Camere di Commercio siciliane. Sì a emendamento per salvarle

Venerdì 10 Ottobre 2014 Economia Pagina 11

Palermo. Circa 500 dipendenti delle Camere di commercio siciliane, oltre a 748 pensionati e 84 precari, sono a rischio a causa del taglio ai diritti camerali dovuti dalle imprese, stabilito dal decreto legge Madia sulla riforma della pubblica amministrazione, che dovrebbe scattare dal prossimo anno con gradualità per arrivare al 50% nel 2017. E sono a rischio default gli stessi enti camerali dell’Isola. A differenza del resto d’Italia, infatti, in Sicilia le Cciaa pagano direttamente stipendi e pensioni senza ricevere contributi da Stato e Regione, e quindi l’unica entrata certa che possa coprire stipendi e previdenza è costituita dall’incasso dei diritti camerali. Fra l’altro, l’anomalo sistema pensionistico camerale siciliano registra da tanti anni un «buco» di circa 100 milioni e vi sono 333 dipendenti che, quando andranno in pensione, graveranno ancora su questo sistema diretto.

Ieri l’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, ha riferito da Roma di avere ottenuto dalla commissione Attività produttive della conferenza Stato-Regioni l’«ok» ad un suo emendamento all’articolo 9 del decreto legge Madia, mirando alla salvaguardia degli enti siciliani (che un progetto di Unioncamere vorrebbe ridurre da 9 a 3), dell’occupazione e della previdenza. Ma lo scoglio più importante è quello parlamentare.
10/10/2014

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir