Secondo Confesercenti “continua ad avanzare la desertificazione di attività commerciali e pubblici esercizi nei centri urbani”. Secondo le stime dell’Osservatorio, anche quest’anno il bilancio tra aperture e chiusure di negozi, bar e ristoranti sarà in rosso, con un saldo negativo di oltre 29mila imprese. Un crollo meno grave di quello registrato nel 2014 (-34mila), ma comunque peggiore delle attese.
- Repubblica – Ripartono i consumi, ma i negozi continuano a chiudere: nel 2015 perse 29mila imprese
- GdS – Bar, ristoranti e negozi in crisi: nel 2015 la Sicilia è la regione in cui hanno chiuso più imprese
Del resto se non si rinnovano i contratti dei dipendenti pubblici (nella migliore delle ipotesi verranno erogati 5 € pro capite); se aumenta il numero delle famiglie in difficoltà; se la disoccupazione, specie giovanile, resta a livelli record; se, la pressione fiscale resta tra le più alte d’Europa (la finta abolizione dell’Imu è abbondantemente compensata dall’aumento di altre tasse e balzelli), come fanno a ripartire i consumi? Purtroppo i ciarlatani e venditori di pentole e tappeti che in questi ultimi anni si sono succeduti al governo lo sanno benissimo, ma cercano di vendere un po’ di fumo per incantare gli elettori per essere rieletti.
Ancora “Qualcuno…” non capisce (e non vuole capire affatto!!!) che, nonostante il settore pubblico è continuamente torchiato di “pesare” sull’economia dello Stato, è il “veicolo” fondamentale per lo sviluppo dell’economia in generale. Il “ceto medio” (chi è costui…?) , purtroppo bisogna ammetterlo, è stato spazzato via dal “tornado” di questi “quaquaraquà” che ci governano!