Francesco Paolo Busalacchi, storico direttore regionale in pensione, parla di Crocetta e del perché bisognerebbe mandarlo a casa

Crocetta ha scatenato una sorta di guerra santa contro le proprie milizie.

I dipendenti regionali sono un bersaglio facile, un muretto basso.

Chi li demonizza, chi li criminalizza ha gioco facileTrova spazio nella stampa, consensi e condivisione nel cittadino e vive di rendita.

Invece di colpire e bollare e additare allo scandalo i politici che creano i privilegi, si crocifigge il beneficato.

Un’amministrazione sotto tiro è un’amministrazione che perde quel minimo collante che le consente di fare almeno l’ordinario.

Infatti, mentre infuriano le purghe, che cosa hanno fatto in questi primi mesi Crocetta e la sua Giunta piena di dilettanti allo sbaraglio?

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

3 Risposte a “Francesco Paolo Busalacchi, storico direttore regionale in pensione, parla di Crocetta e del perché bisognerebbe mandarlo a casa”

  1. Analisi lucida la tua, come sempre, del resto.
    Tutto quello che dici corrisponde al vero.
    Una cosa però dobbiamo aggiungere a onor del vero.
    Anche assessori e presidenti erano intimoriti dalla figura ingombrante di Busalacchi e nessuno, all’epoca, si permetteva di denigrare i dipendenti regionali usandoli come merce di scambio per la campagna elettorale.

  2. Certo che se per “difendere” i dipendenti regionali dal poderoso attacco mediatico che solitamente li vede coinvolti e dalle ingiurie che anche il presidente della Regione ha deciso di indirizzare loro, deve scomodarsi un ex direttore regionale in pensione, vuol dire che siamo proprio messi male.
    Anche perché “quel” direttore, non è che, quando era in servizio, avesse mai dimostrato tanti riguardi o gentili attenzioni al personale.
    Tutt’altro! Ricordo ancora molto bene il generale clima di terrore che si respirava negli uffici da lui diretti: ho visto personalmente un dirigente uscire in lacrime dopo un colloquio “animato” con Busalacchi.
    Per non parlare dell’inevitabile tensione che si veniva a creare tra i suoi collaboratori, talvolta vera e unica responsabile di grossolani errori o evidenti equivoci.
    Prontamente poi rilevati e pesantemente sanzionati dal grande capo ai malcapitati responsabili, “passati per le armi” senza alcuno sconto o riguardo per carriere fino a quel momento irreprensibili.
    Insomma, non era assolutamente facile riuscire a lavorare con lui.
    Giova ricordare poi che, nella sua esperienza di direttore del personale, con assessore Firrarello (al quale non fregava nulla dei dipendenti), lui ebbe carta bianca nei rapporti con i sindacati.
    E i sindacalisti dell’epoca, alcuni dei quali oggi hanno fatto “carriera”, non osavano controbattere alcunché: le contrattazioni erano dei veri e propri “monologhi”….
    No grazie, non rimpiango affatto quel periodo.
    Vorrei soltanto che fossimo noi dipendenti, con il nostro operato e la nostra correttezza, a riuscire a dimostrare con i fatti, oggi, all’opinione pubblica e al nostro presidente che certi giudizi non corrispondono al vero.

  3. Caro Direttore condivido al 100% il suo pensiero. Organizziamo un Partito dei Regionali Sicilia che la nostra terra ha bisogno di quelli come noi!!!!!

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