Sicilia sotto scacco. Ecco i veri dati che Crocetta forse non conosce (tratto da liberoreporter)

Da molto tempo i media additano la Sicilia come Regione con personale numericamente più alto d’Italia; nessuno aggiunge però che in altre Regioni d’Italia ci sono dipendenti regionali e statali, mentre in Sicilia, regione a Statuto speciale autonomo, gli statali rappresentano una piccola minoranza, perché le competenze sono passate dallo Stato alla Regione, ed è normale che ci siano più dipendenti di altre regioni, mentre ad esempio la Lombardia ha il più alto numero di dipendenti pubblici.

Nessuno ricorda mai che la maggiore industrializzazione è stata apportata alle Regioni del settentrione e che in Sicilia non si è mai pensato ad investimenti di questo tipo, si è sempre e solo “campato” con l’agricoltura e l’impiego pubblico… altre alternative? LA FAME.

L’unica industrializzazione che si è fatta in Sicilia, perchè nelle case proprie non si è mai voluto sporcare, sono le raffinerie di petrolio di Gela, Augusta e Priolo che ci hanno ripagato con morti di tumore e malformazioni genetiche oltre che la matrice ambientale per non parlare della devastazione che ha prodotto la Fiat nella bellissima costa di Termini Imerese per trent’anni, finché lo Stato elargiva grossi contributi, quando questi contributi lo Stato non li ha più elargiti, la Fiat ha smobilitato gli impianti lasciando migliaia di famiglie allo sbando.

E sì: sfruttati, inquinati e poi abbandonati. Ma l’opinione pubblica punta il dito sui forestali, diventati il vero marchio d’infamia della Sicilia.

Il caro Presidente Crocetta si vergogna di questo, come fare con l’opinione pubblica che lo attacca ed evitare questo sconcio e dimostrare a tutti che sa fare tornare i conti di una Regione che ha un buco di 5 miliardi, come?

Non cercando nuove infrastrutture, non cercando di incentivare l’unica fonte di reddito che sarebbe il turismo con le nostre meravigliose coste, non con le nostre meraviglie architettoniche, le imponenti vestigia architettoniche di templi, teatri, acquedotti che ancora si elevano maestose nel contesto dei resti urbanistici di grandi città nonché la quantità e qualità di sculture, parti decorative di antichi edifici, oggetti preziosi che sono in mostra nei principali musei archeologici siciliani che testimoniano dei secoli di grande civiltà greco, araba, romana e bizantina e costituiscono uno dei maggiori tesori archeologici dell’Umanità intera. I templi di Segesta, Selinunte e Agrigento, i teatri di Taormina, Siracusa e Selinunte, gli acquedotti di Termini ed Agrigento, le fortificazioni di Siracusa (Castello Eurialo), i musei archeologici di Siracusa, Palermo, Trapani, le vaste aree archeologiche di città antiche come Agrigento, Eraclea Minoa, Imera, Segesta, Selinunte, etc. continua a leggere

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir