Il commissario impugna la Finanziaria. Cassati 33 articoli su 50

Il commissario impugna la Finanziaria: coppie di fatto, no alla norma

PALERMO. In Sicilia governo e Parlamento piombano nel caos. Per il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, la Regione non può spendere un solo euro perché i fondi devono garantire i 15 miliardi di residui attivi, crediti difficilmente esigibili, accumulati negli ultimi quindici anni dai precedenti governi.E così per la prima volta nella storia dell’autonomia, la Regione si ritrova col 70% della manovra finanziaria ‘bocciata’: il prefetto Aronica ha cassato ben 33 articoli dei 50 che compongono la legge di stabilità, approvata il 15 gennaio. Nel panico teatri, consorzi, associazioni sportive ed enti, rimasti senza fondi per programmare quest’anno le attività e pagare gli stipendi a migliaia di persone.Saltano anche alcune norme care al governatore Rosario Crocetta, come quelle sulle agevolazioni alle coppie di fatto, il salario minimo con assegni mensili da 400 euro ai poveri, abitazioni nei centri storici per i meno abbienti e i fondi per le giovani coppie. Salta anche per mancanza di copertura finanziaria la cosiddetta ‘salva-petrolieri’, la norma che riduceva dal 23 al 13% le royalties per le estrazioni. Furioso Crocetta, che parla di “crudeltà sociale” da parte del commissario dello Stato e si prepara allo scontro davanti alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia europea sulle coppie di fatto. In ambasce il dipartimento Economia della Regione e l’assessore Luca Bianchi, ex direttore dello Svimez: “E’ inaccettabile, una cosa senza precedenti”‘ La scure s’è abbattuta su tutte le norme di spesa della finanziaria: bloccati 558 milioni di euro. Somma che si aggiunge ai 300 milioni di tagli già previsti per potere prorogare i contratti dei 24 mila precari dei Comuni. Il totale fa 900 milioni. Altri 400 milioni si trovano nel fondo sugliaccantonamenti (questi salvati dal commissario), somme ‘congelate’ fino al 30 giugno a salvaguardia delle cosiddette “entrate incerte”, nell’attesa che il governo di Rosario Crocetta trovi l’accordo col Tesoro per la cessione di quote di patto di stabilità. In più, il governo ha stanziato altri 100 milioni a copertura dei residui attivi. Insomma, a conti fatti la Regione deve rinunciare a un miliardo e 400 milioni di euro tra tagli e spesa congelata. Dirigenti e funzionari del dipartimento Economia, subito dopo l’impugnativa, hanno studiato le motivazioni fornite dal commissario Aronica: per l’assessore Bianchi si baserebbero su una legge di bilancio del 2009, “mai applicata negli scorsi anni, secondo la quale non sono autorizzabili nuove e maggiori spese”. “Tutto, quindi – afferma Bianchi – dovrebbe andare a ricostituire il fondo dei residui attivi”. Per il governo, insomma, si tratterebbe di una sorta di commissariamento.L’opposizione ha subito chiesto “la testa di Crocetta”. Per il M5s “bisogna tornare subito al voto”, mentre nel centrodestra c’è chi invita il governatore “a dimettersi” e chi invece parla “di fallimento del governo e della maggioranza”. “La situazione è critica – avverte Marco Falcone, deputato del Pdl-Fi e relatore di minoranza – Bisogna tornare subito in aula per riscrivere una mini-finanziaria”. Anche il capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi, ritiene necessario “mettere in sicurezza i conti” e invita il governo “alla pubblicazione della legge di bilancio affinché vengano garantite le spese obbligatorie della Regione a partire dagli stipendi” e “a valutare l’opportunità di una tempestiva manovra finanziaria che consenta di assicurare gli equilibri di bilancio per fornire una adeguata risposta ai settori più colpiti dall’impugnativa”.Il governo sta studiando le mosse da compiere. Bianchi ha chiesto chiarimenti al Tesoro, mentre Crocetta sollecita “un confronto col governo Letta per varare leggi che consentano allaSicilia di uscire dall’abisso in cui è stata trascinata in questi anni”. Domani la questione arriverà in Assemblea, in mattinata è in programma la seduta parlamentare proprio sull’impugnativa del commissario. La tensione è alle stelle.

Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/316333/

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir