Le riforme del pubblico impiego degli anni ’90 hanno smantellato le carriere

Interessante articolo di Giuseppe Pisauro su lavoce.info che è una rappresentazione fedele dell’attuale situazione del pubblico impiego, in cui le retribuzioni dei vertici sono “troppo” alte e quelle della massa dei dipendenti “troppo” basse.

Dall’esame dei dati, un fatto emerge con chiarezza: I differenziali retributivi si sono ampliati in misura considerevole negli anni Duemila ma sappiamo che il processo è iniziato negli anni Novanta con la contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dirigenti e con la cosiddetta“privatizzazione” del pubblico impiego. Un processo di riforma pensato per rendere più efficiente l’amministrazione, responsabilizzando i dirigenti e agganciando retribuzioni a risultati. Buone intenzioni rimaste sulla carta: la natura dell’amministrazione e il suo modo di operare non sono cambiati in misura apprezzabile. I poteri effettivi dei dirigenti non sono cambiati. La capacità effettiva di valutazione del sistema neanche. Sono cambiate le retribuzioni.

La questione più importante è il sistema degli incentivi del pubblico impiego. Le riforme degli anni Novanta hanno smantellato un sistema di carriere fissato per legge (che certamente non funzionava) e lo hanno sostituito con un sistema di premi di produzione annuali

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir