Nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici

In uno tra gli ultimi Consigli dei ministri della legislatura, il governo Monti ha varato il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Il codice prevede l’obbligo per i dirigenti statali di “comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono”.

Lo stesso codice prevede che al dipendente della Pubblica amministrazione è fatto divieto di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore, comunque non superiore a 150 euro. La stretta sui regali vale anche nel caso vengano ricevuti “sotto forma di sconto.

Il codice prevede, inoltre, la comunicazione del dipendente della propria adesione o appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio. E ancora, la comunicazione, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti, oltre all’obbligo di precisare se questi rapporti sussistono ancora (o sussistano con il coniuge, il convivente, i parenti e gli affini entro il secondo grado).

Al dipendente è fatto obbligo di astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall’assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.

È inoltre previsto il rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione nell’utilizzo del materiale o delle attrezzature assegnate ai dipendenti per ragioni di ufficio, anche con riferimento all’utilizzo delle linee telematiche e telefoniche dell’ufficio: chi ha a disposizione un mezzo di trasporto o una linea telefonica, può utilizzarli solo “per ragioni d’ufficio”.

La violazione di queste norme prevede una responsabilità disciplinare che, nei casi più gravi, può arrivare al licenziamento.

Che dire!

Abbiamo avuto, e abbiamo tutt’oggi, politici al governo padroni di banche, televisioni e società di ogni genere che hanno legiferato in palese conflitto di interessi ma licenziamo il pubblico dipendente per una telefonata.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir