Ecco il testo del nuovo codice di comportamento

Il codice di comportamento per i dipendenti statali si applicherà a tutti i dipendenti della P.A., amministrazioni centrali o locali, a prescindere dalle loro funzioni, nonché ai collaboratori e consulenti delle stesse, senza tener conto della tipologia del loro contratto.

Le disposizioni del codice suddetto si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano “nel rispetto delle attribuzioni derivanti dagli statuti speciali e delle relative norme di attuazione, in materia di organizzazione e contrattazione collettiva del proprio personale, di quello dei loro enti funzionali e di quello degli enti locali del rispettivo territorio”.

Ecco le nuove regole etiche 

Nell’esercizio delle sue funzioni il dipendente pubblico

  • segue principi di “integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza” e opera “in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi”;
  • non diffonde informazioni private di cui è al corrette per ragioni d’ufficio e evita comportamenti che possono pregiudicare l’operato o l’immagine della P.A.;
  • adotta principi di “economicità, efficienza ed efficacia”, nonché “contenimento dei costi” (senza inficiare la qualità del lavoro), nello svolgimento delle sue mansioni;
  • assicura “la piena parità di trattamento a parità di condizioni” nei rapporti con gli altri, esimendosi da comportamenti arbitrari o discriminatori, e mostrando piuttosto “massima disponibilità e collaborazione”.

Regali e compensi

I dipendenti pubblici non possono ricevere regali, compensi o altre utilità se non nelle “normali relazioni di cortesia”. In particolare i dipendenti pubblici:

  • non possono chiedere per sé o per altre persone benefici (regali, compensi o altre utilità), “neanche di modico valore, a titolo di corrispettivo, per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all’ufficio”;
  • non accettano da un subordinato detti benefici, né tanto meno li offrono ai loro superiori, salvo, in entrambi i casi, “quelli d’uso di modico valore”, ovvero non superiori a € 150;
  • non accettano “incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all’ufficio di appartenenza”.

Norme sul conflitto di interessi

I dipendenti pubblici devono astenersi dall’intervenire (con decisioni o attività) in situazioni di conflitto di interessi “con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado”, a prescindere che il conflitto sia inerente ad interessi patrimoniali o meno.

I dipendenti pubblici hanno anche l’obbligo di informare il dirigente d’ufficio, al momento di inizio delle loro attività, di tutti i rapporti “diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti” che abbiano avuto negli ultimi tre anni, specificando due elementi:

  • se questi rapporti di collaborazione “siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all’ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate”;
  • se il dipendente stesso o “suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione”.

Comportamenti in servizio

I dipendenti pubblici nell’esercizio del loro lavoro non devono far ricadere sugli altri decisioni di propria spettanza e si relazionano al pubblico “con spirito di servizio, correttezza, cortesia e disponibilità”, dando priorità all’ordine cronologico nel disbrigo delle pratiche, salvo diverse esigenze, e alla qualità.

I dipendenti devono sempre rispettare il segreto d’ufficio e la normativa in materia di tutela e trattamento dei dati personali. In servizio possono utilizzare materiali, attrezzature e mezzi di trasporto solo per quel che concerne compiti di ufficio e non per scopi privati.

Norme per i dirigenti

Le norme riservate alla dirigenza prevedono in sintesi che i dirigenti:

  • svolgano con diligenza e trasparenza le loro mansioni e abbiano un atteggiamento esemplare e imparziale con i colleghi;
  • forniscano informazioni sulla propria situazione patrimoniale;
  • evitino il conflitto di interessi (comunicando ad esempio all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono);
  • impegnino le risorse dell’ufficio per finalità esclusivamente professionali e mai personali;
  • valutino le risorse con “imparzialità e rispettando le indicazioni ed i tempi prescritti”;
  • assegnino le pratiche “sulla base di un’equa ripartizione del carico di lavoro, tenendo conto delle capacità, delle attitudini e della professionalità del personale”;
  • intervengano con tempestività nel caso di un illecito con un procedimento disciplinare.

Monitoraggio e sanzioni

Chi è tenuto a vigilare il rispetto del codice di comportamento? “I dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici etici e di disciplina”. Le violazioni sono valutate in virtù del singolo caso, a seconda della gravità e dell’entità del pregiudizio arrecato.

Il codice di comportamento per i dipendenti pubblici individua in particolare casi di illecito disciplinare “derivante dalla violazione di un dovere di comportamento previsto dal presente codice, che va accertato all’esito del procedimento disciplinare regolato dalla normativa vigente”.

Le sanzioni sono quelle “previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi”. Nei casi più gravi o in situazioni recidivanti è possibile ricevere la sanzione del licenziamento senza preavviso. (articolo tratto da http://www.forexinfo.it/)

Scarica il testo integrale del nuovo codice di comportamento 

Nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici

In uno tra gli ultimi Consigli dei ministri della legislatura, il governo Monti ha varato il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Il codice prevede l’obbligo per i dirigenti statali di “comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono”.

Lo stesso codice prevede che al dipendente della Pubblica amministrazione è fatto divieto di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore, comunque non superiore a 150 euro. La stretta sui regali vale anche nel caso vengano ricevuti “sotto forma di sconto.

Il codice prevede, inoltre, la comunicazione del dipendente della propria adesione o appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio. E ancora, la comunicazione, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti, oltre all’obbligo di precisare se questi rapporti sussistono ancora (o sussistano con il coniuge, il convivente, i parenti e gli affini entro il secondo grado).

Al dipendente è fatto obbligo di astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall’assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.

È inoltre previsto il rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione nell’utilizzo del materiale o delle attrezzature assegnate ai dipendenti per ragioni di ufficio, anche con riferimento all’utilizzo delle linee telematiche e telefoniche dell’ufficio: chi ha a disposizione un mezzo di trasporto o una linea telefonica, può utilizzarli solo “per ragioni d’ufficio”.

La violazione di queste norme prevede una responsabilità disciplinare che, nei casi più gravi, può arrivare al licenziamento.

Che dire!

Abbiamo avuto, e abbiamo tutt’oggi, politici al governo padroni di banche, televisioni e società di ogni genere che hanno legiferato in palese conflitto di interessi ma licenziamo il pubblico dipendente per una telefonata.

Pubblico Impiego. Anticorruzione. Se l’impiegato statale riceve omaggi o utilità oltre il «modico valore» rischia il licenziamento

Nessun regalo o sconto che superi i 100 euro.

Dovere di non parlare male del proprio ufficio che per i dirigenti diventa l’obbligo di difenderne pubblicamente l’immagine.

Riservatezza, oculatezza nell’uso delle risorse, del materiale e dei mezzi della Pa (auto e telefono d’ufficio off limit da usi personali, se non per «urgenze»), cortesia col pubblico, rispetto delle pratiche senza favoritismi, nessun razzismo, silenzio con la stampa.

Mentre per i dirigenti, per i quali è confermato il dovere di comunicare in anticipo il possesso (fino ai parenti di secondo grado) di azioni e interessi finanziari in potenziale conflitto d’interessi col nuovo ruolo, scatta un altro obbligo di trasparenza: rendere nota la propria situazione patrimoniale e tributaria. Prima poteva avvenire solo su «motivata richiesta», ora diventa un obbligo.

No ai condannati nella P.A. Primo sì del Consiglio dei ministri

Primo sì del Consiglio dei ministri al decreto attuativo della legge anticorruzione che impone l’alt di un anno agli ex membri di governo che vogliono assumere incarichi nelle amministrazioni statali in cui hanno esercitato la carica oppure in Spa finanziate o vigilate dallo Stato o da enti locali.

Il D.lgs prevede, inoltre, che i condannati per reati contro la Pa con una pronuncia non passata in giudicato (oppure per chi ha patteggiato), non possano ricoprire: posizioni di vertice nelle amministrazioni statali regionali e locali (ministri, viceministri, sottosegretari, consiglieri, assessori, sindaci eccetera); ruoli dirigenziali e di amministratori di enti pubblici nazionali, regionali e locali; cariche dirigenziali, sia interne che esterne, nella Pa e negli enti di diritto privato in controllo pubblico (nazionali, regionali e locali); incarichi di direttore generale, direttore sanitario e amministrativo nelle Asl.
E ciò per un periodo massimo di 5 anni.
Il divieto diventa perpetuo se la condanna è passata in giudicato e se è accompagnata dall’interdizione permanente dai pubblici uffici.

Il D.lgs verrà approvato in via definitiva?

Permettetemi di avanzare qualche dubbio.

Anticorruzione. Arrivano multe e controlli rigidi per politici e funzionari pubblici poco trasparenti su patrimoni personali e conflitti d’interesse lavorativi.

Scatta una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10mila euro nei confronti di membri del Governo, parlamentari, assessori e consiglieri regionali e di tutti i titolari di incarichi e elettivi e di esercizio politico per la mancata, o non corretta, pubblicazione sui siti istituzionali della situazione patrimoniale complessiva «propria» e dei parenti entro il secondo grado.

Prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione

La Legge 190/2012, recante disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, pubblicata sulla G.U. il 13 novembre 2012 entrata in vigore dal 28 novembre 2012, dispone obblighi di pubblicità sui siti web istituzionali.

Anche in questo caso (analogamente al concetto di Amministrazione “aperta”) la Funzione Pubblica ha aperto un’apposita pagina sul proprio sito….Prevenzione e repressione corruzione e illegalità nella P. A.

Noi alla Regione facciamo le cose per bene

Il decreto legislativo varato martedì pomeriggio dal Consiglio dei ministri per dare attuazione alla legge anticorruzione nella Pa, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10mila euro, da divulgare via web, nei confronti di membri del Governo, parlamentari, assessori e consiglieri regionali e di tutti i titolari di incarichi e elettivi e/o di esercizio politico, per la mancata o non corretta pubblicazione della situazione patrimoniale complessiva «propria e dei parenti più stretti» (genitori, mogli e figli).

Anticorruzione, sanzioni fino a 10mila euro per politici e dirigenti statali «poco trasparenti»

Al Dipartimento Istruzione e Formazione viene chiesta ai dipendenti una dichiarazione per i parenti entro il quarto grado….

GRADI DI PARENTELA

1° Grado padre, figlio

2° Grado fratelli, nonni, nipoti (abiatici: figli dei figli)

3° Grado bisnonni, pronipoti (figli di un nipote in linea retta: figlio del figlio del figlio), nipoti in linea collaterale (figli di un fratello/ di una sorella), zii (fratelli e sorelle dei genitori)

4° Grado Primi cugini (figli di un fratello o di una sorella dei genitori); prozii (zii dei genitori: fratelli di uno dei nonni) pronipoti in linea collaterale (figli dei figli dei fratelli)

L’affinità è il vincolo che intercorre fra una persona e i parenti del suo coniuge anche se morto.

Nella linea e nel grado in cui taluno è parente di uno dei coniugi egli è affine dell’altro coniuge.

Sono affini entro il secondo grado: coniuge, suoceri, generi, nuore, cognati.