L’Italia paga il prezzo più alto del super euro

La Federal Reserve Usa quest’anno ha creato e immesso sui mercati qualcosa come mille miliardi di dollari. La Banca del Giappone ogni mese interviene iniettando yen per l’equivalente di circa 70 miliardi di dollari e la Banca d’Inghilterra negli ultimi anni ha comprato più di un terzo dell’enorme stock di debito pubblico di Londra.

La Bce invece per adesso non fa niente di simile. Alla Spagna, all’Italia o alla Grecia, la Germania e la stessa Bce chiedono di recuperare terreno sui mercati globali attraverso svalutazioni interne: tagli ai costi di produzione e ai salari dei lavoratori per poter vendere nel mondo a prezzi più competitivi. È una strategia che comporta costi sociali elevati, con l’aumento della disoccupazione, un lungo congelamento o il taglio degli stipendi pubblici e l’erosione dei salari privati. Ora però la forza dell’euro lasciato a se stesso nella guerra valutaria globale sta vanificando buona parte di questi sacrifici, o rischia di farlo presto.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir