Pensionati in piazza ieri per protestare contro la decisione del governo di rimettere mano alla rivalutazione dei trattamenti. La mobilitazione, indetta da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, si è tenuta nella stragrande maggioranza delle province italiane. Al centro della mobilitazione il no alla norma inserita dal governo in manovra che prevede uno stop per tre anni, a partire da gennaio 2019, alla piena rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte la minima (1.522 euro lordi al mese).
Il Governo ha fatto sentire la propria voce per difendere l’operazione. «Alcuni sindacati, quelli rimasti muti quando i partiti distruggevano i lavoratori e votavano la legge Fornero, si stanno mobilitando ma noi andiamo avanti.
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fermo restando, che tutti hanno il diritto di protestare, ma anche gli impiegati pubblici regionali e non, hanno il contratto fermo da 12 anni, adesso tutti a stracciarsi le vesti, il governo monti e gli altri a seguire, hanno fatto di peggio per i pensionati, la memoria e corta, nessuno ricorda, ricordo ai pensionati di adesso che alla fine loro sono dei previlegiati, grazie al fatto che le loro carriere contributive sono state costanti, chi andrà in pensione nei prossimi anni, vedrà pensioni da fame , per via delle riforme, e del numero dei contributi versati inferiori, quindi neanche una rivalutazione accettabile potrà dare delle pensioni decenti, si prospettano tempi duri per i pensionati del domani!