Sanità, Regioni in rosso. Buco di 100 milioni per curare i clandestini

Il Giornale del 28 maggio 2017

Nel 2016 ne sono arrivati 180mila, stremati e in condizioni psicofisiche precarie, altri 50mila solo da gennaio a oggi. Un esercito di bisognosi a cui devono far fronte le Regioni e le aziende sanitarie locali che si trovano in prima linea nell’accoglienza. Non c’è solo il personale impiegato nei porti di sbarco (da Messina a Taranto), per gli screening di rito e l’assistenza igienico sanitaria primaria. C’è anche tutta la macchina delle aziende ospedaliere dei territori a muoversi sulla seconda linea, quando il soccorso base non basta ma sono necessarie cure più complesse: profilassi, ricoveri per infezioni e parti, prestazioni diagnostiche, radiografie, prelievi ematici. Interventi che richiedono una spesa cresciuta negli ultimi anni fino a diventare un macigno sulle spalle delle Regioni.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

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