Sicilia a rischio-default, ma i consiglieri pensano a finanziare i propri collegi

Rosario Crocetta2012La Regione ha gravi problemi nel far quadrare i conti. Nonostante ciò, i “deputati” siciliani hanno proposto e spesso fatto entrare nella legge di stabilità emendamenti per favorire la città o la provincia d’origine. E c’è davvero di tutto: dai musei agli autodromi dall’Istituto del Papiro agli strumenti musicali.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Sicilia a rischio-default, ma i consiglieri pensano a finanziare i propri collegi”

  1. SE QUESTO E’ UN UOMO
    Nel vasto panorama di imbonitori, falsari e venditori di fumo spicca il deputato dell’Ars, esemplare faunistico raro di chi predica bene e razzola male, distinguibile dal tono pacato, maturo, convincente del suo verbo (e lo sguardo dagli occhi di volpe, non intelligenti ma astuti), capace come nessuno di carpire la buona fede dell’interlocutore, barattando fraudolentemente la speranza di un mondo migliore con la conservazione della propria rendita di posizione.
    Così è il forzista, che passa da una maggioranza all’altra e da una opposizione all’altra pur di galleggiare su chi annaspa bevendo disperatamente acqua salata; così il pentastellato, che simula la remissione di parte della diaria da destinare all’impresa recuperandola tramite contratti a collaboratori paravento, nominati (e tanti) subito dopo la elezione. Poi c’è il democratico, moralista della prima ora, sponsorizzatore neanche tanto occulto ed erede, adesso, di quel nuovo che avanza che tanta gioia, ricchezza e benessere portò negli anni novanta.
    Tutti insieme appassionatamente nel riconoscere i privilegi (altrui), nel
    combattere gli sprechi (altrui), nell’individuare la spesa improduttiva (altrui) e nel rimediare con i sacrifici (altrui).
    Che fine ha fatto la promessa del deputato regionale di tagliare il numero di consiglieri, assessori e loro indennità? E quella di ridurre il numero degli eletti da 90 a 70? Occorre tempo e una riforma costituzionale: non si può dall’oggi al domani introdurre modifiche che avrebbero il solo scopo di fare del populismo e della demagogia. Che fine ha fatto la promessa di dimezzare l’indennità di parlamentare? C’è bisogno di un’attenta riflessione per vedere quanto può effettivamente incidere tale riduzione e se è veramente questo il problema; comunque è allo studio un progetto di legge e si sta provvedendo, ma non in tempo per questa legislatura.
    E l’impegno di eliminare i carrozzoni di enti e partecipate? Una squadra di tecnocrati, dietro compenso di “poche” decine di migliaia di euro, sta portando al superamento dei consigli di amministrazione, girando il risparmio di spesa ai manager, passati da 50 a 160 mila euro di indennità (sigh! Il mio cane, che si accontenta di una semplice ciotola di croccantini, avrebbe fatto di meglio).
    Che ne è stata della promessa di adeguare stipendi e contratti all’interno dell’Ars con quelli degli altri dipendenti regionali? Qui il problema è molto più complesso: occorre portare in commissione un testo che, semplificando le procedure concordate al fine di valutare l’opportunità di inserire un emendamento, possa consentire la modifica del disegno di legge contenente alcuni articoli su cui c’è già un parere dei capigruppo che devono esitare un protocollo d’intesa nelle more di una più ampia riforma organica già espressa a livello nazionale e che necessita di una doppia lettura delle singole posizioni da assumere in sede di verifica delle necessità istituzionali. Data l’esiguità dei tempi, se ne potrà discutere al massimo nella prossima legislatura.
    Tre ore sono invece bastate al deputato isolano (che con cinque anni di “lavoro” matura un vitalizio di 1.800 euro netti al mese) per chiudere la partita con i privilegi dei dipendenti regionali: dopo 40 anni di servizio, 1.200 euro di pensione, in linea col resto dello stivale. Chi offre di meno?

    P.s. Stanotte ho sognato che tutti i lavoratori siciliani, i disoccupati, i senzatetto, i giovani, i pazienti in lista di attesa, con le forze dell’ordine al loro fianco, formavano un cordone inespugnabile attorno a Palazzo dei Normanni per fare uscire novanta ladroni arroganti e miserabili nell’animo, solo dopo aver visto sventolare una bandiera bianca. L’ho sognato, ma era solo un sogno…

    Massimo Enea

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