazione alla spesa sanitaria a carico della Regione, che consentirebbe di liberare risorse per450 milioni di curo. Cifra, questa, che però dovrà comprendere anche i 120 milioni di euro di mancato incasso per Palazzo d`Orleans dell`Irpef a causa dell`applicazione dell`Imu da parte dei Comuni. «Speriamo di chiudere questo accordo periniziare a discutere i temi del federalismo e del rispetto della nostra autonomia», dice Armao. Senza l`accordo, Palazzo d`Orleans non riuscirà apresentare all`Ars un bilancio e si dovrà chiedere una proroga dell`esercizio provvisorio.

«Questo è uno dei bilanci più complessi degliultimi anni», dice il presidente della commissione di merito all`Ars, Riccardo Savona.

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Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “SANITA’, ROMA INCHIODA LA REGIONE SULLA SPESA”

  1. In ogni caso se la prospettiva del saldo tra dare e avere è negativa (in termini economici) e, per di più, non ci sono all’orizzonte prospettive di carriera, quale sarebbe la necessità e l’urgenza di sottoscrivere un contratto capestro?

  2. Quello che era un timore mi pare stia diventando una triste certezza: non avremo alcun rinnovo contrattuale…..

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